|Chapter Forty Seven|

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"Liz, non farmi questo"

"Per favore, non lasciarmi"

"Fanculo, Liz, apri gli occhi"

Il cielo era tempestoso, come se anche lui sapesse cose sarebbe successo nel mondo magico.

Draco non aveva lasciato la mano di Elizabeth neanche per un istante, mentre lei era incosciente nel letto da ormai tre giorni.

Dormiva inginocchiato accanto al letto, per paura di poterle fare del male mentre dormiva; le passava un fazzoletto di stoffa sul viso per far scendere la febbre; le faceva ingoiare pozioni su pozioni per curarla.

Si prendeva cura di lei con tutto se stesso, ma non era abbastanza; lei non si svegliava.

Era distesa sul letto: i suoi capelli le incorniciavano il viso, il pallore era innaturalmente giallastro e le labbra avevano raggiunto un colorito biancastro.

Se Draco non avesse potuto sentire il suo respiro, avrebbe pensato fosse morta.

Il pugnale non le aveva colpito organi vitali, era una ferita molto semplice da curare per un medimago, ma Elizabeth continuava a non reagire.

Lui le cambiava le bende sulla ferita due volte al giorno, applicando essenza di dittamo per non far rimanere nessuna cicatrice e voleva farlo sempre lui. Non faceva avvicinare nessuno, se non Anna e la medimaga, a lei.

"Per favore, svegliati mia Liz" le sussurrava dolcemente, mentre le accarezzava i capelli.

Anna gli portava dell'acqua e del cibo, Narcissa cercava di farlo uscire a prendere un po' d'aria. Ma lui rimaneva lì, con la mano in quella di lei, come se avesse paura che, se solo si fosse allontanato, lei sarebbe sparita.

Passò una settimana.

Un'altra settimana di vuoto, di assenza.

Le linee sotto gli occhi di Draco erano sempre più scure per la mancanza di sonno. La cicatrice sul ventre di Elizabeth era completamente sparita e aveva ripreso colore sulle guance.

Sembrava stare bene, semplicemente addormentata.

"Non vuole svegliarsi" disse Anna, poggiando una mano sulla spalla del ragazzo, seduto alla fine del letto.

Lui si voltò, guardando la donna confuso.

"Quando era piccola, si nascondeva sotto le coperte e fingeva di dormire quando era triste. Si nascondeva, perché la paura di aver deluso i suoi genitori la paralizzava. Credo stia facendo la stessa cosa adesso."

Draco riportò l'attenzione sul viso di Elizabeth. "Si nasconde?" chiese, stringendo più forte la mano di lei.

"Non perché lo voglia, ma semplicemente perché è quello che ha imparato a fare quando non si sente al sicuro" rispose lei, un sorriso triste si faceva spazio sul suo volto. "Penso che una parte di lei, stia cercando di proteggerla."

Una lacrima scese sul viso di Draco, che l'asciugò immediatamente con il pollice. Non avrebbe dovuto prendere lei quel pugnale, per cosa poi? Per salvare persone che nell'ultimo anno l'avevano solo trattata male, nonostante lei avesse sempre cercato di proteggerli.

Ma lui dava la colpa a se stesso.

Se solo l'avesse tenuta un po' più stretta; se solo non fosse andato a chiamarla quel pomeriggio.

"Perché lo ha fatto, Anna?" chiese, con le lacrime agli occhi.

"Quando le emozioni iniziano a ribollire nella sua mente e la paura lascia che l'oscurità la consumi, la bambina fragile lascia spazio alla coraggiosa Grifondoro. Proteggerà sempre ferocemente le persone che ama, qualsiasi sia il costo."

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