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T/n s'pov

Stavamo sgattaiolando, ancora leggermente gocciolanti, verso la camera di Kovu poiché, fortunatamente, all'epoca io lasciavo sempre dei vestiti di ricambio all'interno della camera del bruno.
Avevamo pensato che sfruttando l'ottima posizione della sua stanza, estranea ad occhi indiscreti, avremmo potuto far passare il tempo, evitando di farci beccare e tantomeno vedere assieme fino alla cena.

«Vedo che sei dura di comprendonio.. ti ho detto che quella strada è bloccata! Cocciuta di una mocciosa.»

«Non è vero. Questo è quello che ci fanno credere, così da pensare che di lì non si possa passare. Ragione per la quale quella strada, sarà, maledettamente, apert- Ok, forse, ma tipo in piccolissime dosi, ma proprio microscopiche, invisibili a occhio nudo, hai un pochetto ragione tu.»
Sentì il corvino sospirare sommessamente e borbottare qualcosa contro di me, nel mentre svoltava per una strada completamente opposta rispetto alla nostra.

Decisi di affiancarlo e senza farmi beccare, mi soffermai nell'osservarlo di sottecchi, nei suoi lineamenti, movimenti, occhi, tutto.. scrutare minuziosamente lui.

Solo quando mi accorsi che il corvino stava ricambiando lo sguardo, decisi di puntare gli occhi altrove.

«Tsk, mocciosa..»
Borbottò poggiandomi una mano alla radice dei capelli, scompigliandomi delicatamente le mie ciocche c/c tra loro.

Il silenzio che c'era tra noi in quel momento, parlava da sé. Era come se fossimo complici di un reato inesistente, uniti da una consapevolezza imbarazzante, da una confessione ermetica avvenuta qualche minuto prima per un mio mero capriccio.

«Eccoci..»
Borbottai difronte alla camera del mio compagno di mille avventure, Kovu. Sbuffai sonoramente cercando, tra le tasche della mia divisa, la copia delle chiavi della sua stanza.

Infilai quest'ultime nella toppa, leggermente a soggezione sotto lo sguardo di un Levi poggiato allo stipite dell'entrata, braccia conserte e sguardo annoiato. I miei amici erano rumorosi e lui lo sapeva fin troppo bene.

«Kovu ho bisogno di prendere due camb- oh mio dio...»
Dallo stupore, le mie chiavi finirono a terra, così come la mia mascella, spalancata in un'enorme O.

«Cazzo, cazzo, cazzo..»
Continuai in un misto tra lo scioccato e l'incredulo.

«T/N, POSSO SPIEGAR-»

«Sta-Zitto. Un così candido e limpido di un ragazzino con un manigoldo come te. Dopo mi senti, Kovu. Isaac, se hai bisogno vieni pure nella mia stanza.»
Esclamai tutto di un botto, sbattendo la porta.

In tutti i modi cercai di togliermi quella fottuta visione dalla mente.

«Cosa è successo?»
Chiese Levi, mentre io mi lasciavo trascinare a terra lungo la porta alle mie spalle.

«Cazzo, cazzo, CAZZO. NON DORMIRÒ PIÙ LA NOTTE! Oh mio dio...»

Avete presente quello strano momento in cui becchi i tuoi parenti in un momento intimo tra di loro? Ecco. Io avevo appena trovato i miei migliori amici, con qualche accenno di indumento a dosso, in procinto di fare qualche porcata, tipica di quel pervertito e dongiovanni di Kovu.

«Lascia stare.. non voglio saperlo.»
Proferì il corvino a discapito del mio stato mentale.

Quell'ingenuo e puro di un moccioso con quel lordo.. domani mi sente e giuro che gli stacco i genital-

«Oi, mocciosa. Non possiamo mica andare nella mia stanza. Oltre a essere lontana, è anche posta in una zona frequentata da tutte persone di rilevata esperienza.»
Mi avvertì, risvegliandomi dai miei pensieri.

Furlan's sister -LevixReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora