Capitolo 40

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Affondo la testa nella veste di Chloe, cercando di proteggermi dal suo grido perforante. La spalla mi duole in modo impressionante. Se dovessi descrivere il dolore direi che è come se Cerbero mi stesse azzannando la spalla con tutte e tre le sue teste, anche se so perfettamente che è impossibile poiché la mia spalla è grande come un suo occhio e quindi tre paia di fauci enormi non riuscirebbero mai a morderla contemporaneamente, ma non è questo l'importante.

L'importante è che sebbene il dolore non stia diminuendo la vista comincia a schiarirmisi e fortunatamente Chloe ha chiuso la sua boccaccia ed adesso sta semplicemente piangendo su di me. Con un grugnito mi alzo dal grembo di Chloe, con la testa che gira come una trottola in una centrifuga. La ragazza si affretta a prendermi per le spalle e a reggermi. Sta ancora piangendo, anche se adesso si limita ad un lento scendere di lacrime. Dal canto mio, mi sto perfezionando in un susseguirsi sempre più lamentoso di grugniti, ma ehi! Cinque minuti fa avevo una freccia conficcata nella spalla, posso permettermi qualche lamentela.

Un grido mi fa voltare verso la battaglia che si sta svolgendo tra quelle che prima distinguevo come macchie rosse. Sembra un duello spartano, con tre ragazzi evidentemente in forma (se così si può dire) con mantelli cremisi (i simboli neri sono dei dettagli insignificanti in questa mi visione) e armi da Antica Grecia. È stupefacente come nel ventunesimo secolo ci sia un posto dove le guerre si combattono a spada, lancia ed arco. Ma poi, perché? Perché non usano bombe o che so io? E poi, perché in una scuola dovrebbero insegnare solo come combattere? Così gli alunni rimangono con la cultura di un quindicenne, non è esattamente una buona cosa.

Sento un altro grido, anche se adesso è evidentemente di rabbia. Finalmente mi decido a fare qualcosa. Cerco di alzarmi in piedi, ma prima che possa riuscirci Chloe mi ferma per la vita.

- Aspetta qualche secondo.

Sta tagliando un pezzo del suo mantello da cerimonia con il coltello che avevo legato alla gamba, quello donatomi da Ares. Ma dico io, come Ade si permette?!

Prima che possa esprimerle la mia più totale indignazione, Chloe avvolge la stoffa tagliata attorno alla mia spalla in verticale e poi in diagonale dal collo. In effetti fa strani giri anche sotto l'altro braccio, stringendo anche troppo. Mi sta letteralmente fermando la circolazione sanguigna, e l'emorragia. Io amo questa ragazza. Sì, prima pensi che una persona ti stia tradendo e voglia uccidere il tuo quasi ragazzo, poi la ami perché ti sta salvando dal dissanguamento. È così che va la vita.

Quando finisce di fare il nodo, si alza e mi aiuta a fare lo stesso, poi mi ridà il pugnale. Per un momento penso ancora di dirle che è assolutamente vietato toccare le mie cose, soprattutto le mie armi, ma poi penso che l'ho già accusata di voler uccidere il suo migliore amico, direi che per oggi ho già fatto abbastanza. Magari glielo dico domani.

Prima però devo arrivarci a domani.

Con un segno le dico di andare a recuperare le sue armi e venire ad aiutarci, poi comincio ad avanzare verso i tre combattenti, che nel frattempo si sono spostati verso il limitare della foresta.

Sinceramente non capisco come faccia Jan a sopravvivere combattendo contro un dio ed un semidio di un anno più esperto. Solo quando mi avvicino di più riesco a vedere veramente il duello.

Thanatos e Peter stanno combattendo fianco a fianco, uno munito di falce l'altro di arco. L'incarnazione perfetta degli stereotipi di Morte e Apollo. Poi c'è Jan con un'espressione di costante rimorso sul volto, continuando a chiedere perdono e ad esprimere le sue motivazioni.

- Lo sto facendo per Sabine! L'ha minacciata. È la mia gemella, non posso permettere che muoia!

In risposta Peter digrigna i denti e scaglia sempre più frecce. Ma Jan le schiva tutte, o al massimo le para con una delle sue due spade. Che in realtà è una delle MIE spade. L'ho già detto che sono possessiva?

La Tredicesima Dea: l'Inizio di una MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora