38. 12 SETTEMBRE 1922

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Il viaggio attraverso la faglia temporale non durò che un battito di ciglia. Un istante prima, Shirei, Ada e Havel si trovavano circondati dalla rovina dell'ospedale abbandonato, con i semidei dell'accademia dei narcisi in attesa. L'attimo successivo, i tre semidei si ritrovarono catapultati in una stanza vuota e silenziosa. Erano ancora nell'ospedale, quello era sicuro, ma c'era qualcosa di anomalo.

Il posto in cui erano riapparsi era spoglio e austero, con pareti di un bianco sbiadito che sembravano assorbire la luce piuttosto che rifletterla. Un unico letto di ferro battuto, privo di lenzuola, occupava un angolo, mentre un armadio dall'aspetto logoro si ergeva contro la parete opposta. Una finestra stretta e alta lasciava filtrare un raggio di sole polveroso, illuminando le particelle sospese nell'aria immobile. L'odore di disinfettante e medicinali permeava l'ambiente, mescolandosi a un sottofondo di muffa.

Shirei fu il primo a muoversi, i suoi occhi viola brillanti scrutarono l'ambiente con attenzione, cercando possibili minacce. I suoi capelli neri ondeggiavano leggermente mentre si girava per controllare i suoi compagni. Ada si era già messa in posizione difensiva, le mani pronte a estrarre le spade gemelle dalla cintura. Havel si passò una mano sulla cicatrice delineata lungo il suo zigomo, un gesto diventato abituale negli ultimi anni.

«State bene?» chiese Shirei, la sua voce bassa e calma come sempre.

Ada annuì, rilassando la postura. «Sì, sembra che sia andato tutto bene. Tu, Havel?»

Il semidio biondo fece roteare le spalle, testando i suoi movimenti. «Tutto a posto, comunque meno turbolento del viaggio attraverso l'Inframondo.»

Shirei si avvicinò alla finestra, osservando cautamente l'esterno. Il panorama era quello di un cortile ospedaliero di inizio Novecento, con alberi spogli e un'atmosfera pacifica.

«Siamo nella faglia, non ci sono dubbi» mormorò.

Ada si unì a lui, il suo sguardo attento analizzava i dettagli del paesaggio. «Questo è il passato, deve essere il giorno in cui la faglia è stata creata.»

Havel, impaziente come sempre, si avvicinò all'armadio e lo aprì con un cigolio. «Bene, ora che sappiamo dove siamo, dobbiamo escogitare un piano.Viola, siamo nelle tue mani.»

Shirei si voltò verso i suoi compagni.

«Il nostro obiettivo non è cambiato. Reno ha spiegato che, per distruggere la faglia, dobbiamo trovare l'oggetto magico che funge da ancora per questo luogo. Una volta individuato, lo ruberemo e faremo collassare la faglia su se stessa.»

Ada incrociò le braccia, la sua mente già al lavoro per elaborare strategie. «L'idea sembra facile, ma come faremo a uscire di qui?»

«Senza contare che non abbiamo idea di cosa stiamo cercando» aggiunse Havel.

Shirei chiuse gli occhi per un momento, concentrandosi. Poteva sentire la presenza di Reno. Il suo tenebrae gli stava inviando le informazioni necessarie.

«L'ancora potrebbe essere qualsiasi cosa» disse infine. «Un oggetto o persino una persona. Dobbiamo esplorare questo ospedale e raccogliere quante più informazioni possibili.»

Ada annuì. «Dovremo mimetizzarci. Non possiamo girare vestiti così, attireremmo troppo l'attenzione.»

Dopo alcuni secondi, il figlio di Cragar aggiunse: «Reno dice che l'entrata della faglia dovrebbe trovarsi da qualche parte in questa stanza.»

Havel ghignò, indicando l'armadio aperto. «Beh, sembra che il Fato sia dalla nostra parte quest'oggi. Guardate cosa ho trovato.»

All'interno dell'armadio, appesi in modo ordinato, c'erano diversi camici da pazienti dell'epoca. Ada e Shirei si avvicinarono, poi la figlia di Rutia spostò gli indumenti di lato e rivelò una luce azzurra.

Maschere Immortali: La ProfeziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora