|Chapter nineteen|

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Giugno era arrivato, ma per gli studenti del quinto anno voleva dire solo una cosa: G.U.F.O.

Quell'atmosfera di ansia cancellò dalla mente di Elizabeth quasi tutte le preoccupazioni e i pensieri riguardo sua madre. Doveva solo concentrarsi nello studio, superare gli esami e pensare a Draco.

Draco... Stava dimenticando qualcosa, ma cosa?

"No!" Elizabeth si alzò velocemente dal letto e rischiò anche di uscire in pigiama per la fretta.

Indossò la sua divisa e iniziò a correre tra i corridoi, con uno strano pacchetto tra le mani.

Doveva raggiungere la torre di astronomia prima dell'inizio delle lezioni e prima che ci arrivasse Draco; ma quando arrivò, lui era già lì e si buttò a peso morto tra le sue braccia.

"Buon compleanno!" gridò, consegnando il suo regalo per lui.

Odiava fare i regali, non era per niente brava a farli; ma soprattutto odiava vederli scartare davanti a lei, non voleva vedere la sua espressione nel caso non gli fosse piaciuto.

Draco aprì il pacchetto verde, trovando un bracciale d'argento con su incisa la costellazione del Drago.

"Ti piace...?" chiese Elizabeth. "Non ti piace...?"

Draco rise e l'abbracciò.

"Mi piace tantissimo" rispose, baciandole il collo. "Ora lascia che ti ringrazi."

Andarono nella sua stanza e lui iniziò a baciare ogni parte di lei. Accarezzando ogni centimetro di pelle, mordendo ogni muscolo.

Non si sarebbe mai stancato di lei.

La spinse delicatamente sul letto e si posizionò tra le sue gambe. Le tolse il reggiseno e le baciò i seni, il ventre, le cosce.

Ogni parte del suo corpo era sua.

Si spinse dentro di lei, assaporando ogni momento, e lei strinse le gambe intorno alla sua vita.

Chiedeva di più, lo pretendeva.

La mano di lui le accarezzò il seno, soffermandosi con il pollice sul capezzolo. Le sue spinte erano lente, ma potenti.

Desiderava che lei lo supplicasse, che inarcasse i fianchi per chiedere di più. Lei lo fece e lui gemette. Le bloccò i polsi con le mani e aumentò l'intensità delle sue spinte.

"Mia. Sei mia" gemette, mordendole il labbro inferiore.

"Sono tua."

~

Una settimana dopo, alle nove e mezzo furono richiamati, una classe alla volta, nella Sala Grande.

I tavoli delle quattro Case erano spariti, sostituiti da banchi singoli, rivolti verso il tavolo degli insegnanti, occupato dalla professoressa McGranitt.

"Potete cominciare" annunciò lei, quando si furono tutti seduti in silenzio, e si voltò verso un'enorme clessidra posata accanto a lei sul tavolo.

Col cuore in gola, Elizabeth voltò il suo foglio: iniziavano i G.U.F.O.

Il primo esame scritto andò bene.

Dopo aver pranzato, tutti gli studenti del quinto anno si riunirono in una piccola stanza accanto alla Sala Grande, dove rimasero in attesa di essere chiamati per l'esame di pratica.

Elizabeth fu la prima tra i suoi amici ad essere chiamata, visto che si seguiva l'ordine alfabetico.

"In bocca al lupo" sussurrò Draco.

Portami a contare le stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora