-17-

2.2K 135 6
                                    

Alcune ore prima...

T/n s'pov

Volevo spegnere la mente delle volte.
Mi sarebbe piaciuto chiudere gli occhi e sognare come farebbe un bambino o come ci può riuscir un adulto con grande forza di volontà.
Volevo farlo come lo avrei voluto io.
Nella maniera più naturale possibile, perché bastasse un singolo sbatter d'occhi per riuscirci.
Ma non si può avere tutto dalla vita e delle volte si ha solo l'esistenza stessa di questa, ed è per questo che poi la sua essenza si va disperdendo, ma questo, è solo per colpa nostra.
Perché siamo noi a decidere come vivere questa vita e siamo noi a pagare le conseguenze delle nostre scelte.

Tenevo stretto tra le mani il documento ricevuto quella mattina, come gliel'avrei detto ai ragazzi?
Era un ultimatum nel quale vi era una scadenza, questo significava che dovevamo completare l'incarico entro un tot tempo.
Non saremo riusciti mai a farcela di questo passo.

Odiavo quel periodo dell'anno, ed era sempre stato così. Arrivati i mesi primaverili mi chiudevo senza neanche volerlo e questo mi faceva incazzare.
Avrei voluto fregarmene di tutti e tutto quel mattino, almeno fino al giorno dopo, ma questo non era possibile.
Sarebbe stato troppo egoistico mandare tutto a putta*ne solo per i miei meri problemi personali, dovevo pensare ai miei amici.
La spedizione sarebbe stata tra meno di un mese e avevamo la scadenza tra cinque settimane, se avessimo fallito l'assassinio alla prima, quando si sarebbe presentata una seconda occasione per compiere la missione?
E soprattutto, come si sarebbero comportati con noi i maggiori per un tentato omicidio verso un caporale?
Troppi pensieri mi passavano per la testa nel mentre la fine della giornata si avvicinava sempre più.
Mi passai una mano tra i miei capelli c/c per lo stress e mi diressi sul campo sperando di sbollentare gli animi.
Dovevo calmarmi, riuscir a mantenere il sangue freddo e trovare una soluzione.
Giri di campo, flessioni, calci e pugni non riuscirono a placarmi del tutto e quel giorno, avrei avuto la forza di uccidere un orso a mani nude, se solo l'avessi avuto davanti.

«Hai bisogno di un avversario?»
Esclamò una voce alle mie spalle.
Mi girai ritrovandomi difronte un ragazzo dall'aria familiare e scrutandolo meglio mi ricordai di lui, mi pare si chiamasse Mike.
Kovu gli diede un destro perché aveva iniziato ad annusarmi, ridendosela sotto i baffi.
Hanji lo giustificò dicendo che era il suo modo per presentarsi o almeno così supponeva, visto che lui non aveva mai spiegato il perché del suo fare insolito, tuttavia era stato abbastanza bravo per accaparrarsi un'ottima posizione nel corpo di ricerca.

Disgustoso.

«A tuo rischio e pericolo.»
Lo avvertì, non volevo avere altri problemi.

«Questo dovrei dirlo io, ma sta tranquilla, ci vado piano con le fanciul->>
Non gli consentì di terminare la frase che lo attaccai sferrandogli un pugno dritto nello stomaco.
Gli lasciai qualche secondo per farlo riprendere dal colpo, nel mentre che la gente lasciava quello che stava facendo, avvicinandosi a noi.

«E va bene..- levò la mano dal suo stomaco mettendosi successivamente in posizione d'attacco-L'hai voluto tu!»
Si fiondò su di me e lasciai che lui attaccasse, mentre io schivavo tutti i suoi colpi, volevo studiarlo prima di mandarlo al tappeto.
Con la coda dell'occhio notai i cadetti che si stavano fiondando in massa sulla scena, cosa c'era tanto da guardare?
Continuavo a schivare tenendo la mia attenzione puntata sul "pubblico", la voce del mio avversario mi riportò sullo scontro.

«Le donne tenaci mi incuriosiscono.»

Sussultai, questa frase l'avevo già sentita.
Un pugno mi colpì in pieno volto, il mio sguardo cadde nuovamente sulla gente attorno a noi e scorsi la figura di un ragazzo.

"Vitani?!"

Un calcio, un frontale, un pugno..
Una combo di attacchi stavamo andavano tutti a segno per essermi deconcentrata, ma io ero come pietrificata.
C'era davvero lui tra quella folla di persone? O era la mia immaginazione che mi giocava brutti scherzi per via di quella frase?
In ogni caso, non avrei permesso a quello scarto di battermi in quel modo.
Mi alzai e una scarica di adrenalina mi oltrepassò in tutto il corpo, così bloccai il calcio che mi stava arrivando con l'avambraccio.

«Ti sei illuso abbastanza, non credi?»
I suoi occhi non ebbero nemmeno il tempo di spalancarsi che contrattaccai.
Ero troppo veloce perché lui potesse reagire, arrivai quasi a sfigurarlo e persi il controllo.
Attorno a noi l'aria divenne tesa, le persone incominciavano a spaventarsi e alcune mi intimavano a gran voce di fermarmi.
Eppure io ero appena al arrivata al punto di non ritorno ed ero troppo sorda per riuscirci e pur cercando di placare la rabbia il sol immaginare che ci fosse quella feccia tra la folla mi faceva ribollire il sangue nelle vene, così la forza andava crescendo.
Incassavo colpi sempre più forti e senza neanche rendermene conto il mio avversario era svenuto.

Successivamente accorsero Zoe e un suo sottoposto che mi allontanarono dal milite.
«Ma che diamine t'è passato per la testa, t/n! Potevi ammazzarlo!»
Mi rimproverò l'occhialuta.
Non le prestai attenzione, il mondo attorno a me continuava a girare, mentre le immagini divenivano sempre più sfocate, i suoni e le voci ovattate.
Aguzzai gli occhi e mi sembrò di scorgere la figura di quel bastardo tra la folla, ma nessuno sembrava accorgersi della sua esistenza.
Che sia frutto della mia immaginazione?
Mi lasciai cadere e prontamente delle braccia mi cinsero i fianchi, aspirai l'odore del mio soccorritore e riconobbi il connubio tra cocco e mandorla che solo quel marmocchio di Isaac poteva emanare.

«Va tutto bene, T/n, è tutto ok...»
Cullata dal sussurro di quelle parole caddi nelle morbide e invitanti, braccia di Morfeo.

Furlan's sister -LevixReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora