|Chapter Fifty one|

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Qualcuno era entrato nella camera blindata di Bellatrix Lestrange alla Gringott e il Signore Oscuro era furioso.

Aveva ordinato a vari mangiamorte di andare con lui, tra cui Elizabeth e Draco.

"Prendi la mia bacchetta" disse Narcissa a Draco.

"Non ti lascerò indifesa, madre" protestò lui.

"Io sarò al sicuro qui, ma tu no" insistette lei, porgendo al figlio la sua bacchetta. "Se non per te, prendila per proteggere Elizabeth."

"Io non ho bisogno di prot-" Elizabeth si bloccò dopo aver ricevuto un occhiataccia da Narcissa; le sue parole erano solo un modo per convincere il ragazzo a prendere la bacchetta. "Volevo dire...dovresti prenderla Draco, non sappiamo cosa aspettarci."

Il ragazzo annuì riluttante e la prese, lasciando un affettuoso bacio sulla guancia della madre.

Dopo essere usciti fuori dal Manor, si smaterializzarono alla Gringott.

Si trovarono in una stanza male illuminata, dove alcuni mangiamorte erano già disposti a semicerchio. Lucius Malfoy fece cenno a Draco di avvicinarsi e loro lo raggiunsero.

Al centro, Voldemort era furioso e ai suoi piedi era inginocchiata una piccola creatura scossa dai brividi.

"Che cosa hai detto?"

La sua voce era acuta e fredda, mentre il folletto tremava, incapace di incrociare lo sguardo rosso sopra di lui.

"Ripetilo!" mormorò Voldemort. "Ripetilo!"

"M-mio Signore" balbettò il folletto, gli occhi neri dilatati dal terrore, "m-mio Signore... noi a-abbiamo cercato d-di fermarli... im-impostori, mio Signore... si sono... si sono ins-sinuati n-nella c-camera Lestrange..."

"Impostori? Che impostori? Credevo che alla Gringott sapeste come smascherare gli impostori. Chi erano?"

"Erano... erano... il r-ragazzo P-Potter e d-due c-c-complici..."

'Hermione e Ron', pensò Elizabeth.

"E cos'hanno preso?" domandò, alzando la voce. "Dimmelo. Che cos'hanno portato via?"

"U-una p-piccola c-coppa... d-d'oro, m-mio Signore..."

Un urlo di rabbia, di rifiuto, uscì da Voldemort come se fosse impazzito: era fuori di sé, come se avesse perso qualcosa di un profondo valore, un pezzo di sé.

La Bacchetta di Sambuco tagliò l'aria e una luce verde schizzò nella stanza. Il folletto inginocchiato cadde, morto, e altri si dispersero terrorizzati: Bellatrix e Lucius Malfoy ne travolsero alcuni nella loro fuga verso la porta, e la sua bacchetta calò di nuovo, e coloro che erano rimasti furono trucidati, tutti, per avergli portato quella notizia, per aver saputo della coppa d'oro.

Solo tra i cadaveri, marciava avanti e indietro, silenzioso e pensieroso.

Perché era così importante quella coppa? Non poteva importargli molto dell'oro, aveva tutto ciò che voleva.

C'era dell'altro. Era...spaventato, forse? Come se temesse che Harry avesse scoperto qualcosa. Ma cosa? Il segreto del suo potere, suppose Elizabeth. Il potere della sua immortalità.

Solo in quel momento, ricordò la notte in cui andò, insieme a Harry, al funerale di Aragog, il ragno di Hagrid. Harry prese un ricordo da Lumacorno...un ricordo che riguardava Voldemort, qualcosa che Lumacorno gli aveva confidato. Qualcosa di cui si vergognava.

"Il ragazzo potrebbe tentare di tornare al castello" disse, con voce calma, Voldemort. "Bisogna avvisare Severus e spiegargli il motivo" aggiunse, guardando Bellatrix e Lucius. "O forse..." continuò, scalciando via il corpo del folletto, "...sarebbe sciocco. È stato un grave errore fidarsi di te, Bellatrix, e non mi aspettavo che una delusione da un Malfoy; la vostra stupidità e negligenza mi hanno dimostrato quanto è incauto, sempre, fidarsi" concluse, sparendo nel nulla.

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