|Chapter thirty six|

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Il cielo di Hogwarts era sempre più azzurro e il sole più caldo, ma questi segni dell'avvicinarsi dell'estate non contribuirono a migliorare l'umore di Elizabeth.

Nonostante l'armadio fosse pronto, non era sollevata; ed era ovvio, considerando il profondo senso di colpa nell'aver contribuito a far entrare altri mangiamorte.

"Rilassati, Liz" le disse Draco, mettendole un braccio intorno alle spalle.

Passeggiavano tra i corridoi del castello, dopo pranzo, diretti al giardino. La scuola era mezza vuota, visto che molti studenti erano impegnati a sostenere l'esame di Materializzazione, e pensarono fosse carino godersi il sole primaverile.

"Oh...ciao" sussultò Elizabeth, dopo essersi scontrata con due ragazze, che abbassarono la testa e se ne andarono senza dire nulla.

"Non sono molto gentili" borbottò Draco, tirando il corpo della ragazza più vicino.

"Parla mister gentilezza" sorrise Elizabeth. "Sono le sorelle Montgomery, non hai sentito quello che è successo al fratello minore?"

"A dire il vero, ho perso un po' il filo di quello che sta succedendo ai parenti degli altri" rispose Draco. "Sai, Liz, ho avuto da fare."

"Lo so" sospirò lei. "Be', è stato attaccato da un lupo mannaro. Gira voce che la madre si sia rifiutata di aiutare i Mangiamorte."

Draco abbassò lo sguardo, rallentando il passo. "Sta bene?" chiese titubante.

"È morto" rispose secca Elizabeth. "Aveva solo cinque anni."

"È morto?" le fece eco Draco, sconvolto. "Qual è il nome del lupo mannaro?"

Elizabeth sorrise tristemente, prendendogli la mano che sporgeva dalla sua spalla.

"Chi è il pazzo a cui piace attaccare i bambini?" chiese sarcastica. "Nessun idea? Amico di famiglia, minacciare il signor Sinister..."

"Fenrir Greyback" rispose Draco, fermandosi sui suoi passi. "Mi dispiace."

Elizabeth scrollò le spalle sospirando. Non c'era motivo di scusarsi, lui non centrava nulla. Era in quella situazione esattamente come lei; conoscere quell'assassino personalmente non lo rendeva più colpevole di quanto non fosse anche lei.

Niente di tutto questo era colpa tua, Draco.

"Elizabeth!"

La ragazza si voltò, guardando Hagrid camminare verso di lei con una lettera tra le mani.

"Ciao!" esclamò. "Cosa succede? Stai bene?"

Hagrid tirò su con il naso e sventolò la busta che aveva in mano. "Puoi dare questa a Harry?" le chiese. "Se ti fa piacere, puoi venire anche tu" concluse andandosene.

"Strano" sussurrò Draco.

"Già" annuì Elizabeth, guardando la busta appena ricevuta. "Meglio che vada, allora. Ci vediamo a Pozioni."

Draco le tolse il braccio dalla spalla e le lasciò un bacio sulle labbra. "Ti aspetto" sussurrò, accarezzandole una guancia.

"Lo fai sempre" sorrise lei, lasciando uscire infine il suono di una risata genuina.

Si incamminò nei giardini, dove, aveva visto da una delle grandi finestre, Ron, Harry e Hermione erano a godersi il sole.

"Non è Lavanda" sentì Hermione dire stancamente, indicandola con la mano. "È solo Eli" ribadì a Ron, che subito apparve sollevato.

"Hagrid mi ha chiesto di consegnarti questo" disse gentilmente rivolta a Harry, consegnandogli la lettera.

"Cos'è?" chiese, iniziando ad aprirla.

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