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«Mi domando perché tu non combatta»
Continuò quella voce.

Mi voltai, trovandomi difronte un uomo alto e impostato, dal mantello verde si potevano intravedere i suoi ciuffi biondi.

«Se tu volessi,potresti far fuori la maggior parte dei soldati che si trovano qui, eppure ti astieni da qualsiasi combattimento.
È come se tu stessi seguendo un piano ben strutturato, come se tu sappia già come debba andare, non è così?»
Aveva ragione, in ogni modo non potevo fargli arrivare che ne avesse.

«Perché non mi mostri la tua forza?»
Si mise in posizione di combattimento sfoggiando le armi e io feci lo stesso.

La differenza di statura tra me e lui vi era abbastanza palese ma, per sua sfortuna, ero stata addestrata anche per combattimenti di quel genere.
In fondo, la differenza di statura o di sesso è molto relativa, se si è in grado di padroneggiare certe tecniche lo si è e basta. Nulla di più, nulla di meno.
Infatti, chi stava avendo la meglio tra noi ero io.
Peccato che lui avesse il coltello dalla parte del manico.

«Lasciatemi!Lasciatemi andare!»
Poiché quando non si ha la forza, la furbizia diventa la nostra migliore arma.
Gli avevano catturati.

Lasciai cadere le armi, facendomi ammanettare.

«Chi vi ha dato questi?»
Un'altra voce che a differenza di quella di prima era più roca e penetrante.
Una figura più o meno della mia stazza si abbasso alla mia altezza, poiché stessimo chinati tutti e tre.

«Tu sei il loro leader giusto? Rispondi allora, chi vi ha dato questi?»
Rimasi in silenzio e quella mancanza di risposta parlò da sé. Invero, questa, non era dovuta solo all'omertà, ma anche dalla noncuranza di una probabile reazione di rabbia da parte del mio interlocutore.

«L'hai voluto tu.»
Difatti, come si volevasi dimostrare, egli mi prese per il cappuccio e mi scaraventò la faccia al suolo fangoso.

«Allora?»
Strinsi i denti e continuai a non fiatare nel mentre stava per immergermi nuovamente la testa nel fango.

«FERMO! Ti prego basta! Gli abbiamo trovati, erano stati gettati nell'idea che si fossero rotti e ne abbiamo approfittato, tutto qua!»

Kovu, avevi sempre la risposta pronta eh?

Nel rialzare la testa mi si abbassò il cappuccio, facendo sì che mi si scoprisse il volto. L'espressione dei soldati attorno a noi variò stupita, di tutti fuorché dell'uomo che mi aveva appena umiliato.

«Una giovane donna?»
Esclamò uno di loro facendo partire varii schiamazzi.

«Silenzio. Non ha importanza che tu sia donna o uomo. Hai commesso crimini gravi e devi pagare per le tue colpe.»
Sentivo gli sguardi dei miei "fratelli" su si me, avevano paura e mi chiedevano insistentemente in quegli attimi e sguardi di terrore, a cosa, ma soprattutto a quale dio, dovessimo riporre la nostra fede.

«A meno ché tu e la tua banda non vi uniate al corpo di ricerca, sai, sarebbe un peccato sprecare ragazzini talentuosi come voi.»
Proruppe il biondo e una lieve risatina velò il mio beffardo ghigno.

«Definisci, "sprecare"»
Domandai ridendo mentalmente, per poi portare i nostri sguardi a mescolarsi in uno solo di sfida.

«Mandare alla forca»
Esclamò di rimando con un pizzico di ironia,
un ghigno beffardo velò il mio sorriso costringendomi alla resa.

Noi eravamo solo carne da macello e nel momento in cui saremmo entrati a far parte della legione non sarebbe cambiato nulla. Saremmo restati sempre e solo carne da macello, però certificata.

Furlan's sister -LevixReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora