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«Come ti chiami?»
Domandò Kovu rivolgendosi al ragazzo dagli occhi azzurri.

«Isaac.»
Rispose secco il biondino, Kovu mi guardava interrogativo, probabilmente anche lui non sapeva che fare.

«Che hai combinato per farli arrabbiare in questo modo?»
Il marmocchio per qualche secondo non rispose, ma poi si decide.

«Ho provato a scappare dalla città.»
Proruppe posando gli occhi in una parte indefinita della stanza dall'imbarazzo. Cercavo incessantemente il suo sguardo per testarne la sincerità, ma lui era troppo preso dal nervosismo per rivolgermi la sua attenzione.

«Quanti anni hai?»
La domanda che più mi interessava, eppure fu Kovu a domandare.

«Tredici, quasi quattordici però!»
Incalzò alzando leggermente il tono della voce, inarcai un sopracciglio per questa sua manifestazione infantile, per poi portarmi le braccia al petto.

Kovu mi guardò facendo segno di seguirlo, facendomi intuire all'istante dove volesse andare a parare

«Non ci pensare, è no.»
Iniziai rigida e senza un minimo di riluttanza, ognuno lì sotto doveva imparare a cavarsela da solo.

«T/n, tu non sei mai stata sola. Perché dovresti privare a questo ragazzo di un supporto? Gli potremmo garantire un po' di spensieratezza, dovremmo aiutarci l'un l'altro, qui sotto siamo tutti sulla stessa barca.»
Strinsi i pugni e rimasi nella mia convinzione malgrado stesse toccando tasti taglienti, che mi riportavano a rivivere momenti che avrei voluto solo dimenticare.

<<No, punto.>>
Ritornai nuovamente nella stanza dove vi era il biondino per avvisarlo di smammare alla svelta, non c'era posto per lui nei miei piani.

<<Scusa...>
Sussurrò sottomettendosi ancor più al mio sguardo.

<<Come?>>
Domandai assumendo un cipiglio confuso in volto.

<<Scusa ho detto...vuoi punirmi no? Anche il mio papà aveva quella medesima espressione quando voleva punirmi.>>
Mi bloccai pervasa dai ricordi.

Un papà eh?

<<E la tua mamma?>>
Sapevo che il mio sguardo si era addolcito, il mio tono anche, a tal punto che mi ritrovai ad abbassarmi alla sua altezza.

<<Non ho alcun ricordo di mia madre, se non di lei in lacrime.>>
Sospirò, probabilmente eliminando dalla sua mente qualche pensiero.

<<Isaac,hai una casa?>>
Continuai e di tutta risposta lo vidi muovere la testa in segno di no.

<<Ti piacerebbe vivere con noi?>>
Improvvisamente lo sguardo del marmocchio riprese luce e sebbene fossi girata di spalle, sapevo che Kovu stesse sorridendo.

<<S-sul serio? Non vi sarò di intralcio?! I-io non sono forte come voi..»
Si rattristo, rintanandosi nelle sue braccia, facendosi piccolo piccolo al nostro cospetto.

«Tu cosa vorresti?»
Gli domandai assumendo un tono di voce più serio rispetto a prima e lui finalmente mi ricambiò lo sguardo, fissandomi dritto nelle mie iridi.

«Io v-voglio vivere con voi due!»
Balbettò lui, cercando miseramente di non far trapelare incertezza in quello che diceva, a tradirlo fu anche il colorito rosato sulle sue gote.
Ridacchiai mentalmente difronte ai suoi modi di fare bambineschi e in poco tempo Kovu era accanto a me, con le sue braccia aperte nelle quali il ragazzino ci si fiondò all'istante.

Benvenuto tra noi...Marmocchio.

Furlan's sister -LevixReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora