Capitolo 5 Una bella chiacchierata

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Cerco di riscuotermi, non è il momento giusto per porsi delle domande.

- Peter, puoi abbassare l'arco e venire ad aiutarmi?

- Cosa vuoi fare?

Si avvicina lentamente e con cautela, a quella che lui vede come una minaccia, mentre per me è un povero cucciolo ferito.

- Voglio portarlo in infermeria, ha una zampa sanguinante. Vieni, aiutami a sollevarlo.

- Non credo sia una buona idea, è un drago, è pericoloso!

Lo guardo, cercando di mettere nel mio sguardo tutta la severità che stamattina lui ha messo nel suo.

- È un cucciolo ferito che ha bisogno di cure, non farà male a nessuno.

Rassegnato si fa avanti e lo prende in braccio, un altro ragazzo si fa avanti e lo aiuta. Io cerco di essere utile, ma sono più una zavorra, quindi lascio stare e mi limito ad aprirgli le porte. Sotto la camicia a maniche corte vedo i suoi muscoli contratti per lo sforzo di sollevare il drago. Mi imbambolo per un po' a guardarlo, ma poi devo distogliere lo sguardo per prestare attenzione all'infermiere corso ad aiutarci.

- Cos'è successo? O miei dei! Quello è un drago! Perchè lo avete portato qui?

- Signor Richard è un cucciolo ferito, non potevo permettere che lo uccidessero.

Lo guardo implorante, ma lui non sembra capire.

- Signorina è un mostro, non un animale da compagnia.

Ora comincio ad arrabbiarmi, come possono voler uccidere un animale così dolce? Il drago si volta verso la mia mano e struscia la testa contro il palmo facendo le fusa.

- Lo guardi signor Richard, le sembra un pericolo?

Brontolando sottovoce prende il drago e lo porta dentro una stalla. Lo osserva per un po' in silenzio, poi tentennando poggia la mano sulla zampa ferita. Il drago scopre i denti aguzzi in un ringhio, ma l'infermiere non si scompone e va a prende delle bende.

- Non so molto sulle cure per i  draghi, ma delle buone fasciature e un po' di magia di Apollo dovrebbero bastare.

Tampona la ferita, adesso si vede meglio. E' un taglio abbastanza profondo e lungo una decina di centimetri. Distolgo lo sgurdo, il sangue mi fa impressione, sento già i brividi sulle gambe. Una mano mi carezza il braccio. Alzo lo sguardo ed incontro quello preoccupato di Peter.

- Stai bene?

- Si è solo che vedere le ferite mi fa un po' ribrezzo.

Scoppia a ridere e dal tono capisco che si è tolto un peso, doveva essere davvero agitato mentre portava in braccio il drago. Mi sento una stupida a esermi imbambolata quando lui era così preoccupato, se avessi potuto avrei portato io il drago, ma non riesco a sollevare più di una trentina di chili, come avrei fatto a portare un quintale di drago fino al centro dell'edificio?

- Ti fa ribrezzo un po' di sangue, mentre accarezzare la pelle squamosa di un drago che potrebbe ucciderti no. Sei incomprensibile.
Scuote la testa.
- Non capisco ancora perchè non sei scappata via urlante come tutti gli alunni del primo anno, di fronte ad una bestia del genere.

Vorrei dirgli la verità, che quel drago non è una bestia, almeno non in confronto a me. Probabilmente quel cucciolo indifeso non ha mai neanche fatto del male a qualcuno, e quanto vorrei non averlo fatto anch'io, ma il passato è passato, non si possono cambiare le proprie azioni anche se certe volte si vorrebbe. Invece mento, non è il momento per parlare dei miei sbagli.

- Non volevo sembrare una fifona.
Fingo di arrossire.
- E  poi ho visto subito l'espressione di terrore nei suoi occhi, ed è stupido indietreggiare di fronte a qualcuno che ha paura di te. 

La Tredicesima Dea: l'Inizio di una MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora