11. ARMI SEMIDIVINE

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Lorenzo entrò nel laboratorio con la ragazza al suo fianco, i due semidei erano ancora scossi dalle notizie del misterioso figlio di Tefine. Accanto a lui c'era Francesca Simoncelli, figlia di Corgi, una giovane ragazza con il viso colorato da una pelle olivastra, quasi mulatta. I suoi occhi risplendevano di un castano scuro che mite e gentile. La sua chioma, anch'essa di un tono castano scuro, cascava morbida e fluente lungo le spalle, incendiando l'aria attorno a lei.

La giovane semidea, dalla corporatura leggermente sovrappeso, portava con sé un piccolo martello appeso alla sua cintura. Indossava con nonchalance una felpa rossa accesa, che sembrava risplendere come fiamme danzanti, contrastando in modo vivido con la sua pelle. I jeans strappati che abbracciavano le sue curve contribuivano a creare un look informale, ma che al contempo esprimeva una certa audacia. La ragazza era stata presente e aveva visto con i propri occhi l'avvenimento. Aveva incontrato il figlio di Ien all'entrata della nona casa e non aveva esitato due volte ad accompagnarlo. Quell'avvenimento li aveva legati in un qualche modo.

Il biondo si stiracchiò, «Finalmente!»

«Eccoci qua, è da stamattina che cerco un attimo per lavorare al progetto.»

Francesca si alzò le maniche della felpa color ruggine e incrociò le braccia.

«Senti, va bene se per ora finiamo di fare i proiettili?» Chiese Lorenzo, «Dopo devo tornare a casa quindi puoi finire il progetto.»

La ragazza posizionò da parte il progetto di una biga. La stava preparando in vista del torneo di fine anno.

«Sei sicuro? Non ci sono problemi, lo faccio volentieri... sai... per sdebitarmi.»

«Di cosa?»

«Per avermi aiutata, senza di te non so se sarei riuscita a raccontare tutto al signor D'Agostini...»

Lorenzo sorrise, «Non lo dire nemmeno! Anzi, grazie a te per l'aiuto che mi stai dando con i proiettili.»

Francesca abbassò lo sguardo, «Oh, beh, quello è un piacere... lo sai che mi diverto.»

Lorenzo si avvicinò e le mise una mano sulla spalla, la figlia di Corgi sussultò leggermente prima di rivolgergli un caldo sorriso.

Proprio in quel momento, Marina entrò tranquillamente nel laboratorio alla ricerca dei suoi polsini, poi notò i due e fece un piccolo sorrisetto, «Ciao!»

Lorenzo si girò sorpreso, «Oh, Marina!»

«Ehi!» Salutò Francesca con la mano.

«Vi infastidisco? Esco, non c'è problema.»

Il figlio di Ien si allontanò da Francesca e sorrise imbarazzato, «No no, tranquilla, davvero. Siamo venuti qua per finire il progetto dei proiettili. Ti ho parlato di come vogliamo modernizzare il parco, giusto?»

Marina fece una faccia leggermente confusa «Credo di no... e, sinceramente, mi ritengo offesa di questo, ah!» sorrise.

«Beh, cara sorellastra, stiamo costruendo delle armi da fuoco, per ora ci limitiamo a delle pistole normali, ma puntiamo più in grande.»

Marina rimase a guardare il ragazzo valutando se chiedergli o meno quando avesse ottenuto l'approvazione da parte di Liceo D'Agostini per quel progetto. Alla fine, decise di rimanere in silenzio, sospettava comunque che non l'avesse proprio menzionato durante la sua visita alla Grande Dimora. I suoi pensieri vagarono lentamente verso Shirei e il misterioso figlio di Tefine. Avrebbe dovuto recarsi dalla divina Aena ma si era ripromessa di ottenere qualche informazione utile prima di sprecare il tempo della dea.

Lorenzo notò la sua espressione pensierosa e ne approfittò per distrarla con i bozzetti del suo progetto, «Già che sei qui, che ne pensi?»

«Non male...» Marina scosse la testa cercando di scacciare i pensieri e si concentrò sul progetto, «Qui, però, sarebbe meglio dargli maggiore spessore, almeno secondo me.»

Maschere Immortali: La ProfeziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora