Capitolo 45

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Stare tra le sue braccia dopo aver fatto l'amore è la sensazione più bella che si possa mai provare e da più di un anno a questa parte, per me, è sempre la stessa. Non c'è mai stata una volta in cui non mi sia sentita amata dopo essere stata a letto con lui, non c'è mai stato un secondo in cui abbia pensato che stesse con me solo per sesso perché il tempo che mi dedica prima e dopo aver fatto l'amore, vale più dell'atto stesso. E vale più dell'atto stesso perché mi sento al sicuro tra le sue braccia, il mio corpo è invaso dalla felicità e sono così tranquilla che sarei disposta a rinunciare a tutto il resto pur di restare così per sempre. Il contatto dei nostri corpi, le sue braccia che mi stringono, le sue labbra che mi baciano la fronte e l'odore del fumo della sigaretta, che accende ogni volta, mi fanno sentire a casa e mi rendo conto di avere una routine che mi fa stare bene.

Ma per stare completamente bene con lui, dopo aver chiarito tutti i problemi che ci sono stati in questi giorni, ho bisogno di confessargli ciò che mi è accaduto. Damiano merita di saperlo, nonostante sin da subito ho pensato il contrario. Lui ha il diritto di sapere cosa stava per succedermi e ho già mantenuto per troppo tempo il segreto, costringendo Victoria a fare lo stesso. E non lo faccio perché voglio che questa cosa possa spingerlo a parlare di noi, ma perché sento di dover stare in pace con me stessa e godermi questa tranquillità ritrovata con lui con la coscienza pulita, certa di avergli detto tutto ciò che non sa, ma che avrebbe potuto sapere se solo il destino non si fosse accanito con noi.

"Ti devo parlare..." confesso lasciando la frase in sospeso e lui si volta subito verso di me per incontrare i miei occhi.

"Che succede?" mi chiede, poi si volta verso il comodino per spegnere la sigaretta nel posacenere e ritornare a guardarmi.

"Premessa..." mi allontano da lui e mi siedo con le gambe incrociate al centro del letto, mentre lui resta steso senza staccarmi gli occhi di dosso - "...non te ne ho parlato prima perché non ne avevo la forza e, forse, non ce l'ho nemmeno ora. Poi ero incazzata con te, ma meriti di sapere il vero motivo per cui ero a casa di Victoria quella notte" - trattengo il respiro per qualche secondo, lui non proferisce parola, ma mi prende la mano e la stringe tra le sue, come se sapesse che sto per raccontagli qualcosa che non è affatto bello - "Quando ho lasciato la sala prove, sono prima passata in ufficio e poi sono ritornata a casa e ho sentito ancora una volta quel respiro alle mie spalle, ma stavolta non mi è rimasto distante. Ti ricordi quando ho fatto quell'incubo?" - chiedo e lui annuisce - "Ecco, ho vissuto quell'incubo che non ti ho raccontato tutto, ma stavolta era reale" - le mani cominciano a tremare e Damiano se ne accorge. Si mette a sedere di fronte a me e le stringe forte tra le sue per fermarle - "Mi ha sbattuta contro il muro e mi teneva ferma la testa, mentre con l'altra mano mi toccava..." - stringo le palpebre per impedire alle lacrime di scendere lungo le mie guance, ma rivivere quella scena mi fa davvero male - "...è stato lì per qualche minuto, poi ad un tratto è scappato via, non ho più sentito le sue mani sul mio corpo. Mi sono voltata, ma non c'era già e in strada non c'era nessuno, quindi non è scappato perché qualcuno poteva averlo visto" concludo il mio racconto e incontro il suo sguardo, mi accorgo che qualche lacrima sta scorrendo sulle sue guance e lascio le sue mani per asciugarle. Gli accarezzo la guancia e lui poggia la sua mano sulla mia, la sposta e la stringe forte. Mi tira verso di lui e poggio la testa sul suo petto. In quel preciso istante scoppio a piangere perché mi trovo nel mio posto sicuro, quel posto in cui so di poter fare tutto, ma soprattutto il posto in cui so di poter mostrare le mie debolezze.

"Ti ho cercata per tutta la notte perché sapevo di aver fatto una cazzata a lasciarti da sola, mi sentivo in colpa ed ora che so quello che ti è accaduto mentre io ti stavo cercando, mi sento ancora peggio" confessa e ciò che pensavo si è avverato: così come Victoria, anche lui si sente in colpa ed è l'ultima cosa che avrei voluto.

E prometti domani a tutti parlerai di me || Måneskin || Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora