Capitolo 50

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Chiudere, è questo il verbo più adatto al momento che sto attraversando. Chiudere con il passato, chiudere con ciò che mi ha ferita, chiudere con tutto ciò che mi ha portata a questo. Chiudere la porta di casa alle mie spalle è stato il gesto che mi ha fatto capire che, forse, le mie sofferenze potrebbero finire da un momento all'altro, anche se non so quanto possa essere vero. Ho chiuso la porta di casa mia tre giorni fa, ma sono a casa di Damiano da una settimana, dal giorno dopo la vittoria all'Eurovision, dal momento in cui abbiamo messo piede a Roma. Damiano mi ha accompagnata a casa a prendere alcune cose, poi il giorno dopo abbiamo cominciato a portare il necessario per cominciare la nostra convivenza. Ho chiuso casa e non so se mai ci rimetterò piede, quella casa che ho comprato poco più di tre anni fa grazie a tutti i sacrifici che ho fatto nel corso degli anni, ma soprattutto grazie al mio lavoro. Quella casa che mi ha reso così felice, che ha vissuto con me le mie vittorie e le mie sconfitte, ma anche i miei momenti bui. Quei momenti bui che negli ultimi mesi hanno sopraffatto i momenti di luce e che mi hanno portata ad andare via da qui. E, anche se non ci fosse stato Damiano, avrei comunque lasciato questa casa. Lo dicevo già da un po' e, prima o poi, sarei andata via, ma la proposta di Damiano di andare a vivere insieme mi ha spiazzata e allo stesso tempo mi ha dato la spinta necessaria per andare via.

Non ho ancora deciso cosa farò con la mia vecchia casa, non so se la venderò o resterà lì in attesa che questo caos passi. Non so cosa mi riserverà il futuro, ma sono certa che la nuova casa mi regalerà tante emozioni e mi permetterà di poter vivere a pieno Damiano. E da una settimana a questa parte sento questa casa già un po' mia, anche perché Damiano mi ha dato tutto lo spazio di cui avevo bisogno. Solo tre giorni fa abbiamo finito di portare la maggior parte delle mie cose e, nonostante i tanti impegni, ha sempre cercato di darmi una mano. Altre cose le ho lasciate a casa mia e, quando avrò bisogno, potrò andare a prenderle. Ma se non fosse stato per lui e per la band al completo, sarei ancora in alto mare a cercare di capire cosa portare e cosa no. L'ennesima conferma che i Måneskin sono la mia famiglia.

La convivenza procede molto bene, ma credo sia anche normale. Sono solo i primi giorni e ne abbiamo davanti tanti altri. Sia Damiano che io siamo poco a casa: lui è super impegnato con la band, io con il mio lavoro, per la maggior parte del tempo al loro seguito. Siamo sempre insieme, ma poco in casa e, non abbiamo notato ancora il cambiamento, anche perché prima che venissi a vivere a casa sua, passavamo, comunque, tante ore insieme. Fatto sta che, da quando mi sono trasferita qui, c'è stata calma piatta su tutti i fronti: nessuna chiamata, nessun messaggio, nessun inseguimento, nessun tentativo di persecuzione. Ma non voglio parlare troppo presto e trarre conclusioni affrettate. Non so se questo cambiamento porterà delle conseguenze, ma per il momento non voglio pensarci e voglio godermi la felicità di questo momento. Prenderla a piccole dosi per evitare possa finire prima del dovuto, come quando la Nutella sta per finire e anziché riempire il cucchiaino completamente, ne prendi poco per volta.

"Dam, allora io vado!" attiro la sua attenzione dopo essere uscita dalla nostra camera, se così posso definirla.

"Sei proprio sicura che non vuoi che ti accompagni?" mi chiede alzandosi dal divano in soggiorno per avvicinarsi a me.

"Sicurissima, so che, ormai, non ti importa possano scoprirci, ma finché possiamo goderci questa tranquillità perché dobbiamo affrettare le cose? Poi tu e Antonio non avete un rapporto idilliaco..."

"Proprio per questo avrei voluto accompagnarti, ma tu hai la testolina dura" afferma poggiando una mano sulla mia testa.

"Proprio perché voglio evitare che ti si annebbi la vista, vado da sola" ripeto per l'ennesima volta con la speranza che mi lasci andare.

Questa sera, Antonio Aiello terrà un concerto qui a Roma e, visto che i Måneskin non avevano impegni e gli avevo promesso che sarei andata appena possibile, ho deciso di raggiungerlo e di poter lavorare per lui, senza doverlo affidare a qualcuno del mio team, come fatto fino ad ora. Damiano non ha interferito, ma ha provato in tutti i modi a convincermi per accompagnarmi da quando l'ha saputo, senza averla vinta.

"E va bene, ma non tornare tardi e stai attenta!" - mi lascia un bacio sulla fronte e poi mi prende le mani - "E chiamami se dovessi avere bisogno di me..."

"Damià sto andando a lavoro, non in guerra" lo interrompo per cercare di riportarlo alla realtà.

"A lavoro per la persona sbagliata, sai che non mi fido".

"Sì, lo so. È da quando ti ho detto che sarei andata al suo concerto che mi ripeti questa storia. Stai tranquillo!" esclamo e poi gli lascio un bacio sulle labbra.

Mi allontano da lui per uscire di casa e lo vedo tornare a sedersi sul divano, mentre continua a guardarmi senza riuscire a staccare gli occhi.

"Dam, mi prometti che domani a tutti parlerai di me?" gli chiedo prima di uscire di casa e non so nemmeno io perché lo sto facendo, se solo qualche secondo fa gli ho detto di volermi godere ancora un po' di tranquillità prima di far sapere a tutti cosa siamo. A lui non importa più tenere nascosta la nostra storia, soprattutto dopo aver saputo dell'aggressione che ho subito, e nemmeno a me, ma sono così abituata a vivere il nostro amore dietro le quinte che non so se sono pronta ad affrontare tutto quello che sarà e allo stesso tempo gli sto chiedendo di parlare a tutti di me, citando la sua Vent'anni. Sono e sarò sempre un'eterna indecisa, ma è proprio il mio essere eterna indecisa che mi porta ad apprezzare di più le cose.

"Potrei citarti in giudizio per violazione del copyright..." scoppia a ridere ed io scuoto la testa - "...ma sì, parlerò di te a tutti. Domani, tra una settimana, tra un mese, quando vorrai. Io sono pronto a farlo e so che lo sei anche tu, ma adesso vai che se mi alzo di nuovo, non andrai più da nessuna parte..." lascia in sospeso la frase e corro verso di lui per lasciargli un altro bacio sulle labbra perché sentirgli dire di essere pronto a parlare di noi mi fa stare così bene. Fino ad ora ero stata sempre io quella che si sentiva più pronta, adesso lo è più lui, ma anche io so che, probabilmente, potrebbe essere il momento giusto. Ormai, viviamo insieme e potrebbero scoprirci da un giorno all'altro e prima che possano farlo, vorrei fossimo noi a confessare tutto.

"Ti amo!" esclamo prima di uscire di casa e chiudere la porta alle mie spalle, due parole che spero possano fargli capire che sì, ha ragione, anche io sono pronta a fare questo grande passo.  

E prometti domani a tutti parlerai di me || Måneskin || Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora