31. LA FAGLIA TEMPORALE

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Shirei rimase fermo a guardare la faglia temporale aprirsi del tutto con un fragore assordante. Il rumore lacerò l'aria come una ferita pulsante nel tessuto del tempo. I mostri, principalmente orchi e goblin di media taglia, si riversarono fuori emettendo urla gutturali e sgraziate.

Il figlio di Cragar venne illuminato dalla luce del primo Sole.

Si trovava all'entrata della faglia, il suo sguardo calmo era fisso sui nemici che avanzavano. Distese le dita della sua mano destra e fece comparire la lama della discordia dall'Inframondo. Accanto a lui, Reno alzò il capo con un'espressione accigliata.

"Dobbiamo affrontarli tutti quanti solo noi due?"

Shirei si voltò a guardare il tenebrae e sentì la sua voce vibrare nella testa. Era la prima volta che sperimentava quel fenomeno bizzarro, ma ipotizzò subito che dovesse trattarsi di qualcosa di speciale.

Reno era il primo tenebrae che aveva generato da un essere cosciente, dunque doveva essere riuscito a conservare la propria anima all'interno del nuovo corpo.

Possibile che potesse comunicare telepaticamente con tutti i tenebrae?

"Non per metterti fretta, ma tra poco ci raggiungono."

Il semidio ignorò la voce del suo oscuro collaboratore e continuò a seguire quel flusso di pensiero. Realizzò di essere privo di conoscenza riguardo ai propri poteri. Ne era già consapevole, a dire il vero, ma la necessità spasmodica di allenarsi nel combattimento lo aveva costretto a mettere da parte quel problema.

Davanti ai suoi occhi vide riapparire i momenti passati al castello di Cragar, quando suo padre era solito andarlo a trovare per vedere come se la stesse passando.

Si rimproverò di non essere stato più curioso al tempo.

Il dio dei morti era un essere piuttosto silenzioso, dunque le parole non fluivano esattamente dalla sua bocca con semplicità. L'unica cosa che aveva continuato a ripetergli fino alla morte era quella di dover diventare più forte, sfruttando ogni mezzo possibile.

Per cosa dovesse migliorarsi rimaneva un mistero, ma Shirei cominciava a credere che il fantomatico conflitto con l'Antico dovesse centrare in un qualche modo.

Ancora una volta, i suoi ricordi mancanti non facevano altro che rappresentare un problema. Quella situazione stava diventando sempre più insostenibile.

"Possiamo concentrarci sui mostri che stanno arrivando?"

Shirei sbatté le palpebre, "Sì."

Il semidio diramò le sue arpie, che si materializzarono a semicerchio attorno a lui. Mentalmente, indicò loro di organizzarsi in uno stormo e sfruttare le proprie ali per piombare in attacco sui mostri, ma di tornare in cielo prima di essere catturati.

Doveva limitare i danni per essere certo che la sua particella divina non si svuotasse improvvisamente nel bel mezzo dello scontro.

I tenebrae seguirono alla lettera i suoi ordini e Shirei ne approfittò per guardare in direzione del rifugio dove i suoi compagni risiedevano.

Con una smorfia, si rese conto di aver sbagliato e inviò due delle arpie verso la casa abbandonata. Non voleva rischiare che alcuni mostri irrompessero all'interno.

"Posso anche andarli a svegliare, se vuoi," disse Reno.

"No, ci penseranno le arpie a farlo."

"Come preferisci."

I due rimasero a fissare l'orda di creature ormai tremendamente vicina. Shirei provò a indicare il loro numero in modo grossolano, circa tra i cento e i duecento.

Maschere Immortali: La ProfeziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora