37. OSPEDALE DI COLORNO

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I Fiori d'Equinozio erano nel bel mezzo del tumultuoso verde del Inframondo.

"Diamine, adesso vomito."

Fu quello il primo pensiero fatto da Havel. Non era mai stato nell'Inframondo e non si aspettava minimamente un posto del genere. Non aveva intenzione di incolparsi per non aver seguito con attenzione le lezioni sui mondi del cosmo, ma realizzava che avrebbe dovuto. Con un braccio, si reggeva a Shirei mentre, con l'altro, ad Ada. La sua compagna aveva gli occhi chiusi nel bel mezzo del mare in tempesta, ma non sembrava spaventata.

"Merito della sua abilità speciale" pensò il figlio di Sidal.

Havel non era mai stato così invidioso della sua amica, anche perché faticava a rimanere in piedi in quel momento. L'Inframondo sembrava un mare in tempesta che aveva intenzione di spingerlo a destra e a sinistra.

Era ostile. Non si accontentava di destabilizzarlo fisicamente, voleva la sua anima.

Il semidio guardò Shirei con curiosità e un velo di rispetto. Il figlio di Cragar manteneva entrambi vicino a sè e camminava con decisione attraverso il tumulto, senza lasciare che potesse minare la sua direzione.

Una forza di volontà che Havel non poteva fare a meno di riconoscere. Avrebbe voluto sospirare dalla frustrazione ma, per fortuna, il senso di vomito di quel viaggio glielo impedì.

Più passava del tempo con il semidio dagli occhi viola e più cominciava a pensare che non fosse così antipatico come aveva immaginato in origine.

Accettare che lo aveva umiliato, però, era tutt'altro conto.

"Deve passare almeno un secolo prima che questo accada."

I semidei riapparvero nel nulla più totale, fra distese di campi coltivati e natura nella sua forma più abbandonata. Shirei si diede qualche secondo per riprendere le forze, ma il caldo sole che picchiava sulle loro teste non rendeva il processo semplice.

«Sono piuttosto sicuro che hai sbagliato posto.»

Ada lanciò un'occhiataccia al figlio di Sidal e si avvicinò a Shirei, per assicurarsi che stesse bene.

«Shirei, come mai siamo riapparsi qui?»

Il semidio dagli occhi viola prese un paio di boccate d'aria, «Non riesco a recuperare il mana mentre tengo traccia del percorso. Pensavo che avremmo finito per perderci.»

«Quindi siamo ancora nella direzione giusta?»

Shirei annuì, «Sì. Un minuto e sono pronto a ripartire.»

Havel alzò entrambi i pollici e rimase in attesa. Vederlo faticare a fare qualcosa gli instillava un certo divertimento.

Ada lo colpì con un pugno alla spalla, «Ti stai compiacendo del tuo compagno?»

«Non hai nemmeno idea quanto» rispose sottovoce il figlio di Sidal.

La semidea sospirò, «Sei il capo e tratti così i tuoi subordinati? Chissà cosa penserà tuo padre, il divino Sidal, di avere un leader scadente come figlio.»

Ada sorrise, consapevole di aver colpito un nervo scoperto. Havel si rabbuiò di colpo e rimase in silenzio. Dopo alcuni minuti decise di controllare la situazione del figlio di Cragar, cercando di ignorare gli sguardi della sua compagna.

«Shirei, sei pronto a continuare?»

Il semidio annuì.

«Ottimo, allora dicci tu quando», il figlio di Sidal chiamò Ada con un gesto della mano, «Hai idea di quante soste ti serviranno?»

Maschere Immortali: La ProfeziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora