Capitolo 56

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 La tranquillità e la calma non sono mai destinate a durare tanto, lo so per esperienza. Lo so perché nel corso della mia vita ho dovuto affrontare così tante volte il caos, per poi godermi un po' di tranquillità, svanita sul nascere. Lo so perché in questo ultimo periodo ho affrontato alti e bassi, ma i periodi di calma e tranquillità sono durati sempre meno del caos. Un caos che ha caratterizzato la mia vita, un caos a cui devo mettere fine, un caos che mi ha stravolta e continua a farlo. Quel caos che non mi ha fatto dormire la notte, quel caos che mi ha svegliata anche questa mattina. Quel caos destinato a rovinare la bella serata trascorsa ieri. E il mio caos, da mesi a questa parte, ha un solo nome: Antonio Aiello. E averlo scoperto non mi rende la vita più semplice, anzi.

Apro gli occhi di scatto perché sento la sua voce così vicina, come mai l'avevo sentita a casa mia. E forse, è anche per questo che non volevo ritornare qui. Questa casa è stata teatro di tutti i miei problemi e rimettere piede qui dentro sapevo mi avrebbe portato a ripensare a tutto ciò che è accaduto. Ma mai mi sarei immaginata di sentire la sua voce tra queste mura. Allungo la mano dall'altra parte del letto, ma Damiano non è accanto a me. Mi siedo al centro del letto e respiro profondamente, mi porto le mani alle tempie e comincio a massaggiare, come se in quel modo riuscissi a scacciare la sua voce, ma non se ne va. La sento a pochi passi da me, sento le sue urla, ma poi sento una voce che si sovrappone alla sua. Mi immobilizzo quando capisco che quella è la voce di Damiano, mi strofino gli occhi con le mani e provo a concentrarmi, nonostante appena sveglia non sia facile, per capire cosa sta accadendo.

"Te ne devi andare. Questa non è casa tua. Rebecca sta dormendo e non vuole vederti!" sento Damiano urlare e mi alzo di scatto per raggiungerlo in soggiorno.

"Io devo parlare con Rebecca e tu non devi intrometterti" la voce di Antonio rimbomba tra le mura di casa mia e mi rendo conto che non me la stavo immaginando, lui è qui.

Lui è qui e vuole parlarmi e non capisco perché voglia farlo proprio adesso. Avrebbe potuto scrivermi subito dopo il suo concerto, avrebbe potuto trovare il modo di parlarmi prima e, invece no. Ha aspettato che Damiano rivelasse la nostra storia al mondo intero. Ha aspettato fossi felice così da potermi rovinare anche questa meritata felicità. La calma e la tranquillità non sono mai destinate a durare tanto e la mia calma e la mia tranquillità durano anche meno di 24 ore.

"Si può sapere che sta succedendo?" - chiedo facendo capolino nell'ingresso di casa - "Che ci fai tu qui?".

"Devo parlarti, per favore" mi supplica, mentre Damiano gli blocca l'ingresso con il braccio per non farlo entrare.

Non saremmo dovuti tornare qui, non avremmo dovuto farlo perché se fossimo andati a casa di Damiano, adesso Antonio non mi avrebbe trovata. Se non avessimo voluto evitare i paparazzi, avremmo sicuramente evitato Antonio, ma devo avere il coraggio di affrontarlo. Devo avere la forza di dirgli, ancora una volta, che ciò che ha fatto mi fa schifo e che non potrò mai perdonarlo, perché il bene che provavo per lui, è svanito nel momento in cui mi ha confessato di essere l'artefice del mio male.

"Fallo entrare!" esclamo avvicinandomi a Damiano.

Gli prendo la mano che ha piantato vicino alla porta per tenere fuori Antonio e lo trascino con me. Mi fissa per qualche secondo, poi gli faccio un cenno con la testa per fargli capire che ho tutto sotto controllo e lo sento rilassarsi. Antonio entra e chiude la porta alle sue spalle. Gli faccio strada fino a raggiungere il soggiorno e mi accomodo sul divano. Gli faccio segno di potersi accomodare accanto a me e Damiano resta in piedi alle mie spalle, tenendomi sempre la mano, per farmi sentire la sua vicinanza, come ha sempre fatto in questo periodo, salvo qualche momento di stress accumulato in cui ce ne siamo dette di ogni.

"Torno subito" Damiano mi lascia per un attimo la mano e mi volto per vedere dove sta andando. Lo seguo con lo sguardo fin quando non scompare dalla mia vista e, quindi, ritorno a guardare Antonio. Incontro quei suoi occhi neri, quegli occhi che pensavo mi volessero bene. Quegli occhi che mi hanno sempre trasmesso tranquillità. Quegli occhi che poi mi hanno delusa e mi hanno fatto più male di quanto avessi mai immaginato. Stare così vicina a lui non è semplice. Affrontare colui che mi ha messo alla prova fino ad ora non è affatto facile e sto cercando di mantenere la calma per non farmi prendere dal panico. Ho bisogno di sentire, di nuovo, il motivo per cui mi ha fatto del male e ne ho bisogno perché forse potrebbe essere un modo per spingermi a prendere una decisione che tarda ad arrivare.

E prometti domani a tutti parlerai di me || Måneskin || Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora