|Chapter forty four|

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Questo è probabilmente il mio capitolo preferito e sono davvero contenta (ed è anche il mio compleanno oggi), quindi spero vi piaccia quanto piace a me

E se vi va, quando trovate questo simbolo () fate partire questa canzone: Another Love (Piano Version)

Novembre era alle porte e la situazione nel mondo magico era sempre più grave. Ogni giorno più attentati, più morti, più prigionieri al Manor.

Elizabeth pranzò con sua madre nella sua stanza, cercando di non pensare alle ultime settimane. Draco stava meglio, aveva ripreso a mangiare, ma anche a combattere.

"Elizabeth" la richiamò sua madre.

"Cosa?"

"Ti ho chiesto se hai finito" disse, indicando il piatto davanti a lei.

Lei annuì e distolse nuovamente lo sguardo.

"Cos'è successo a Hogsmeade?" chiese titubante, guardando fuori la grande finestra.

Anna esitò, poi si sedette accanto a lei.

"Ha lanciato uno schiantesimo a una ragazzina" mormorò, prendendo la sua mano. "C'erano tanti mangiamorte accanto a lui, si aspettavano che la uccidesse.."

Elizabeth rimase in silenzio, il cuore le batteva forte nel petto. Non era sicura di voler sapere. Non era sicura che lo avrebbe sopportato.

"Lo ha fatto?" chiese infine.

Anna sorrise tristemente, tirando a sé il corpo della figlia. "No, ma è stato punito per questo... Due minuti di Cruciatus."

Elizabeth chiuse gli occhi, sforzandosi di non piangere.

Una parte di lei lo sospettava: le sue mani continuavano ad avere spasmi e sembrava sempre sul punto di svenire; il colorito giallastro della sua pelle e l'attaccamento che aveva sviluppato nei suoi confronti, adesso avevano un senso.

Aveva paura che le facessero del male, come avevano fatto a lui.

Quando tornò nella sua stanza, lui era appena uscito dal bagno; aveva i capelli bagnati e indossava solo un paio di pantaloni sportivi.

Si soffermò su alcune cicatrici che aveva sul petto, erano nuove.

"Come stai?" gli chiese, abbracciandolo.

Lui la strinse forte contro il suo petto, poggiando il mento sui suoi capelli.

"Adesso bene" sussurrò.

Lei alzò la testa, studiando i suoi tristi occhi grigi, e rimase immobile finché lui non la baciò.

La sua mano scivolò lungo la sua gola, mentre la spingeva delicatamente sul letto. Lei avvolse le dita tra i suoi capelli e chiuse gli occhi, godendosi il momento. Lui si mosse dentro di lei lentamente, imprimendo nella sua memoria ogni sua espressione, ogni suo gemito. Mentre lei iniziava ad ansimare, la sua velocità aumentò. Lei si inarcò e lui le sollevò la gambe, concentrando la tensione più in alto. I suoi occhi grigi la guardarono, mentre lei crollava sotto di lui. Lui aumentò le spinte e chiuse gli occhi per un momento, prima di seppellire il viso sulla sua spalla, gemendo.

Si scostò da lei e tirò il lenzuolo sopra di loro. Lei alzò la mano e fece scorrere le dita sulla sua guancia arrossata.

"Ho parlato alle stelle di te" sussurrò lei. "Ho letto questa frase in così tanti libri e ho sempre pensato fosse una cosa romantica, ma alquanto stupida. Poi ho incontrato te."

Lui sorrise, tirandola più vicino al suo corpo. "Spero che tu abbia detto loro solo cose belle."

Elizabeth chiuse gli occhi, poggiando la fronte alla sua, e sorrise.

Portami a contare le stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora