L'esigenza di te

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GIULIA

Da quando è terminata la registrazione sono così angosciata.
Eppure questa sera ho ballato bene, ho ricevuto diversi complimenti, ed ho vinto tutte le volte.
Ma non sto bene.
Ho l'ansia nell'osservare ciò che mi sta succedendo tutto intorno.
Rosa e Deddy sono finiti al ballottaggio insieme, ed il modo in cui hanno affrontato il tutto mi ha spezzato il cuore.
Una volta in casetta si sono ritagliati i loro momenti per dirsi addio.
Un addio che durerà ancora un po' di settimane.
Un addio, non definitivo, ma che chiude comunque il capitolo più bello per loro due.
Il loro inizio in questa scuola. L'accademia che li ha uniti come persone e fatti sognare come artisti.
Ed io non posso che pensare a me.
E soprattutto, alla parte più bella di me, scoperta qui dentro... Sangiovanni.
Se mai dovesse accadere qualcosa di simile a noi due, credo che non resisterei nemmeno un secondo senza piangere.
Credo che ad ogni passo danzato, una piccola parte di me inizierebbe a mancarmi già.
Qualunque possa essere l'esito di quella sfida.
"Rosa ad uscire, stasera, sei tu".
La voce di Maria suona dispiaciuta nelle casse della casetta, ed a me viene da piangere.
Non solo perché una compagna di classe, con la quale ho condiviso molte cose, va via.. Ma perché so che il finale di una possibile sfida tra me ed il mio ragazzo potrebbe essere, forse, il medesimo.
Sento il calore di un corpo a me familiare avvicinarsi alla mia schiena.
Faccio un passo indietro, senza nemmeno controllare di chi si tratti.
Quando Giovanni è nei paraggi, sento l'energia attorno a me cambiare, anche mentre ho gli occhi chiusi.
Lo riconoscerei tra mille, anche da bendata.
Le sue braccia mi avvolgono i fianchi,  mentre le sue mani si poggiano unite sul mio addome.
Appoggio tutto il mio corpo al suo, facendolo aderire bene e lo guardo con la coda degli occhi.

-Non potrei sopportarlo, non ora-

È questo il solo pensiero che mi attraversa la mente.
Come se i miei pensieri potessero essere leggibili al mio fidanzato, lo vedo guardarmi con un'espressione indecifrabile per poi poggiarmi un leggero bacio sui capelli.
Resta con la bocca incollata a me per qualche secondo, mentre respira forte.
Forse il mio profumo.
E la cosa accentua in me il magone forte che sto cercando di domare.
Quando stacca la sua bocca dalla mia testa, lo guardo intensamente ed avvicino le mie labbra alle sue guance. Gli è le bacio due volte, come a confermare che lui sia ancora qui. Con me.

SANGIOVANNI

Non mi sono mai reputato un ragazzo smielato.
Non ho mai pensato di poter provare dolore nell'immaginarmi distante dalla mia fidanzata per poche settimane.
Ho sempre rifuggito tutto questo, credendo fosse tutto troppo esagerato.
Eppure, mentre stringo Giulia tra le mie braccia questa sera, ed assisto al saluto di due nostri amici che si sono innamorati come noi, in questo programma, sento forte la paura che, anche solo, una folata di vento possa trascinare con sé la mia ragazza. Facendole lasciare le mie mani, che solo con lei riescono a calmarsi mentre i tic nervosi mi invadono mente, cuore e corpo.
Respiro il suo dolce profumo, come se potessi non sentirlo più per casa, da un secondo all'altro.
Guardo i suoi occhi, come se potessero essere rivolti altrove per troppo tempo e non più su di me. Dentro i miei.
E capisco di non essere più lo stesso Giovanni di qualche mese fa.
E per la prima volta, mi piaccio così come sono.

Rosa è andata via.
Il mio amico è visibilmente provato, e per un momento cerco di mettere da parte le mie ansie, le mie paure, per infondere in lui un po' di positività.
Cerco di incoraggiarlo pur non credendo nemmeno ad una sola parola di ciò che gli dico.
"Bro, pensa se fosse uscita Giulia dai.." mi dice lui, chiarendomi con una sola frase come si sente.
E me lo chiarisce benissimo, in effetti ...
Resto muto.
So che ha ragione.
Penso a me senza Giulia in giro per casa e...
Cazzo.
Sarei semplicemente distrutto.

GIULIA

Quando esco in veranda, Giovanni é con Deddy, nel vano tentativo di consolarlo.
Quando mi vede, sulla porta, mi guarda sospirando ed alza il braccio per indicarmi di andare da lui.
Lo accontento all'istante.
Prendo la sua mano e faccio per sedermi accanto a lui.
Con un po' di pressione, mi tira verso di sé, e mi fa accomodare sulle sue gambe.
Mi cinge la vita con le braccia, con il suo solito modo abituale e poggia la sua testa sulla mia spalla.
Mentre mi stringe così, il mio corpo si rilassa per la prima volta durante tutta la serata.
Sento i nervi sciogliersi piano piano, e l'ansia lasciare il posto all'amore profondo e puro che provo per questo piccolo ometto.
Quando Deddy si congeda da noi, per andare a dormire, ci alziamo entrambi per seguirlo.
Prima che io possa entrare in casa, però, sangiovanni mi tira forte verso di lui.
Ci ritroviamo faccia a faccia, a pochissimi centimetri di distanza, e senza fiatare le nostre labbra si intrecciano in un bacio fatto di esigenza. Pura esigenza.
Ci baciamo così, disinteressati  su chiunque ci stia guardando, in preda semplicemente all'esigenza che abbiamo l'uno dell'altro.

"Se succedesse a noi?"
Lo sussurro, ancora incollata alla sua bocca.
Giovanni si blocca, stacca le nostre labbra e sussulta.
Ho forse colto nel segno.
Forse anche lui ha pensato la mia stessa cosa.
"Ci sto pensando da quando è iniziata la loro sfida..." conferma, poggiando la fronte sulla mia spalla.
"Non lo potrei sopportare, te lo dico" affermo io sicura.
Sento le lacrime salirmi agli occhi e come se, se ne accorgesse, lo vedo racimolare tutta la forza che ha in corpo per tranquillizzarmi.
Stacca la sua fronte dalla mia spalla e mi guarda con fare deciso.
"A noi non succederà".
Scuoto la testa non convinta di quelle parole.
"Ti ricordi cosa ti ho detto solo qualche settimana dopo il nostro ingresso in questa scuola?"
Lo guardo corrucciando la fronte, incapace di collegare il cervello ai ricordi del passato.
"Ti ho detto che saremmo arrivati in finale insieme, io e te. E che tu avresti poi vinto il programma. Ti ricordi?"
Sorrido, ricordando quel momento che ormai mi sembra così lontano.
"Quindi piccolina mia, usciremo insieme da qui, quando tu non ne potrai più della mia presenza e vorrai sbarazzarti di questo rompi balle".
Scoppio a ridere.
Per la prima volta in questa serata così particolare, rido di gusto.
Ed anche Giovanni mi segue, visibilmente più leggero.
Quando la mia risata inizia a calmarsi lo fisso decisa.
"Impossibile" dico.
Gli occhi di Gio sono nei miei, divertiti da quella mia affermazione secca.
"Cosa è impossibile?" mi chiede.
"Che io arrivi in finale. Che io vinca. Che io stia con te fino alla fine. Impossibile".
Lo spiego con tutta la semplicità che possiedo.
"Se" sussurra lui.
"Per te era impossibile anche arrivare al serale, se è per questo..." sbuffa, sarcastico.
Il suo sguardo continua ad essere divertito, però.
"Ed io che pensavo che il tuo impossibile era perché non potresti mai stancarti di me.. Povero illuso".
Ride, facendomi il solletico ai lati della pancia.
" Quello era scontato, cretino".
Gli è lo urlo, iniziando a torturare i suoi fianchi con le mie dita, procurandogli una risata soddisfatta.
Gli solletico la pancia, passo al collo, poi alle ascelle.
Gli infliggo una piccola tortura giocosa che per un istante non mi fa pensare alle ansie che hanno attanagliato il mio cuore fino a pochi minuti fa.
"Certo che sei crudele" strilla Giovanni, bloccandomi le mani con una sola delle sue.
Mi tiene in pugno così, senza bisogno di utilizzare molta forza.
Mi solleva le braccia e mi fa arretrare di qualche passo.
In un secondo mi ritrovo con le spalle contro al muro, e con il suo ginocchio che mi divarica le gambe.
Posiziona le sue gambe, al centro delle mie, e schiaccia il mio corpo con il suo.
Lo sento così vicino, che mi manca il fiato.
"Gio, ma cosa fai?" sussurro, in allerta.
"Ti faccio smettere di torturarmi. E ti ripago, con una moneta diversa però.."
Quella frase accende in me, una serie infinita di emozioni che mi accelerano il respiro ed i battiti del cuore.
La bocca di Giovanni trova la mia per richiederla possessiva.
Passa, poco dopo, al mio occhio destro. Vi posa un bacio leggero, per poi passare a quello sinistro.
Viaggia verso il basso, lasciando una scia di bacini sulle guance ormai infiammate, per poi posarsi sul mio collo.
Lo sento sorridere sulla mia palle, e quel minuscolo suono che emette, mi fa vibrare le pareti del cuore e mi fa sentire le gambe molli.
Le sue labbra sono schiuse sulla mia pelle, e dopo una serie di bacini dolci, le sento aprirsi per darmi un leggero morso nella parte bassa del mento.
Riverso la testa all'indietro ed assimilo quella sensazione così viscerale.
"È questo che mi succede se penso di non poterti avere con me per più di ventiquattro ore. Impazzisco alla sola idea".
Non riconosco, nemmeno, la sua voce.
É così bassa, forse anche tormentata.
Ed al piacere si unisce una nuova consapevolezza.
E la condivido con lui. A voce alta,per la prima volta, senza alcun timore.
"Come potrei stancarmi di te? Sei una delle poche cose al mondo che mi fa sentire così..." faccio una pausa per trovare la parola giusta.
"Viva".
Le mie parole devono essere come un incantesimo perché bloccano quell'assalto amoroso che mi vedeva come vittima.
Sangio mi guarda dritta dritta negli occhi, ed io faccio lo stesso.
"Promettimi che se mai dovesse succederci una cosa come quella di stasera, io e te ci daremo una possibilità fuori. Promettimelo, Giulia".
I suoi occhi, adesso tradiscono la paura che ha di perdermi.
"Te lo giuro. Io e te staremo insieme!"
Gli prendo la faccia tra le mani, ormai libere dalla sua presa, ed avvicino la mia fronte alla sua.
Sospira, buttando fuori dal suo corpo una generosa boccata di aria.
"Va bene. Ora posso anche uscire sereno".
Mentre lo dice, chiude gli occhi, sicuro.
"Oh, macché uscire. Abbiamo una finale da affrontare insieme cretino. Fatti sotto! "
Ridiamo di gusto entrambi, abbracciandoci più rilassati.
Ed è così che va tra di noi.
Bastiamo noi due, le nostre bocche, le nostre braccia e le nostre parole convinte per aggiungere, ancora un nuovo tassello a questa magnifica storia: la sicurezza di esserci. Sempre.

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