Capitolo 23

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"Damiano sei a casa?" chiede la voce di una donna dall'altra stanza.

Mi alzo velocemente dal letto, lasciandolo lì, in balia dei miei baci, mentre gli spunta un sorriso sul volto. Il sorriso di chi avrebbe voluto continuare, il sorriso di chi è stato interrotto, il sorriso di chi stava per essere beccato. Dopo qualche secondo mi segue a ruota e si alza anche lui dal letto, facendo finta di sistemarsi. Mi guarda dalla testa ai piedi e lo stesso faccio io, credendo di avere qualcosa fuori posto.

"Siamo diventate Heidi!" mi sussurra all'orecchio e scoppia a ridere.

Mi volto per guardarmi allo specchio e noto due gote rossissime sul mio volto. Nonostante non ci abbia visto nessuno, il solo sentire la voce di sua madre dall'altra stanza mi ha imbarazzata e vorrei nascondermi pur di non farmi vedere.

"Si, mamma. Sono in camera" afferma e poi mi guarda ancora una volta.

Vorrei farlo estinguere, ma non mi è stato ancora dato questo dono. Sapevo non sarei dovuta venire, sapevo che i suoi sarebbero tornati, ma mi sono lasciata convincere e adesso ne pago le conseguenze. Conseguenze che ho scelto di pagare quando mi sono innamorata di lui e conseguenze che continuerò a pagare fin quando lui sarà al mio fianco perché io, a Damiano David, non so resistere, e lui lo sa bene.

"E menomale che non sarebbero tornati" affermo scrutando la camera per cercare un posto in cui nascondermi.

"Ho calcolato male i tempi" - alza le spalle in segno di resa - "Pensa che nei miei piani c'era anche qualcosa in più da fare con te" - mi sussurra all'orecchio provocandomi un brivido lungo la schiena - "Lì sopra" - continua indicando il letto dove fino a poco fa eravamo distesi - "E sai bene qual è la mia durata" termina il suo discorso e scoppia a ridere, mentre io sono un completo fascio di nervi.

"Ah, ma non sei solo!" afferma sua madre dopo averci raggiunti in camera.

"Eh..." - fa fatica a parlare anche lui perché continua a fissarmi e ridere senza farsi accorgere da sua madre e quando mi guardo allo specchio capisco perché: sono rossa come un peperone - "Mamma lei è Rebecca, la mia stylist..." - afferma - "...cioè dei Måneskin" si corregge quando si accorge di aver omesso un piccolo dettaglio.

"È un piacere conoscerti Rebecca" - allunga la mano verso di me ed io mi avvicino, cercando di non cadere ed evitare l'ennesima figura di merda, per stringerla con la mia - "Io sono Rossella" - afferma - "E complimenti per i look che scegli per i ragazzi" conclude ed io le sorrido.

Cade il silenzio dopo questa breve presentazione e i complimenti della madre di Damiano per il mio lavoro. C'è uno scambio di sguardi tra i due che non riesco a comprendere, anche perché al momento sono la terza incomoda ed è sempre difficile capire i discorsi fatti di sguardi tra madre e figlio.

"È la prima volta che ti vedo. Prepari anche la valigia ai tuoi assistiti?" mi stuzzica ad un certo punto Rossella alludendo alla valigia poggiata ai piedi del letto che Damiano ed io stavamo preparando prima di occuparci a fare altro.

"Il mio lavoro è dietro le quinte. Damiano mi ha chiesto di accompagnarlo prima di dirigerci dagli altri" spiego, anche se so che non è a lei che devo spiegare perché sono qui.

È casa sua, senza alcun dubbio, ma non spetta a me decidere il momento nel quale comunicare a sua madre e alla sua famiglia chi sono realmente, è un compito che deve assumersi Damiano e lo farà quando se la sentirà di farlo. Come sempre, nella nostra relazione non esistono costrizioni e non esisteranno mai.

"Allora vi lascio per finire ciò che stavate facendo" asserisce sua madre e Damiano ed io ci guardiamo negli occhi e ci sorridiamo, ripensando a quello che stavamo facendo prima che arrivasse sua madre.

E prometti domani a tutti parlerai di me || Måneskin || Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora