Mi sono sempre chiesta quanto bisogna soffrire nella vita prima di trovare la felicità, ma non una felicità passeggera. Io ho bisogno di trovare la vera felicità e sono disposta a soffrire prima di poterla raggiungere del tutto, ma credo di aver sofferto abbastanza da meritarmi un briciolo di felicità. Credo che il periodo che sto attraversando sia uno dei peggiori che io abbia mai avuto in vita mia. E in tutto questo non sono comprese le discussioni con Damiano. Quelle sono l'ultimo dei miei problemi perché sono scatenate da ciò che ci accade intorno, sono scatenate dallo stress, dalla rabbia per il non riuscire a scoprire chi stia cercando di farmi del male. Perché tutto inizia e finisce lì, perché so che se dovessimo scoprire di chi si tratta, non avremmo inutili discussioni da affrontare. Resta, però, il fatto che lui si stia comportando da bambino immaturo e ciò che mi ferisce di più è proprio il suo comportamento, il suo reagire in modo sbagliato alle mie accuse e quella foto ricevuta qualche ora fa ne è la dimostrazione. Anziché provare a curarmi, Damiano ha preferito affossarmi ancora di più e forse è questo che non riuscirò a perdonargli, ma tutta questa sofferenza, sono certa, mi porterà ad un briciolo di felicità. Forse non ora, ma ci sarà il momento in cui potrò urlare al mondo di essere felice, con o senza di lui al mio fianco.
L'ho lasciato lì, in sala prove con gli altri, senza aspettare una sua replica perché probabilmente sarebbe stata un'altra scusa e non ho più bisogno di scuse, al momento mi servono certezze e il vedersi con la sua ex non è assolutamente una certezza per me, soprattutto dopo il periodo che sto attraversando. È un ulteriore modo per affossarmi perché non basta lo stress per il lavoro e quello mentale per tutta la situazione che si è creata intorno a noi, ci si mette anche lui con la sua ex.
Stacco per un secondo la spina del mio cervello quando mi concentro sul parcheggio. Sono appena arrivata sotto casa mia e ogni volta che devo parcheggiare la mia auto è un casino. Non ho mai saputo parcheggiare e credo che questa cosa me la porterò a vita. Se ci fosse stato Damiano qui con me, adesso, mi avrebbe presa in giro e, alla fine, avrebbe parcheggiato lui per salvarmi dalla cosa che odio di più fare. Ma lui non c'è e chissà se mai ci sarà in futuro.
Prendo la borsa e la giacca, scendo e chiudo l'auto. Do un'occhiata al parcheggio effettuato e, stavolta, non è niente male. Con la pratica si migliora, se non fosse che faccio pratica da quasi dieci anni. Attraverso la strada, ma ho come la sensazione di non essere da sola. La stessa sensazione che ho provato qualche giorno fa dopo che Victoria mi aveva lasciata all'angolo della strada. La stessa sensazione di essere seguita, quella sensazione che mi sta perseguitando da un po'. Mi volto, prima a destra, poi a sinistra, ma anche alle mie spalle e non vedo nessuno. Cammino a passo svelto per raggiungere il portone, ma la sensazione che ci sia qualcuno alle mie spalle si fa sempre più viva e comincio a pensare sia solo una paura più che una sensazione, la paura che possa accadermi qualcosa. Ma la sensazione si trasforma in paura quando mi fermo fuori al portone del palazzo per cercare le chiavi nella borsa. Sento alle mie spalle un respiro profondo, poi un altro ancora e comincio a tremare. Ho così paura di voltarmi che, nonostante le mie mani stiano tremando senza fermarsi, riesco ad afferrare le chiavi e ad aprire il portone. Entro dentro in fretta e furia, ma quando mi volto per chiuderlo, dietro di me non c'è nessuno. Comincio a pensare che stia impazzendo, ma quel respiro caldo sul mio collo l'ho sentito davvero e non può essere stato frutto della mia immaginazione. Scappo verso le scale che mi portano fuori casa mia ed apro così velocemente la porta che mi manca l'aria quando sono dentro. La chiudo alle mie spalle e comincio a respirare, prima piano, poi più velocemente. Lascio cadere la borsa e le giacca ai miei piedi, mi passo nervosamente le mani tra i capelli e lentamente, la mia schiena scorre sulla porta. Mi siedo per terra e porto le ginocchia al petto. Scoppio a piangere per la tensione accumulata, per la paura, per la discussione con Damiano e perché questa situazione sta diventando così pesante che non riesco più a reggere. Le lacrime scorrono lente sul mio viso, comincio a torturarmi le mani e a respirare a fatica. Porto le mani alla gola per provare a fare qualcosa, per provare a respirare meglio, come se con le mie mani riuscissi a tenere a bada il respiro, ma senza alcun risultato.
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E prometti domani a tutti parlerai di me || Måneskin || Damiano David
Fanfiction'E prometti domani a tutti parlerai di me'. La trama di questa storia è tutta racchiusa in questa frase. Se vi va, dategli una chance #1 in Musica #1 in Band #1 in Måneskin #1 in DamianoDavid #1 in EthanTorchio #1 in Ventanni