É passata più di una settimana dal concerto ed io mi sono categoricamente rifiutata di rivedere i ragazzi da allora: non ho avuto più nulla a che fare con nessuno di loro, nemmeno con Nate, nonostante siamo praticamente vicini di casa.
Ho realizzato che le cose si stavano mettendo male per me, quando Gustav mi ha semplicemente poggiato una mano sulla coscia e io ho iniziato a fare pensieri impuri a riguardo. Lí ho capito che dovevo prendere delle precauzioni, perché so che è esattamente quello che vuole da me: stuzzicarmi finché non cedo, avermi per una notte e poi ignorarmi. Ma c'è un problema: non ha messo in conto il mio orgoglio, che è troppo ingombrante per permettermi di farmi usare in questo modo dalle altre persone. Preferisco rinchiudermi in casa senza avere contatti con nessuno piuttosto che rischiare di fare qualche cazzata; ma immagino che, tutto sommato, questa cosa dell'orgoglio non sia poi tanto negativa perché mi sta tenendo lontano da lui e quindi dai guai.
Gustav dal canto suo ha provato più volte a contattarmi tramite i social, una notte si è dato particolarmente da fare inondando il mio telefono di "mi manchi", "voglio vederti" e altre stronzate del genere, per poi ritrattare tutto la mattina seguente con un prevedibilissimo "dimentica tutto, ero ubriaco".
Per quanto abbia cercato di tenermi alla larga da lui in ogni modo, mi sono ritrovata più volte a studiare tutte le sue foto su Instagram o a leggere i suoi tweet. Ho ripetuto a me stessa talmente tante volte che l'unica ragione per cui mi capitava di curiosare sui suoi social fosse la semplice noia, ma non sono mai riuscita a credere fino in fondo alle stupidaggini che io stessa mi sono raccontata. Pur non volendolo ammettere, quel ragazzo ha avuto un certo effetto su di me e, per chissà quale strana ragione, fatico a togliermelo dalla testa.
Mentre Olivia mi sta raccontando in videochiamata FaceTime di un battibecco con Nate, io mi sto mettendo distrattamente uno smalto bordeaux sulle unghie.
"Pensi che voglia chiudere con me?", mi domanda con un velo di preoccupazione, dopo aver finito di esporre i fatti.
"Liv, sei andata con un altro tizio dopo tipo due settimane che vi state frequentando", le faccio notare sollevando un sopracciglio.
"Sí ma di fatto non stiamo insieme", cerca di difendersi. "Nate non può pretendere niente da me".
"Olivia, senti, la cosa è molto semplice: se ti importa di lui, dovresti dirgli che vuoi ufficializzare e smetterla di fare la scema in giro", borbotto richiudendo la boccetta di smalto: "Se invece non ti senti pronta per qualcosa di serio, dovresti smetterla di illud...".
La mia frase viene tagliata a metà dal suono del citofono che mi coglie totalmente alla sprovvista. Chi cazzo può essere alle undici di un mercoledì sera?
"Aspetti qualcuno?", domanda Liv dall'altro capo del telefono, stupita quanto me.
Scuoto la testa con uno sbuffo: "Vado a vedere chi è, poi ti richiamo", le dico prima di chiudere la chiamata FaceTime.
Mentre zampetto verso la porta dell'appartamento, il citofono suona nuovamente facendomi sussultare. Mi porto istintivamente una mano all'altezza dello stomaco e controllo dallo spioncino chi è.
Una figura alta e longilinea sta in piedi sul mio zerbino, ha il cappuccio della felpa sollevato e la testa bassa, i capelli di un rosa ormai scolorito sbucano fuori.
"Peep, che ci fai qui?", domando senza aprirgli. Non avevo mai pensato concretamente al fatto che, grazie al videoclip di Switch up, lui sapesse dove vivo.

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LET ME BLEED // LIL PEEP
Novela Juvenil"Quando siamo soli dice di volermi e mi mangia letteralmente con gli occhi, mentre di fronte agli altri si diverte a sminuirmi ed umiliarmi. Chi cazzo crede di essere? (...) Vuole giocare con me? Va bene, ma da adesso in poi le regole le faccio io."...