Transitammo molto tempo prima di entrare, stavamo aspettando Isaac che, a quanto pare, non aveva intenzione di presentarsi per la cena.«Ormai del banchetto sarà rimasto poco e niente, entriamo.»
Sbottai scompensandomi dalla maleducazione del marmocchio. Kovu annuì e mi seguì a ruota all'interno della mensa.
Erano rimasti pochi cadetti e due caporali, di cui la maggior parte si stava dileguando.Presi quella sbobba che definivano "cibo" e mi sedetti al tavolo dove vi erano i due maggiori, tra cui Zoe e un altro dall'aria familiare, di bassa statura ed i capelli di un insolito nero pece.
«Per quanto tempo avrai intenzione di tenermi il muso?»
Esclamai, senza ottenere risposta.«Tch, ma quanti anni hai? Sembri un moccioso di tre anni.»
Borbottai stringendomi nelle spalle, schioccando la lingua al palato.«T/n, perché tratti Isaac così? Che ti ha fatto?»
Alzò di netto il tono della voce, facendo attirare l'attenzione dei presenti su di noi.«Kovu, smettila di farne una causa di vita o di morte. Questo ragazzino, un domani, potrebbe ritrovarsi da solo a dover fronteggiare problemi più grandi di lui. Come credi possa riuscirci se continuiamo a coccolarlo e a farlo adagiare sugli allori? È un fottuto moccioso, ha una visione del mondo bella, genuina, probabilmente vede pure gli arcobaleni girargli attorno per la testa, quasi fosse il mondo delle favole che ha letto sui libri.
Non dimenticare gli insegnamenti che hai avuto, anche se l'uomo che te li ha inculcati era un viscido manigoldo senza scrupolo, erano pur sempre armi mentali per continuare a vivere. Fin quando sarà debole e non avrà la forza necessaria per cavarsela da solo, sarò io la causa scatenante per dargli la possibilità di reagire, a costo di essere vista come la figura cattiva e insensibile della situazione.»
Il mio tono era fermo e deciso, che non ammetteva replica alcuna.«Ti sbagli, se esiste qualcuno a cui dobbiamo attribuire l'appellativo del debole, qua, cara T/n, sei proprio tu.
Solo perché hai una visione del mondo agli antipodi rispetto ai suoi, avida e fin troppo soggettiva, non riuscirai mai a salvare nessuno. E il fatto che lui non sia come te, che lui riesca ad esprimere i suoi sentimenti, non ti da il diritto di definirlo debole. Difatti, non sappiamo assolutamente nulla su di lui e non possiamo sapere che non abbia provato la cattiveria il mondo nella sua natura più spietata e cruda su pelle. E se così fosse, questo lo renderebbe persino più forte di te, che per paura di soffrire, hai deciso di tenere gli altri all'oscuro e che non hai neppure la forza di comprendere la diversità altrui.»
Sputò acido, lasciandomi senza parole.«Con permesso.»
Esclamò verso i caporali, porgendo loro un perfetto saluto militare.«La T/n di anni fa era diversa.»
E così lasciò la mensa sbattendo la porta.In quel momento, era come se dopo che mi fosse stata sbattuta in faccia, senza ritegno, una sfaccettatura che non avevo mai voluto vedere,
le forze mi avessero abbandonato.«Fanculo..»
Borbottai spingendo il piatto davanti a me, poiché mi fosse passata la fame.«Ehm..»
Sentì una mano come a bussare sulla mia spalla, che mi fece svegliare dal mio stato di trans.«Tutto ok?»
Guardavo la donna difronte a me in un misto tra il ritegno e lo stupito, come se non fossi abbastanza lucida per arrabbiarmi difronte a una richiesta d'aiuto.
«Oh- ehm.. giusto giusto, scusami. Io sono Hanji, ci siamo conosciute prim-»
«Lo so.»
La bloccai da ogni qualsivoglia interazione verso i miei confronti, per poi alzarmi e, a mia volta, dirigermi verso la porta.«Aspetta! Ti va di fare due chiacchiere?»
Mi aveva appena afferrata per il polso e, in men che non si dica, con violenza strattonai quella presa su di me, rivolgendole uno sguardo infastidito.Ma che vuole sta qui?
Fu questa la prima cosa che pensai di Hanji e quella sensazione opprimente che mi invadeva, era quella di volerla picchiare fino a quando non avesse smesso di importunarmi.
«Sono un tuo superiore»
Borbottò facendomi una linguaccia per poi saltellarmi difronte agli occhi.«Eddai!»
Inarcai un sopracciglio difronte a quella situazione insolita, per poi sbuffare amaramente.
Avevo pur sempre la responsabilità dei miei amici sulle spalle ed inimicarmi un maggiore, non era certo un'azione intelligente.

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Furlan's sister -LevixReader
FanfictionLa sorellina di Furlan è cresciuta nei meandri della città sotterranea. Tra una speranza ed un sogno di troppo, crede ancora che possa esserci un futuro per le genti dimenticate come loro, nonché per lei, il suo migliore amico Kovu ed il ragazzino c...