|Chapter seventeen|

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Quando si svegliò, era già sera.

Draco era nella stessa posizione e le teneva ancora la mano, giocando con le sue dita.

Elizabeth rimase a guardarlo, studiando ogni particolare del suo viso.

E poi lui la guardò e tutte le sue paure si attenuarono.

C'era ansia nei suoi lineamenti, come se si aspettasse di vederla spezzarsi davanti ai suoi occhi da un momento all'altro.

Ma non disse nulla, non chiese nulla, rimase lì in silenzio.

Elizabeth si alzò delicatamente, appoggiandosi sui gomiti, e lo baciò.

Tutto quello a cui riusciva a pensare era come volesse essere toccata da lui, sentire il suo corpo sopra di lei, il suo calore irradiarsi in lei.

Le sue mani percorsero il suo corpo, tirandolo sempre più vicino finché non fu schiacciata contro di lui.

Draco si fermò per un qualche breve instante, poi entrò dentro di lei con una forte spinta.

Continuava a guardarla, voleva imprimere quel ricordo nella sua mente; non l'avrebbe mai dimenticata.

Era determinato a dimostrarle cosa fossero, assicurarsi che lei sapessi che lui desiderava solo farla star bene.

"Sei mia" sussurrò mordendole possessivamente il collo.

"Sono tua" gemette lei, mentre sentiva il corpo cedere.

Altre spinte veloci e entrambi si sentirono svuotati l'uno dall'altro.

Draco si spostò da sopra di lei e intrecciò le dita con le sue; e lei fu di nuovo tra le sue braccia, il viso poggiato sul suo petto, all'altezza del cuore.

E pensò che forse aveva ragione, forse il cuore di Draco batteva davvero solo per lei, perché quello di Elizabeth, ne era sicura, batteva solo per lui.

~

Quando Ginny entrò nella sua stanza, non fu molto contenta di trovare Malfoy mezzo nudo nel letto della sua amica e rimase con il broncio la maggior parte del tempo del giorno dopo.

"Ginny, ti ho chiesto scusa" disse Elizabeth in tono implorante.

Ma lei non rispose, sbuffò e si sedette su un poltrona vicino a Ron, nella sala comune di Grifondoro.

"Cos'hai fatto a mia sorella, Eli?" chiese lui, con un tono ironico.

"Abbiamo preso una decisione!" dissero all'unisono i gemelli Weasley, uscendo dal quadro della signora grassa.

Elizabeth sospirò di sollievo; l'attenzione non era più rivolta a lei.

"Quale?" chiese Ron, confuso.

"Abbiamo deciso che non c'importa niente di finire nei guai".

"Perché, vi è mai importato?" chiese Harry.

"Certo" rispose George. "Non ci hanno mai espulso, no?"

"Abbiamo sempre saputo qual era il limite" disse Fred.

"E invece adesso?" chiese Elizabeth.

"Be', adesso..." disse George.

"dato che Silente non c'è più..." aggiunse Fred.

"riteniamo che un po' di confusione..." e ancora George.

"sia proprio quello che si merita la nostra cara Preside" concluse Fred.

"Assolutamente no! Ne approfitterebbe per espellervi!" disse Hermione.

"Non c'interessa restare qui. Ce ne andremmo in questo istante, se prima non volessimo dimostrare il nostro sostegno a Silente. Ragion per cui..." e controllò l'orologio, "sta per cominciare la Fase Uno. Se fossi in voi, per pranzo farei in modo di trovarmi nella Sala Grande, così gli insegnanti non potranno accusarvi di essere coinvolti."

Portami a contare le stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora