18. PUNIZIONE ESEMPLARE

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Dopo aver lasciato la Grande Dimora, Marina aveva trascorso la mattinata ad aiutare i giovani semidei che ancora cercavano di orientarsi al Parco dei Gigli. Nonostante avesse avuto un modesto bagaglio di informazioni prima di trasferirsi nell'Altromondo, anche lei si era ritrovata persa durante i primi giorni, dunque aveva grande empatia per loro. Vedere ragazzini sui tredici anni, ancora innocenti, compiere i primi passi in quel nuovo ambiente, era più che nostalgico.

Arrivata l'ora di pranzo, si recò alla mensa assieme ai suoi fratelli, con cui passò anche il pomeriggio. In origine, avrebbe dovuto tenere una lezione verso le 17:00, ma era stata sostituita dopo i recenti avvenimenti con il figlio di Tefine e poteva godersi un po' di riposo. Nel complesso, l'intera giornata era passata piuttosto velocemente per lei.

Per quanto riguardava i figli di Cragar, Dalia era rimasta rinchiusa nella tredicesima casa mentre di Shirei non erano pervenute notizie. Marina si sentiva responsabile per l'accaduto, dunque aveva organizzato una serata a sorpresa per stare in compagnia con lei e guardare film per tutta la notte. Alle due, si era unita anche Lilia, che aveva incontrato per caso la figlia di Ien mentre usciva dalla propria casa. 

Verso le tre di notte, le semidee erano crollate e Marina si era infilata nel letto di Shirei senza nemmeno pensarci.

Il figlio di Cragar si materializzò nella tredicesima casa circa un'ora dopo, andando a reggersi con la spalla contro al muro. Era grondante di sangue e aveva ferite dappertutto, i suoi vestiti erano logori, nonché martoriati e strappati. Il ragazzo non aveva la forza di muoversi ma, prima di cadere, riuscì a evocare la lama della discordia e reggersi a essa come fosse un bastone. A fatica, si voltò, cercando sua sorella con lo sguardo. Vide Marina e Lilia ancora dormienti. La luce del bagno era accesa, segno che Dalia fosse sveglia e l'avrebbe visto a breve. 

Shirei tentò di issarsi sulle proprie gambe e raggiungere la porta, ma cadde a terra prima di riuscire a fare tre passi.  Digrignò i denti e tentò di alzarsi di nuovo, tuttavia crollò a terra e svenne in modo definitivo. 

Dalia aprì la porta e scoprì il corpo del fratello disteso per terra. La figlia di Cragar gridò alle due semidee di svegliarsi e  si gettò al fianco del fratello. Con quanta più gentilezza possibile, provò  a dargli degli schiaffi sulle guance per fargli riprendere i sensi.

«O' santo padre! Shirei!»

Strinse gli occhi in due fessure, «Stavolta parleremo, eccome se parleremo, ma ora ti devo portare in infermeria.»

Marina si svegliò di soprassalto con le ripetute urla di Dalia a riempire l'intera stanza. Non appena vide Shirei steso per terra, diede uno scossone alla sua amica dai capelli corvini e si precipitò al fianco di Dalia. Si rese conto del sangue che bagnava il pavimento solo dopo essersi accovacciata.

«Ha perso tantissimo sangue... che diamine è successo?»

«Io che ne so! Che facciamo? Marina! Marina, che facciamo?» La ragazzina stava per avere una reazione isterica.

La figlia di Ien rimase a fissare il ragazzo, cercando di capire se potesse sopravvivere al viaggio oppure no. Lilia rimaneva in disparte a guardare silenziosamente la scena. Marina si domandò se non stesse facendo i salti di gioia e sperò davvero di aver fatto un'ipotesi errata. Dalia, invece, aveva gli occhi lucidi, lo avrebbe voluto uccidere con le sue mani.

«Ok, allora», la figlia di Ien provò a ragionare, «Potremmo... Dalia, devi fare un viaggio spettrale.»

La ragazzina spalancò gli occhi: «Eh!?»

«È il modo più veloce se vogliamo portare Shirei in infermeria.»

«Ma io-io non so farlo...»

Marina le strinse le mani, «Sì che puoi. Dalia, credo in te.»

Maschere Immortali: La ProfeziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora