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Mugolai con la faccia immersa nel cuscino e qualche ricordo del sogno appena fatto. Passai una mano al mio fianco trovando solamente i rialzamenti della coperta a sfiorarmi le dita.
Schioccai la lingua al palato e mi stiracchiai distendendomi per tutto il materasso.

Mi tirai a sedere e mi stropicciai gli occhi.

«Tieni.»
Ancora con quest'ultimi socchiusi afferravo la tazza che mi era stata data.
Dall'odore pareva essere tè.

Diedi un sorso e sbadigliai prendendomi tutto il tempo per somatizzare che anche quel giorno mi ero svegliata, ero ancora viva. Cazzo.

E quando mi destai del tutto per aprire gli occhi e ringraziare l'idiota che mi aveva portato la colazione a letto che-
«Graz-
-sputai di getto quel po' che avevo ingerito sul suo petto.

Non che non l'avessi mai visto mezzo nudo, ma vivere il trauma della mattina e vederlo alcun tempo grondante d'acqua e con solo un asciugamano a coprirgli la vita, no. Non sarei riuscita a sopportarlo.

«Mi ero appena lavato.»
Mi informò, come se non l'avessi intuito.

«Ma davvero?»
Arcuai un sopracciglio assumendo un piglio misto tra l'ironico e l'infastidito.

Aveva uno sguardo da rimprovero, come se fosse stata colpa mia! Incredibile..

«Tsk, non c'è mai fine al peggio.»
Lo snobbai e feci per poggiare la tazza sul comodino. Mi alzai e posai una mano sul suo petto pingendolo leggermente e prima che potessi fare qualsivoglia cosa lo sentì afferrarmi da dietro.

«Guarda che hai combinato..»
Sussultai di colpo assumendo colore in volto.

«Hai bagnato tutto e poi non mi hai dato neppure il buongiorno.»
Strinse maggiormente la presa sui miei fianchi mentre sentivo il suo sguardo su di me seppur non potessi ricambiarlo.
Il pensiero che ci fosse solo il suo asciugamano e il mio intimo a separarci, diamine, mi faceva sentire le farfalle nello stomaco.

«B-buong-giorno..»
Ridacchiò poggiando le labbra sul mio collo, lasciandovi qualche bacio lungo il suo passaggio.

«Non così.»
Soffiò sulla mia pelle e in un lampo mi ritrovai spalle muro con i suoi occhi incastonati nei i miei, le braccia a impedirmi la fuga.

«Educazione mocciosa, la prossima volta non sarò così clemente. Intesi?»
Annuì ancora paonazza in volto e mi morsi un labbro cercando di resistergli.

Osservò attentamente la scena e prima di concepire tutto quello che stava accadendo si avventò sulle mie labbra.
Non mi sarei lasciata andare così facilmente, ponderavo ancora del contegno dentro me e inoltre, quel suo essere maschio alfa non sarebbe riuscito a sottomettermi.

Ci staccammo per riprendere fiato.
Osservavo assopita dal bacio il suo volto e lo vidi inumidirsi le labbra. Per quanto naturale, trovavo quel gesto incredibilmente sexy.

Lui era impassibile, perfetto. Come se nulla potesse scalfirlo mi guardava senza lasciar uno strascico di immaginazione alla fantasia, cosa stesse pensando davvero non lo so.
Era decisamente accattivante, avvolto da un alone di mistero e per quanto apparentemente mi desse fastidio sapevo che erano esattamente quelle caratteristiche che facevano cadere ai piedi del corvino decine di spasimanti.

Non che bellezza o fascino gli mancassero, per carità, ma quella presenza possente, impossibile da ignorare, che urlava da tutti i pori maschio alfa. E volenti o nolenti le povere "prede" sentivano risvegliarsi dentro un istinto vecchio migliaia di anni, che le spingeva involontariamente a desiderare di concedersi alla figura dominante.

Non c'entrava niente il sentimento era solo una questione fisica, carnale, l'impulso naturale di "sottomettersi" al più forte.

Ci staccammo nuovamente per riprendere fiato e mi presi un istante per deliziarmi di quella visione stupefacente, determinabile arrapante.

Strinsi le gambe, facendo strofinare l'interno coscia tra loro cercando di alleviare quell'eccitazione scalpitante nell'aria.

«L-Levi b-basta..»
Gemetti quando per l'ennesima volta se la prese con il mio collo, marchiandolo vicino alla nuca, proprio sotto l'altezza dell'orecchio e dove solo chi mi avesse alzato i capelli avrebbe avuto il piacere di vederlo.

Malgrado ciò, inconsciamente desideravo continuasse e proprio quando stavamo raggiungendo il culmine che si staccò di colpo.

«Co-cos-ah... perché?»
Lo guardavo sconcertata frattanto che aspettassi che dalla sua bocca trapelassero spiegazioni degne di nota.

«La prossima volta impari a darmi il buongiorno senza sputarmi addosso.
Ora vatti a fare una docc-»

«Cosa? Levi! Tu non-

«Io non cosa? Non posso fare questo? Mocciosa, non sfidarmi. Se dovesse capitare nuovamente non mi limiterò a questo, non è una punizione, è solamente un ultimatum.»
Silenziosamente mi alzai, sottomessa dalla sua figura, seppur contro voglia, feci per andare a lavarmi ma venni bloccata prima che questo accadesse.

«Non questo bagno mocciosa, nella tua stanza. Più tardi torna da me.»
Schioccai la lingua al palato e mi avvicinai a lui ponderando lucidità e freddezza per qualche attimo.

«Ackerman, prima di parlare, risolvi il problema che hai in mezzo alle gambe.»
Consigliai e gli schioccai un bacio a fior di labbra alzandomi leggermente sulle punte. Rivolsi al suo faccino un sorriso palesemente finto ritornando immediatamente seria e lo superai sbattendomi dietro la porta.

«Pff che faccia..»
Mi portai le mani alla bocca cercando di non scoppiare a ridere ripercorrendo con la mente i suoi tratti in quell'istante.

Intanto lui sospirava pesantemente mentre una mano raggiungeva la sua cute per ravviarsi qualche ciocca scompigliata da me medesima.
Anche nel suo volto, ripensando alla mia risposta, era spuntato un lieve sorrisetto esasperato.

La sua lingua sfiorò il palato, emettendo un suono che racchiudeva le sue emozioni nella maniera più esplicativa possibile.

***
La porta del bagno si chiuse dietro di lui e le sue spalle toccarono la superficie fredda di quest'ultima.
L'asciugamano cadde, liberando la vita da quell'unico strato che lo copriva e lentamente le sue mani scesero, accarezzando l'addome, le dita sfioravano i rialzamenti dei suoi addominali e infine si soffermarono lì.
Dove da solo si stava dando piacere e la c/c era l'unica presenza stanziante nei suoi pensieri in tal momento.

L'idea che potesse essere lei a vezzeggiare la sua pelle lo appagava. Gemiti strozzati si aggiunsero a quella stanza ricolma di umidità e aria viziata.
Che ne sarebbe stata della sua compostezza se quello era l'andazzo.

La situazione, invero, non gli dispiaceva affatto, tutt'altro la consapevolezza che quello non era più un sentimento a senso unico lo consolava.

Il suo braccio nel mentre aveva raggiunto un andamento osceno, dove pompava e strozzava respiri affannati dalla gola.
Si stuzzicava dal glande alla punta abbandonandosi ad un meritato momento di estasi *** e frattanto che ciò accadeva la c/c si interrogava nell'inconscio sotto una doccia fredda che sollecitava la mente.

Ciò che l'affliggeva in particolare maniera era quello che sarebbe successo nelle settimane a venire, cosa sarebbe cambiato ulteriormente tra lei e Levi, i suoi sentimenti, gli accordi con Kenny e il rapporto con i suoi amici.
Kovu come avrebbe reagito, visto i precedenti con Vitani, alla relazione contorta che si stava acutizzando nel tempo tra i due, ma soprattutto, cos'erano il corvino e la c/c adesso?

Da un capitolo all'altro il mio modo di scrivere cambia drasticamente qualcuno mi aiuti.(scherzo)
Sarà che forse passano due mesi ogni volta..
faccio schif0 :)

Furlan's sister -LevixReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora