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Le mani dei due si sfiorarono, seppur gli occhi non potessero vedersi e le orecchie sentirsi, la devastante buriana portava con sé ogni percezione umana, lasciando a quegli uomini su cavalli solo il tocco freddo dei loro corpi smarriti.
Si destreggiavano a spron battuto in cerca di un riparo in cui stanziare fino al momento di una galoppata più fattibile rispetto a quella che stavano affrontando.
Bastò questo perché quel corsiero imbizzarrito disarcionò il biondo che fatalmente cadde, rischiando d'esser schiacciato dalla velocità a rotta di collo dei suoi compagni com'egli atterriti.
E sebbene non potesse vedere, a Kovu mancò un battito quando il suo tocco delicato sfuggì dalle sue mani e senza interposizione fermò anche lui la sua corsa, venendo a sua volta lasciato indietro dall'armata.

«Forza, alzati!»
Proferì a gran voce il bruno, stringendolo per il bacino e sollevandolo di forza sopra del suo cavallo, poggiandolo proprio sul suo petto per evitare che cada nuovamente.

«Dobbiamo sbrigarci o la nebbia finirà per condannarci a dispersi.»
Isaac annuì, strofinando le gote sul torace di Kovu che nonostante l'intemperie, al biondo parve la cosa più calda con cui mai era venuto in contatto prima d'allora.

«Ti amo.»
Gli sussurrò il più grande all'orecchio.

«Vedrai che andrà tutto bene.»
Recitò più a sé stesso che ad Isaac e riprese la corsa al galoppo frattanto che il biondo si faceva piccolo piccolo nelle sue braccia ed i passi di molteplici giganti, al loro inseguimento, si facessero sempre più vicini ai due.

~~~

«Va tutto bene?»
Respiravo affannosamente, una mano all'altezza di un cuore che sembrava sfondarmi il petto.
Puntai il mio guardo nel suo, non riuscendo a nascondere la preoccupazione che abitava nei miei occhi in quell'istante.

«Era solo un incubo, eppure... sembrava così reale...»
Constatai massaggiandomi le tempie tentando di alleviare quel cruccio che mi attanagliava la mente.
Cercai indarno di evitare quel peso ai miei pensieri ma tutto sembrava voler riportare a quel sogno così lucido.

«Non pensarci ora, una doccia calda e una buona colazione ti aiuterà, vieni.»
Afferrai blandamente titubante la sua mano e immantinente una sensazione di calma e sicurezza mi inondò il petto.

Mi presi il labbro inferiore tra i denti, torturandolo tra di essi, per poi incastrare i miei occhi nei suoi, visibilmente affamati di sonno.

«Si vede tanto?»
Domandò lui a tal proposito e non potei che sospirare a quel quesito, come se non sapesse già la risposta.

«Immaginavo...»
Sorrise tenuemente, passando a esaminare minuziosamente le mie labbra.

«Mio dio...»
Mormorò raucamente prendendomi il viso tra le mani, accorciando pericolosamente le distanze tra noi.

«Facciamoci una doccia, forza.»
Rettificò scoccandomi un bacio a fior di labbra finendo per prendermi a mo di sposa e trascinarmi in bagno.

«Credi davvero che mi spoglierò davanti a te?»
Chiesi una volta arrivati nella sua stanza a discapito di quell'atteggiamento a braccia conserte che aspettava che facessi il primo passo.

«E difronte a chi se no?»
Ammiccò con un sorrisino sghembo, scrutandomi dall'alto in basso.

«Dai non ti guardo...mi giro?»
Puntualizzò con tono canzonatorio, accompagnato da un sopracciglio arcuato e quel riso malizioso in volto.

Furlan's sister -LevixReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora