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Alcuni giorni più tardi..

«T/N CAZZO TORNA IN TE, TI È FORSE ANDATO DI VOLTA IL CERVELLO? COME PUOI SOLO PENSARE UNA COSA DEL GENERE?»
Quella discussione andava avanti in oltranza da molto tempo ormai, le mie volontà erano state messe a nudo difronte ai due, cosa che li aveva sconcertati inverosimilmente.

«Ora che finalmente siamo riusciti nel nostro intento, come ti balza alla mente uscirtene con tutto questo a pochissimo dalla spedizione fuori dalle mura?»
Sapevo che avrei dovuto fare i conti con la mia irresponsabilità e con tutto quello a cui stavo rinunciando per un capriccio.

«Non ho intenzione di cambiare idea.»
Affermai accendendomi cautamente una sigaretta, poggiandomi al muro posto dietro di me.

«Maledizione!»
Con veemenza osservai il bruno perdere il controllo, scagliandosi sulla prima cosa che gli capitava sotto tiro.

«K-Kovu.. calmati..»
Proferì Isaac, la sua voce ridotta ad un sussurro a dir poco sconcertato.
Quella fu la prima volta in cui vide Kovu perdere il controllo, sicuramente lo deve aver sorpreso e non poco.

«T/n, pensaci, vuoi seriamente mettere a rischio la tua vita, la nostr-»

«Mi assumerò io le responsabilità delle mie azioni.»

«T/n.. ti prego cerca di ragionare, tutti noi abbiamo avuto modo di legarci a lui, ma questo non doveva essere un pretesto per tornare indietro sui nostri passi.»

Kovu camminava nervosamente per tutta la stanza, frustrandosi dalla rabbia e cercando di rimanere in qualche modo lucido.

Stavo sbagliando e ne ero cosciente, rischiavamo tutto e non avremmo più potuto tirarci indietro una volta presa la nostra decisione. E a differenza del bruno che non riusciva a calmarsi neppure con la presenza di Isaac, io ero cauta e ferma nelle mie convinzioni.

Non avrei tradito i miei amici, ma neanche Levi.
Avrei protetto tutti.

Conoscevo bene le loro volontà, i loro sogni e questi ci accomunavano.
Noi volevamo solo vivere una vita tranquilla, lontani dalla cattiveria della società.

Ed effettivamente era la mia più grande ambizione essere felice con loro, trovare quella benamata quiete tanto desiderata nei bassi fondi del sottosuolo. Ma non avrei mai e poi mai abbandonato Levi, non ora che sapevo perché fosse un soggetto tanto pericoloso quanto solo.

«Moriremo. Non possiamo metterci contro..contro l-loro solo per Levi, anche io gli voglio bene, ma nella vita bisogna saper fare pure dei sacrifici! Noi non possiamo batterl-»
Prima che potesse terminare la frase mi porsi in avanti assestandogli una tallonata dietro la nuca talmente forte, da scaraventarlo all'angolo della stanza.

«Davvero non l'hai notato, Kovu? Ti sei fottutamente rammollito.
Da quand'è che ti fai accarezzare la mente da pensieri codardi tali a questi, mmh? E non ti vergogni? Immagina se Kenny venisse a sapere di aver cresciuto un pusillanime, vigliacco e senza palle come te...
A quel punto.. penso che avrebbe una buona ragione per farti fuori, ci giocherebbe la faccia su di te.
Non avrai mica perso la grinta di un tempo? O forse ti è solo passata la voglia di combattere per paura di perdere?
Sei solo un pavido incoerente, non eri forse tu quello che diceva che gli amici non si abbandonano, bastardo?»

Speravo di smuoverlo, fargli cambiare idea o anche solo riuscir a fargli empatizzare la situazione, eppure lui era lì, che stroncava sul nascere ogni mio tentativo di riuscirci.

Lentamente si rizzò sulle gambe, ponderando uno sguardo che non vedevo da anni e di cui avevo rimosso i tratti.
La sensazione che trasmetteva mi distruggeva nell'interno, sentivo che qualcosa si stava rompendo tra noi due e iniziai a pentirmi delle parole che gli avevo rivolto.

Furlan's sister -LevixReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora