Un amore di platino

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SANGIOVANNI

Abbraccio Giulia, poggiando il mio mento sul suo collo.
Lei mi da le spalle, mentre siamo stesi sul letto, e le mie gambe si avvicinano ancora di più alle sue, fino ad aderirvi alla perfezione.
"Stavo pensando a quante canzoni ho scritto, e quante barre ho aggiunto alle canzoni già edite, qui dentro".
Guardo il vuoto, ripercorrendo la mia evoluzione artistica e personale in questa scuola.
"Hai sempre scritto qualcosa di unico" fa eco Giulia, girando di poco il viso verso di me, per guardarmi.
"Forse perché sono ispirato da qualcosa, o meglio da qualcuno, di unico".
Stringo la pancia nuda della mia fidanzata e le lascio un bacio tra i capelli profumati.
La risata di Giulia non tarda ad arrivare mentre strofina il suo corpo contro il mio.
"Ma tu te li ricordi i primi giorni insieme? Quanto ero imbarazzata davanti a te, mannaggia".
Scoppio a ridere, ripercorrendo i primi momenti insieme a quella piccola donnina che è diventata dopo poco la mia fidanzata.
"Quando facevi finta di non vedermi nemmeno? Quando parlavi di me con tutti?" la stuzzico.
"Che presuntuoso che sei" urla Giulia, dandomi uno schiaffetto sul braccio.
"O parli di quando saltellavi per tutta la scuola, dopo il nostro primo bacio?"
Continuo a prenderla in giro, divertendomi da morire.
"Che stronzetto che sei..." mi apostrofa, voltandosi verso di me, in un solo gesto.
"Quel bacio, mammamia" sussurro, fissandole gli occhi luminosi.
"Mannaggia" urla lei, coprendosi il viso con il braccio.
"E poi le lacrime".
Questa frase è appena udibile.
É quasi mimata.
E mi pietrifica, lì di fronte a lei.
"È passato. E poi è servito a portarci dove siamo ora, no?"
Le sposto il braccio dal viso, e le accarezzo lo zigomo con il pollice.
Gli occhi da cerbiatto di Giulia si allacciano ai miei e sorridono, insieme alle sue labbra.
"È vero. Grazie al criterio, allora".
Alza le spalle e scoppia a ridere.
La bacio dolcemente e rido insieme a lei.

Giulia dorme profondamente accanto a me.
La guardo e ne resto affascinato.
Ogni giorno é diversa.
Ogni giorno è migliore.
Ogni giorno é più importante per me.
Afferro una ciocca di capelli tra le mie dita e la rigiro nella mia mano, facendo attenzione a non svegliarla.
Avvicino le mie labbra alla sua fronte e resto lì, per qualche secondo. Inebriandomi del suo profumo.
Quando mi stacco dal suo corpo, nella testa compaiono una serie di parole, una serie di frasi confuse.
Mi alzo di scatto, frugo nel mio comodino ed estraggo il quaderno dove appunto le mie idee, che si trasformano poi in canzoni.
Impugno la penna e le parole escono fuori come un flusso di coscienza.

-Avevo capito tutto, dalla prima volta ne parlavi con gli altri, hai fatto i salti di gioia, hai perso le speranze e poi hai aperto le braccia, non me l'hai detto in faccia ma su un foglio di carta...
Non volevo innamorarmi, dicevi, non sapevi cos'era, ti ho baciata sulla bocca e non sapevi come si facesse, e baci solo se lo senti... E dopo diciotto anni ti è pure andata bene... -

Chiudo il quaderno euforico per quanto ho scritto.
Mi stendo accanto a quel corpicino caldo e lo avvolgo nelle mie braccia.
"Ti amo tanto Giulia. Grazie" le dico, consapevole che questa dichiarazione resterà un segreto tutto mio, perché lei dorme beata.

GIULIA

"Anche questa è andata" urla felice Sangio, prendomi la mano.
Usciamo dallo studio felici per le nostre esibizioni, ma come sempre il mio pensiero va ad uno dei miei compagni che stasera ci lascerà.
So che a rischiare più di tutti è Martina, e già mi viene da piangere al solo pensiero.
"Giulia, non puoi stare così ogni volta. Ti prego, pensa a quanto sei stata forte stasera. Tutti piangevano mentre  ballavi, ed a fine esibizione si sono alzati in piedi. Sii felice, per questo".
Sangiovanni mi stringe la mano così forte che mi si ferma quasi il sangue.
Lo guardo e sorrido per tranquillizzarlo.
"Si, ora mi passa" gli sussurro, tirando il suo braccio per portarlo dietro ai miei fianchi.

Martina é appena andata via ed a me sembra tremare la terra sotto i piedi.
Da quando siamo entrati in casetta, lei mi è sempre stata accanto.
Mi ha protetta, difesa, coccolata.
Ed oggi, pensarmi qui senza di lei, mi sembra impossibile.
Immagino se mai dovesse succedere qualcosa del genere a Sam o peggio ancora a Sangio.
Mi viene ancora di più da piangere. Mi butto sul letto e chiudo gli occhi.
Sento la porta della camera aprirsi e vedo il mio bellissimo ragazzo, raggiungermi a passo svelto evidentemente preoccupato.
"Oi..." sussurra, stendendosi accanto a me.
"Non è la fine di nulla..."
Me lo dice quasi sussurrando, per non indispettirmi. Ma questa sera non ci riesce.
Guardo ovunque, ma non guardo lui.
Mi sento senza forze, stasera.
"Questa cosa ti farà crescere. Capirai che puoi contare anche su te stessa..."
Lo ascolto e so che ha ragione, ma stasera non voglio sentire queste parole.
Non so quale sia la ragione, ma non riesco ad accettarle.
Giovanni mi prende gli angoli della bocca e mima un sorriso.
Lo guardo negli occhi e finalmente riesco a calmarmi.
Ci fissiamo per qualche minuto. Intensamente.
E mi bastano quei due occhi azzurri per capire che, potranno uscire tutti da questa scuola, e ci rimarrò sempre male, ma finché ho lui al mio fianco, resto invincibile.
"Graz... ".
E non finisco nemmeno di dirlo, perché le nostre bocche si stanno già divorando, curando ogni mio malessere.

SANGIOVANNI
QUALCHE GIORNO DOPO...

"Cosa hai combinato?"
La voce di Maria mi spaventa, mentre risuona seria, nelle casse.
"Ma cosa ho fatto?" urlo, con voce stridula per l'ansia.
"Guarda lo schermo".
E mentre lo dice, il LED avanti a noi si anima, mostrando un CD con scritto Lady e subito dopo una scritta che mi fa saltare dalla gioia.

- Disco di platino -

Urlo, allo stremo della felicità, mentre le mani dei miei compagni battono all'unisono.
"Complimenti, cretino".
Riconosco la vocina di Giulia in mezzo a quella di tutti gli altri. La guardo e sorrido al suo indirizzo.
"Cosa offri stasera? Hai la paghetta.. Offri una torta".
Maria mi invita a festeggiare questo traguardo e non potrei essere più d'accordo di così.
"Ok. Offro una torta ed un aperitivo".
La mia voce è visibilmente emozionata, ed i miei amici sembrano euforici alla notizia di una nuova festa da celebrare.
"Giulia scegli il gusto della torta".
Maria, come sempre, anticipa le mie mosse.
"Si, in effetti questo disco di platino è merito anche di Giulia. Quindi puoi scegliere la torta" le dico, sorridendo come un ebete, innamorato.
La vedo alzarsi dal suo posto, e sedersi accanto a me, mentre le nostre mani si sfiorano.
Non ci diciamo niente di più. Non facciamo niente di più.
In questo momento ci basta essere così.
L'uno accanto all'altro per essere felici ed appagati per quanto sta accadendo.

Pochi secondi dopo, stringo mani, abbraccio e bacio ogni singolo mio compagno, che si complimenta con me.
Tutti vanno via, forse in grado di capire che io e Giulia abbiamo bisogno di restare da soli.
Ed in effetti è proprio così.
Quando ci ritroviamo faccia a faccia in quella palestra ormai familiare per noi, é come se l'aria cambiasse.
Ci fissiamo, scrutando l'uno le emozioni dell'altro.
Il silenzio rimbomba pesante nelle mie orecchie e riesco solo a fare una cosa.
Allungo le mie braccia ed avvolgo la mia fidanzata stretta stretta a me.
Giulia fa lo stesso.
Mi stringe, mi accarezza la schiena, mi bacia il collo.
Passo una mano sotto la sua maglia, e la sento trattenere il respiro quando la sua pelle viene sfiorata dalle mie dita.
Stringo la mano su quel pezzo caldo di pelle e faccio pressione con i polpastrelli sulla base della sua schiena.
Mi vengono i brividi per quello che sto sentendo.
Per quello che sto provando.
Giulia, la mia musica, il disco di platino..
Facciamo per allontanarci, ma come una calamita, due secondi dopo siamo di nuovo incollati l'uno all'altro.
Sprofondo la mia testa sul suo petto, ed ascolto i battiti irregolari del suo cuore.
Giulia mi accarezza.
Mi bacia i capelli.
Mi culla tra quelle braccia esili, ma in grado di sorreggermi il mondo intero.
In grado di crearlo, quel mondo intero.

"Sei il mio amore di platino".

Gli è lo sussurro, baciandole il petto.
Proprio all'altezza del cuore.

"Grazie per il tuo amore".

"Grazie a te per tutte queste emozioni Sangius. Ricorderò per sempre il mio primo amore, qualsisi cosa accadrà".

Non so il perché ma queste parole mi feriscono.

"Io non voglio essere solo il tuo primo amore Giulia" le dico, quasi provando dolore al solo pensiero.
Alzo la testa e la guardo.

"Forse è azzardato dirlo. Non è da me, sicuramente ma... Io voglio essere il tuo unico amore, Giulia".

La bocca di Giulia si apre, per poi rinchiudersi incapace di articolare anche solo una frase.
Gli occhi le si riempiono di lacrime, come risposta alle mie parole.

"Lo desidero con tutta me stessa".
Riesce finalmente a dire, con la voce spezzata.
Poggia la sua fronte all'altezza della mia bocca per farsi baciare.
"Con tutta me stessa" ripete mentre alza il viso verso di me, e prende le mie labbra tra le sue.
Quando ci stacchiamo siamo senza ossigeno, e scoppiamo a ridere consapevoli dell'effetto che abbiamo sull'altro.

"Ed ora che si fa?" chiedo, quando prendo fiato.
"Si festeggia" urla Giulia, riprendendo il suo solito fare da bambina felice.
Ed io la osservo, mentre la amo sempre di più.

Tutti i battiti del mio cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora