26. LA VENUTA DELL'ULTIMO

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Poco più di tre mesi prima.

Ada attraversava la foresta sgattaiolando da un cespuglio a un altro, stando ben accorta a tutte le creature che potevano nascondersi nell'ombra in agguato. Era fine estate e, solitamente, gli Dei concedevano loro circa una o due settimane libere durante quel periodo. Ada aspettava quelle settimane di riposo come nulla al mondo, lo trovava il giusto modo di ricompensarli per il lavoro che svolgevano.

Come fossero un meccanismo organizzato in modo perfetto, dietro di lei si muovevano i suoi compagni di squadra. Havel copriva il lato destro, cosicché nessuno potesse attaccarli da quel versante e fosse disponibile all'attacco, nel caso in cui Ada si fosse imbattuta in una creatura ostile all'improvviso. Elaine era al lato opposto, considerato il più debole del rombo a causa delle scarse abilità di mischia della semidea.

Ada si accovacciò un momento e guardò indietro.

Nell'ombra si nascondeva ancora Darryl Fyreborn, il semidio più anziano del parco dei gigli. Era lui a chiudere lo schema, svolgendo ruolo d'immediata protezione per Elaine e assicurandosi che il gruppo non cadesse vittima di un'imboscata alle spalle.

Ada aveva piena fiducia nei confronti del figlio di Corgi, ancor più di quanta ne riponeva in Havel, loro effettivo leader.

La figlia di Rutia, invece, era posta come punta del sistema. Il suo ruolo era piuttosto semplice: data la sua abilità avrebbe potuto notare le creature all'orizzonte. Con l'agilità che la caratterizzava, al contrario, era l'opzione più sicura per non correre rischi inutili.

La semidea dai capelli scuri continuò a spostarsi nella foresta finché uno strano ululato non la costrinse a fermarsi. Dopo essersi accovacciata in silenzio, fece un gesto con il pugno chiuso per segnalare ai suoi compagni di rimanere in attesa.

Gli ululati continuarono, ciò fece riflettere Ada sulla loro possibile provenienza.

"Un branco di lupi mannari?" Chiese a se stessa prima di scacciare l'idea, "Impossibile, la luna piena c'è stata pochi giorni fa. Se anche fosse, non sarebbero capaci di emettere questi suoni."

La ragazza scosse la testa, poi realizzò. Non erano ululati quelli che udiva, ma stridii.

«Strigi» mormorò con disgusto.

Le strigi erano creature mitologiche dalle fattezze inquietanti e misteriose. Di solito, erano descritte come esseri alati con sembianze umanoidi, ma con tratti animali, come artigli affilati e occhi luminosi che brillano nell'oscurità. La loro pelle può essere pallida o grigiastra, mentre le ali, simili a quelle di un pipistrello o di un gufo, sono membranose e talvolta ornate da strisce o macchie scure. La loro presenza è spesso associata a quelle di bambini oppure di neonati, data la loro natura perversa. Per la prima volta descritte in testi risalenti all'epoca d'oro di Roma, le strigi erano caratterizzate da un lungo becco affilato, simile a quello dei colibrì, ma rivestito di una patina dorata.

«E con quello si cibano del sangue dei più giovani...» concluse Ada, soddisfatta di aver ricordato le notizie in questione.

Dovevano fare in fretta, la presenza delle strigi poteva solo significare che erano vicini al loro obbiettivo. Tuttavia, la medesima affermazione poteva essere fatta anche in senso opposto.

"Potrebbe essere in pericolo", si rese conto, "Dobbiamo fare in fretta."

Il gruppo si mise nuovamente in marcia a un suo secondo cenno.

Ada ripensò a quando erano stati chiamati nell'ufficio di Liceo. Erano soliti fornire un resoconto dopo ogni loro missione nel mondo mortale. Spesso, il rettore del parco li aiutava a compilare una versione cartacea attraverso la quale tenere traccia dei loro traguardi. Ancor più spesso, finiva a litigare con Darryl, che gli ripeteva semplicemente di usare un computer.

Maschere Immortali: La ProfeziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora