Capitolo 13

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 Vengo distratta dai miei pensieri perché sento qualcuno entrare nei camerini e, forse, è un bene, perché quando comincio a pensare comincio a crogiolarmi nel mio dolore e nelle mie paranoie. Ma quando alzo gli occhi dal pavimento e vedo Damiano, penso che forse sarebbe stato meglio continua a pensare.

"Bella la canzone. Dopo una settimana hai già trovato chi ti è scoppiato dentro al cuore" affermo con un tono di ironia, ma allo stesso tempo gelosia, nella voce.

"Non ho trovato nessuno. Ho te e questo mi basta" risponde accovacciandosi ai miei piedi, poi mi poggia due dita sotto il mento e mi alza il viso per guardarmi negli occhi.

"Credo tu abbia sbagliato persona. Io sono nessuno. Con me non hai nessuna storia" ripeto le sue parole di una settimana fa e ogni volta, riascoltarle, fa male al cuore.

"La smetti?" - mi chiede - "E' una settimana che stiamo vicini e non ci parliamo. Cosa devo fare per farmi perdonare" e stavolta mi sta implorando.

"Nulla, non c'è bisogno di nulla. Non ho bisogno di te. E non avrò bisogno di te nemmeno se dovessi scoprire di aspettare un bambino, dopo la tua dimostrazione di mascolinità" alzo il tono della voce, mentre cerco di trattenere le lacrime.

"Nessuna dimostrazione di mascolinità. Non ho mai avuto bisogno di concludere il nostro rapporto dentro di te. Lo vuoi capire che mi sono innamorato di te o no?" confessa e in quel momento sento un brivido scorrere lungo la mia schiena, ma non sarà la sua confessione a convincermi a perdonarlo.

Sentirglielo dire, però, fa un certo effetto. Non me l'aveva mai detto, qualche volta aveva provato a farmelo capire con qualche gesto, sussurrandomi una frase di qualche canzone, come aveva fatto nei camerini dell'Ariston dopo aver cantato 'Amandoti' sul palco, ma non era mai stato così esplicito.

L'avevo sentito dalla bocca di Victoria, ma mai dalla sua, e questo mi rende ancora più vulnerabile di prima. Respiro e cerco di riprendermi dalla sua dichiarazione, ma non posso rendergli la vita facile.

"Tu innamorato di me? Ma chi vuoi prendere in giro?" - gli chiedo, poi mi alzo dalla sedia e cerco di non toccarlo, siccome è ancora lì, seduto per terra - "Se fossi stato innamorato di me, non mi avresti definita nessuno sul palco. Ricordatelo!" esclamo e poi lo lascio lì, magari riuscirà a capire come mi sono sentita quando lui mi ha definita nessuno. Perché è nessuno che in questo momento deve sentirsi. Un nessuno che mi fa fin troppo caldo, ma devo dimostrargli che non mi fa né caldo, né freddo, per non permettergli di avere la meglio su di me. Perché anche gli uomini piangono e lui ce l'ha anche scritto sulla pelle, con un tatuaggio sulle costole, e, forse, è meglio che cominci a piangere un po'.

E prometti domani a tutti parlerai di me || Måneskin || Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora