GIULIA
"Vai Giù, fagli un culo così".
Sangio mima con la bocca questa frase, mentre ci guardiamo attraverso lo specchio della palestra.
Scoppio a ridere.
In una risata, però, silenziosa per la troppa ansia che ho addosso.
Oggi mi gioco davvero qualcosa di importante.
David Parsons verrà a guardare le nostre esibizioni e da queste ne farà una classifica, importante per la corsa al serale.
Non so il perché, ma oggi sono davvero in apprensione. Non mi sento pronta, non mi sento concentrata, non mi sento al cento per cento...
"Giulia é il tuo turno".
Quando mi alzo, guardo un'istante il mio bel fidanzato, e come mi aspettavo lo trovo a fissarmi con un sorriso rassicurante, stampato sulla faccia.
Meno male che ho lui, penso dirigendomi in studio.
Ma la paura resta, e le gambe iniziano a tremare.SANGIOVANNI
Guardo Giulia dallo schermo della nostra palestra e capisco subito ci sia qualcosa che non va.
Per me è sempre brava, ma alla fine della sua esibizione vedo dal suo viso che non è per niente contenta.
Ha il respiro pesante, ma non è solo fiatone post ballo.
Quello è il fiatone di Giulia quando sta per esplodere, ma cerca di trattenere le lacrime.
Ormai la conosco bene.
Quando lascia lo studio, scatto in piedi e mi dirigo alla porta.
Ho bisogno di vedere la sua espressione appena entra in casa, ho bisogno di accertarmi che queste siano solo mie paranoie, e che invece lei sta bene..
Pochi secondi dopo la vedo arrivare.
E no, non sono solo mie paranoie, purtroppo.
Le vado incontro e le tendo subito le mie braccia.
Con ancora la mascherina ed il giubbotto addosso, si rifugia nel mio abbraccio.
"Che schifo".
La sua voce è così abbattuta che fatico a riconoscerla.
Non è la solita voce colma di gioia e di voglia di vivere che ha la mia ragazza. E questo mi fa preoccupare più del dovuto.
"Può succedere di non essere sempre al cento per cento oh, Giu".
La abbraccio ancora più forte.
"Dai" le sussurro, iniziando a seguirla mentre si avvia in camera.
Mi siedo sul letto accanto a lei e la spingo a parlare.
Sta trattenendo così tanto le lacrime, che dalla sua gola escono strozzati piccoli singhiozzi, e questo non può farle bene.
"Che c'è?" le chiedo per spronarla.
"Non ho mai ballato così male" riesce a stanto a dire.
"Quanti ballerini conosci che sono sempre al trecento per cento?"
La guardo in attesa di una risposta.
"Ma non è che non ero al trecento per cento. Non ero nemmeno al cinquanta, nemmeno al trenta".
E quelle parole mi fanno capire verso quale direzione stiamo andando.
Sta per esplodere una vera bomba, ed ho paura dei danni che questa potrà causare all'autostima della mia ragazza.
"Ma non è vero. Eri al cento, ma eri stanca si vedeva, ma non è successo niente".
La faccio stendere sul letto e mi accoccolo a lei, poggiando la mia mano sulla sua pancia, accarezzando dolcemente quel pezzo di pelle nuda.
"Questa cosa qua non cambia di certo il tuo percorso qui dentro".
Ed eccole lì.
I singhiozzi raddoppiano e le lacrime iniziano a scendere copiose sul viso.
La accarezzo con la voglia di eliminare ogni segno di sofferenza da quella bellissima ragazza.
Vorrei che le mie mani potessero trasformarsi in spugne, in grado di lavare via ogni tipo di dolore, preoccupazione, insicurezza, che Giulia ha e che possono farle del male.
Vorrei poterla vedere sempre stare bene, perché è solo quello che fa stare bene anche me.
"Non cambierà il pensiero che le persone hanno di te"... Continuo, sperando di risollevarle il morale.
"No,cambia il mio però".
Quella risposta mi lascia lì in silenzio per qualche secondo. La mia paura si trasforma in realtà e vorrei non aver sentito quelle parole.
La accarezzo ancora ed ancora, cercando di trovare le parole giuste da utilizzare.
"Ma quale problema ti fai Giulia? Sei bravissima.. L'hanno notato tutti, lo sanno tutti. Succede! Ed anzi, questi momenti sono quelli che ti fanno ancora più crescere..."
Quei singhiozzi le spezzano il respiro, e la vedo mordersi le labbra per cercare di fermarli.
" Sei una delle ballerine migliori, e lo sarai sempre anche se un giorno non andrà bene" concludo, asciugandole con un dito, una lacrima che le attraversa la punta del naso.
"Devi stare tranquilla.. Nelle persone forti c'è anche questo. Sei forte o no?"
Prego che non mi dica di no.
Prego che tutto ciò che ha raggiunto fino ad oggi non sia spazzato via nel nulla.
"Sei sempre forte anche se un giorno sei più stanca.." continuo, non ricevendo alcuna risposta.
"Non mi sentivo stanca prima di ballare, mi son sentita stanca mentre ballavo.." riesce finalmente a dire mentre si volta verso di me.
"Ma succede, dovresti essere capace di prendere questa cosa qua e di svoltarla a tuo favore" le dico, prendendo il suo viso tra le mani per darle un casto bacio sulle labbra.
Restiamo così per qualche secondo.
Le mie labbra premute sulle sue, ancora scosse da qualche singhiozzo.
Mi stacco da lei solo quando il ritmo del suo respiro diventa più calmo, ed i singhiozzi cessano.
"Dai dobbiamo andare di là" le dico, prendendo la sua mano e trascinandola con me.
"Ci sono io".GIULIA
Lo seguo, afferrando le sue dita con forza.
Mi aggrappo a lui come fa Rose con la porta di legno nel Titanic, come fa uno scalatore con la sua corda... Lui è la mia porta di legno. Lui è la mia corda.
Senza di lui, davvero ad oggi, non saprei come fare.
Mi trascina sugli scalini della palestra e mi fa sedere accanto a lui. Quasi in braccio, in realtà.
Mi passa un braccio dietro le spalle, e continua ad abbracciarmi, per infondermi forza ed... Amore.
Quando Maria si collega per darci la classifica, però, il nodo alla gola torna a farsi vivo. Forte e chiaro.
E si trasforma in amara delusione quando il mio nome compare lì, all'ultimo posto.
Inizio di nuovo a piangere, non riuscendo a trattenermi.
Mi copro la faccia, e mi aggrappo ancora di più a quel ragazzo.
Mi nascondo nel suo petto, mentre sento la sua mano passarmi su e giù per i capelli, in una mossa così dolce che per un istante mi distrae da quella sofferenza che sto provando.
Hai visto cosa succede a credere di più in sé stessa? Si resta ancora più male.
La mia vocina interiore interferisce ancora di più, procurandomi un pianto disperato e la comparsa di nuovi e sempre più forti singhiozzi che fuoriescono dalla mia gola, ormai in fiamme.
"Cosa ti avevo detto prima? Va tutto bene".
La voce di Sangiovanni é un sussurro diretto solo alle mie orecchie.
Mi stringe forte e mi lascia andare solo quando Maria inizia a parlarmi.
Ascolto le parole di quella donna così saggia, e so che ha ragione.
Ma la delusione che provo, nei miei confronti, al momento é troppo forte.
Maria parla, mi fa domande, ma non riesco a trasmettere alla mia bocca il comando di parlare.
A farlo, per me, é Giovanni.
Risponde per me. Annuisce per me. Sorride per me.
È qui per e con me. E mi sento, nella mia debolezza, estremamente forte.
Le sue braccia continuano a cullarmi.
Le sue mani continuano ad accarezzarmi il viso, i capelli..
"Ora me lo fai un sorriso?" chiede Maria, alla fine del suo discorso.
Gli faccio segno con la mano, che si, gli è lo farò dopo.
Sangio però non è contento di questo. Con le dita, prende le estremità delle mie labbra e le tira su, mimandolo.
"Nemmeno uno piccolo?" insiste anche Maria.
Ed allora ci provo, fallendo miseramente.
Faccio un piccolo sorriso, che però tradisce quanto io stia fingendo.
Al mio ragazzo, però, basta questo per sorridere più sereno.
Mi guarda, mi tocca il viso e mi fa girare verso di lui.
Si protende verso di me e mi lascia un bacio leggero sullo zigomo, asciugando ancora una volta le mie lacrime.Due ore dopo..
-Grazie per ciò che sei per me.
Grazie per la forza che mi dai e che so togli a te stesso, ogni volta.
Non voglio essere un peso sulle tue spalle, e se mai lo stessi diventando ti prego di dirmelo. Tu per me sei di più. Io per te non voglio essere di meno. -Scrivo di getto queste parole sul quadernino nero che mi ha regalato Sangio a Capodanno. Gli è lo porgo, mentre siamo stesi sul letto, intenti ad ascoltare un po' di musica.
Quando legge ciò che c'è scritto, sbuffa, prende la penna ed inizia a scrivere anche lui, nascondendo alla mia vista il tutto.- Te lo scrivo così resta nero su bianco e forse ci crederai di più.
Quando dico che sei diventata fondamentale per me, lo dico pesando ogni parola, ogni lettera della frase.
Fondamentale significa anche, necessario, indispensabile.
E per me lo sei tu e tutto ciò che ti riguarda. Anche i tuoi problemi sono i miei.
Come so, che i miei sono i tuoi.
Me lo hai dimostrato in mille occasioni.
Quindi non mettere più in discussione cosa tu sia per me.
Tu sei TANTO DI PIÙ. Forse anche più di quanto io sia per te. -Mi lancia il quadernino e prima ancora che possa leggere quanto scritto, mi circonda il corpo con le sue braccia e mi fa rotolare sul suo corpo.
"Tu sei di più per me, quando lo capirai?"
L'intensità di quella dichiarazione, e soprattutto del suo sguardo, mi inchiodano lì su quel letto, facendo sì che io possa fare solo una cosa : fiondarmi sulla sua bocca.
E le nostre labbra iniziano così a viaggiare, le une nelle altre, ormai insaziabili.
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Tutti i battiti del mio cuore
FanfictionHo sempre creduto di avere un cuore troppo grande rispetto al mio fisico esile. Spesso questo stesso cuore mi ha fatta soffrire, mi ha fatta emozionare, eppure era sempre di più rispetto a tutto il resto. E poi... e poi ho incontrato lui. Quando ho...