1. PRIMO INCONTRO

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«Marina? Ehi Marina! È tardi!», chiamò una voce maschile.

La semidea dai capelli biondi si svegliò a fatica, illuminata dalla luce che penetrava dalle finestre. Le tende erano già state aperte, segno che qualcuno si era svegliato prima di lei. Lentamente si alzò, rimanendo seduta sul letto a stropicciarsi gli occhi che ancora non erano capaci di mettere a fuoco. La voce apparteneva al suo fratellastro, almeno quello lo aveva capito.

«Che ore sono?», chiese sbadigliando.

«Le nove e mezza, non dovevi fare lezione ai nuovi arrivati oggi?», replicò il ragazzo.

Pian piano, la scena si fece più nitida e Marina poté ammirare con fastidio una delle camere della casa numero sette. La stanza era piuttosto semplice, dopotutto doveva richiamare lo spirito di un parco, dunque troppa sofisticatezza avrebbe dato nell'occhio. L'intera struttura era stata costruita in cemento armato ma rivestita da travi di legno in modo da ottenere quell'effetto. Molti dei suoi fratellastri non ci facevano nemmeno troppa attenzione, ma Marina andava pazza per l'architettura. Sperava infatti di poter andare all'università un giorno per ottenere una laurea e praticare quel lavoro.

«Terra chiama Marina, mi hai sentito?», chiese nuovamente il fratellastro.

Lo sguardo della ragazza vagò per tutta la camera, notando come gli altri letti a castello fossero già stati sistemati a dovere. La parte centrale della camera era occupata da una serie di scrivanie disposte a formare un rombo, dove Lorenzo Scala la aspettava con sguardo preoccupato. Il ragazzo era un semidio come lei, condividevano la stessa madre, dunque erano soliti definirsi fratellastri. Marina rimase un momento a contemplare il volto del ragazzo. Il biondo dei suoi capelli creava un contrasto con i brufoli adolescenziali che spuntavano sul suo viso come paparazzi davanti a una sfilata di superstar. Finalmente, gli occhi grigi del ragazzo incrociarono i suoi.

«Ah, allora ci sei! Guarda che mi hai fatto preoccupare.»

«Scusa, Lore», disse stiracchiandosi. «Mi sono un attimo distratta.»

Il semidio fece un'espressione preoccupata: «Hai avuto qualche incubo?»

Marina scosse la testa con un lieve sorriso prima di rispondere: «No, tranquillo.»

«Menomale.»

Il volto della ragazza si spostò nuovamente ad osservare la finestra esterna, era accecata dalla luce. Per i suoi occhi ancora addormentati, non sembrava essere qualcosa di anomalo ma, non appena il suo cervello cominciò ad attivarsi, Marina capì di essere nei guai.

«C'è tanta luce per essere l'alba...», commentò distrattamente.

«Non è l'alba, te l'ho detto.»

La semidea spalancò gli occhi cerulei e quasi cadde mentre scendeva dal letto. Fece una rapida corsa fino a raggiungere la finestra, dove poté ammirare il paesaggio del Parco dei Gigli costellato di semidei. Marina rimase per un momento immobile e inspirò a fondo, poi guardò in basso per valutare il proprio abbigliamento: era in pigiama. Senza dire una parola, si scagliò accanto al proprio letto e aprì immediatamente l'armadio.

Lorenzo guardò la sorellastra tentando di mascherare una risata: «Marina», ma la semidea non lo calcolò di striscio e prese velocemente i vestiti.

Una volta assicuratasi di non aver dimenticato nulla, Marina corse immediatamente in bagno a vestirsi. La piccola stanzetta bianca, dalle dimensioni di un ripostiglio, non era minimamente adatta ad ospitare le otto coinquiline di quella camera. Solitamente Marina evitava di usarlo e ne approfittava per sfruttare uno di quelli presenti alla Grande Dimora, tuttavia l'emergenza richiedeva che si sbrigasse. La ragazza si tolse velocemente il pigiama, costituito da un top azzurro con un motivo creato da tanti ananas stampati e dei semplici pantaloni bianchi. Dopodiché, afferrò i suoi vestiti: un jeans chiaro e una maglietta a mezze maniche grigia con un sette scritto sul retro. Era il vestiario che la identificava come membro della settima casa, i semidei figli di Ien. Infilò rapidamente i jeans e osservò per un secondo la maglietta. Il suo sguardo cadde casualmente sullo specchio e, di conseguenza, sulla sua figura, facendola rabbrividire leggermente.

Maschere Immortali: La ProfeziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora