Capitolo 25 Creo un piano geniale (modestamente)

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Nicole...Nicole...
Come ho fatto a non pensarci!

- Quella brutta...

Peter mi mette il braccio intorno alle spalle e io dimentico momentaneamente se per respirare è necessario espellere l'aria dai polmoni. Rimango di ghiaccio per alcuni secondi. Poi mi costringo a portare le gambe al petto e le stringo con le braccia. Inspiro. Espiro. Cerca di rimanere calma Katherine, non sembrare una pazza psicopatica e nevrotica che ha paura del contatto fisico. Comincio a tremare, ma per fortuna Peter pensa che sia per il freddo e comincia a sfregarmi il braccio con la mano per riscaldarmi. È uno dei momenti più belli degli ultimi anni.

Mi volto a guardarlo e mi chiedo come può uno come lui, essere interessato ad una come me. Riesco quasi a vedere noi due, in questo momento, seduti per terra. Lui bello da mozzare il fiato, in camicia bianca e jeans strappati, con ciuffi dorati che gli cadono sugli occhi, che sta abbracciando un esserino minuscolo. Completamente diversa da lui, che come un sole riscalda tutto ciò che ha attorno, io sembro portare oscurità. Con questo strano vestito nero, completamente inadatto alla situazione, la pelle sporca e i capelli unti per il bisogno impellente di una doccia. Ad un tratto mi sento sudicia, con il desiderio quasi doloroso di un po' di sapone.

Intanto Peter ha ricominciato a parlare e io mi sento stupida a pensare alla doccia quando abbiamo altri problemi, molto più importanti.
Ma mentre Peter continua a spiegarmi i possibili modi in cui potremmo reagire, mi viene un dubbio.

Nicole è una figlia di Atena e non penso possa essere così stupida da farsi incastrare da Phoibos, ed io ho conusciuto sua madre e posso giurare sugli dei che non è stupida. Certo, neanch'io sono tonta, ma non ho neanche il livello di logica di una figlia di Atena, insomma, com'è possibile che sia riuscito ad abbindolarla? Lei avrebbe certamente trovato il modo di ribellarsi a Phoibos o perlomeno avrebbe fatto in modo che nessuno capisse cosa faceva.

- Peter, posso farti una domanda?

Si ferma a metà della spiegazione del piano C. A quanto pare neanche i figli di Apollo scherzano in fatto di elaborazione di strategie...

- Come fai a sapere che è Nicole l'infiltrata di Phoibos?

Lui mi guarda leggermente stranito, probabilmente sta pensando che ho dormito mentre lui parlava, ma risponde comunque.

- È morto un ragazzo.

La sua espressione si rabbuia, come quando una nuvola passa davanti al Sole.

- Sembra che si sia suicidato buttandosi giù da una finestra del secondo piano. Ma io lo conoscevo. Era un ragazzo solare, non aveva problemi, era felice, aveva una ragazza, non aveva motivi per uccidersi. E per di più, i suoi vestiti erano strappati, come se avesse lottato con qualcuno.

- Nessun'altro si è accorto che era una cosa un po' strana?

- Si, se ne sono accorti in molti. Ma non c'è un omicidio da secoli alla D.O., è una cosa impensabile per loro, soprattutto perché non ci sono possibili colpevoli, George era simpatico a tutti. Ma accanto alla finestra da dove è caduto ho visto Nicole. Erano un paio di giorni che la vedevo molto interessata a lui, prima non pensavo fosse strano perché molte ragazze lo perseguitavano, ma dopo quello che mi hai detto...

Fa una pausa e io capisco che lo devo fermare. Era un suo amico,  non ce la fa più a parlare di lui, di come è morto.

- Lo conoscevo?

Mi guarda. Lo fa spesso e io ne sono sempre più felice, più lo guardo negli occhi e più riesco a restare ancorata a terra.

- Era il ragazzo di Chloe.

La Tredicesima Dea: l'Inizio di una MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora