C'era qualcosa di profondamente sbagliato.
Gli occhi viola di Shirei scrutarono la stanza familiare dell'ospedale di Colorno, ogni dettaglio esattamente come lo ricordava dal giorno precedente.
Fu in quel momento che la realizzazione lo colpì.
La faglia temporale si era riavviata, cancellando gli eventi della notte precedente come se non fossero mai accaduti. Shirei rimase immobile per alcuni istanti, il suo volto una maschera di calma che celava il tumulto interiore.
Ada fu la prima a reagire per davvero. I suoi occhi grigi si spalancarono, riflettendo il terrore che le attraversava l'anima, una paura troppo grande per essere dovuta alla faglia. In un istante, la giovane semidea balzò in piedi, il suo corpo snello e muscoloso teso come una corda di violino.
«No», sussurrò con voce rotta. «No, no, no!»
Si strinse i capelli scuri con le mani, quasi al punto da strapparli.
Le sue grida risuonarono nella stanza, un lamento straziante che fece sussultare il figlio di Cragar. Ada tremava con violenza, le sue gambe cedettero e si accasciò nell'angolo della stanza. Indietreggiò contro il muro in preda all'esaurimento, rannicchiandosi come se potesse in qualche modo sfuggire a quella realtà crudele in cui si trovavano.
Havel si precipitò con prontezza verso di lei, avvolgendola in un abbraccio protettivo. Le sue braccia muscolose la strinsero con forza. Shirei non capiva e si sentiva escluso, ma la voce di Marina risuonò nella sua testa e gli impose di non fare domande. Quello era perfettamente il caso che la ragazza gli aveva spiegato, doveva sapere quando manifestare i suoi dubbi e quando, invece, tacere.
«Shh... va tutto bene, Ada.»
Havel le accarezzò i capelli e continuò a stringerla a sé. «Siamo qui. Siamo insieme. Sei al sicuro.»
La figlia di Rutia aveva il fiato corto, segno che fosse in crisi, «Io... io... n-on voglio tornare lì.»
«Non tornerai mai più lì, ora la tua casa è al Parco dei Gigli.»
Ada alzò gli occhi lucidi verso il figlio di Sidal.
«Al parco?»
«Sì, al parco», annuì, «Con me e con i Fiori d'Equinozio.»
Shirei trovò inutile perdere tempo, distolse lo sguardo dalla scena e si concentrò sull'analisi della faglia. La sua comprensione del luogo era limitata, così come le leggi che lo governavano. Perché si era riavviata? Cosa avevano fatto o non fatto per innescare il reset? Le domande si affollavano nella sua mente come corvi affamati.
"Reno, ho bisogno di te."
Il tenebrae rispose subito alla sua chiamata, manifestandosi nella stanza dopo essere uscito dall'Inframondo.
Ada alzò lo sguardo verso di lui, le lacrime che le rigavano il viso pallido. Havel lo fissò «Come puoi essere così calmo?» chiese, il tono accusatorio era piuttosto evidente. «Non capisci che la tua compagna sta male?»
Shirei si avvicinò, inginocchiandosi di fronte ai compagni. I suoi occhi viola brillavano con intensità.
«Siamo vivi, tutti e tre. Ada non è nelle condizioni per risolvere questo mistero e tu sai cosa le sta succedendo. Questa faglia temporale è un ostacolo per lei. L'aiuterò eliminando il problema, ma non posso rimanere fermo se voglio farlo.»
Havel rimase a guardarlo, forse più sorpreso che innervosito. Infine annuì e spostò la sua mano per accarezzare la schiena della ragazza.
«Non pensavo di dirlo, ma non hai tutti i torti.»
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Maschere Immortali: La Profezia
FantasyQuando il sangue divino scorre nelle tue vene, i mostri ti danno la caccia fino a quando non sei morto. Questa è la dura realtà che ogni semidio deve affrontare ogni giorno. Marina è una di loro e, per questo motivo, ha dovuto lasciare la sua casa q...