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Levi's pov

Iniziò a togliersi scarponi e divisa.
La osservavo scrupolosamente in ogni minimo dettaglio, soggiogato dai suoi movimenti lenti e decisi.
Quella ragazza aveva carattere, forse fin troppo e questo mi faceva uscire di testa.
A riportarmi alla realtà fu proprio lei.

«Ackerman...»
Disse solo e non potei che inarcare un sopracciglio, confuso da quella sua inaspettata esternazione.

«Cosa stai..?»
Cercai di domandare, ma immediatamente lei mi bloccò, fissandomi dritto negli occhi. Il suo sguardo era un miscuglio di tante, fin troppe cose.
Era qualcosa che ti faceva ghiacciare sul posto, riusciva a imbambolare chiunque e per qualunque intendo davvero chiunque. Non importava la tua età, il sesso o tanto meno quanto tu fossi forte e determinato, lei riusciva a farti perdere ogni concezione.

Non ne capivo il motivo, odiavo maledettamente i suoi atteggiamenti arroganti...i suoi modi di fare, ma quella ragazza, era la raffigurazione della mela proibita. Diamine, era quel morso che ognuno nella vita avrebbe voluto assaporare.
Bella da morire, lussuriosa tentatrice, forte, sembrava il diavolo reincarnato in una piccola ragazzina.

«Voglio che tu sia sincero con me, perciò se non vuoi rispondere, non farlo.»
Ricambiai quel suo sguardo con uno altrettanto serio e la invitai a continuare con un cenno di capo.

«Perché ?»
Domandò stringendo i pugni fino a far sbiancare le nocche.

«Perché fai tutto questo? Sembra quasi che tu ti fidi di me. Credi che non l'abbia notato? Tu soffri, Levi Ackerman, patisci una sofferenza inverosimile anche solo da immaginare!»

Tutt'un tratto il suo tono si fece titubante e iniziò a torturarsi incessantemente le mani tra loro.

Cosa le prende?

«-Oi,ma tu stai..»

Piangendo. Stava piangendo e non sembrava aver intenzione di fermarsi.

«Perché piangi?»
Chiesi abbassandomi per toglierle le mani dagli occhi e nonostante i suoi sforzi per evitare questo mio gesto, alla fine ci riuscì.

«N-non sto piangendo, è l'allergia.»
Esclamò facendomi ridacchiare e anche lei sorrise lievemente.

«T/n, magari ti chiedo troppo ma, riesci a fidarti per un secondo, anche per un tempo non contabile sulle dita, di me?»
Le afferrai i polsi, cercando di trasmetterle fiducia e fermezza nelle mie parole. La vidi sussultare e annuire leggermente, dopodiché le asciugai le ultime lacrime che le rigavano il volto e la portai sulla riva.

«N-non so nuotare...»
Ammise in sussurro, facendo sì che le sue guance si tingessero di un lieve strato di rosa.

«Lo so.»
Le risposi, facendola arrossire ancora di più.

Mi tolsi gli scarponi e con essi le calze, buttandoli in un luogo indefinito tra l'erba.

Ero girato dal lato opposto del fiume, di conseguenza l'unica a vedere il bordo della riva era lei.

Potevo sentire la brezza che emanava l'acqua ghiacciata picchiettare sui miei talloni.

«T/n, dammi le mani.»
Dissi allungando le mie e lei le afferrò, leggermente titubante.

«Mettiamo il caso che, in questo momento, io sia ceco e che sia di spalle ad un imminente pericolo. Immaginati la scena, un passo falso e BAM- Alzai il tono della voce, facendomi leggermente indietro con il piede destro e lei immediatamente mi tirò più a sé, evitando che io cadessi nell'acqua.- potrei cadere...»
Conclusi, nel mentre lei continuava e tenere quello sguardo confuso in volto.

Furlan's sister -LevixReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora