Devo sbrigarmi. Mi sono attardata con Ares agli allenamenti e adesso è quasi ora di cena. Fra poco verranno a chiamarmi per mangiare e se sarò ancora in camera mia non potrò più avere la possibilità di scappare in tempo. Infilo gli ultimi vestiti dentro lo zaino e poi ci metto le armi. Purtroppo non ci stanno tutte e decido di tenere addosso le altre. È un rischio ma dopotutto sto per attraversare un bosco pieno di mostri mangiabudella e di insidie degne delle dodici fatiche di Eracle, quindi credo che sia un obbligo essere armata a dovere. Chiudo la zip, dopo aver infilato qualche barretta di cereali e una bottiglietta d'acqua nella tasca laterale. Bene, ho finito.
Vado verso la porta ma non riesco a non dare un'ultima sbirciatina al mio riflesso nello specchio, dopotutto sto per incontrare Peter. Per confondermi tra le ombre sono vestita completamente di nero, e i capelli sono sciolti in morbidi boccoli sulle spalle. Mi chiudo la zip del giubbotto di pelle e abbasso l'orlo della canotta fino a coprire la vita dei leggins.
Mi avvicino alla porta, mi sollevo le maniche del giubotto fino ai gomiti e prendo un bel respiro. Sto per prendere la maniglia della porta quando sento bussare.
- Signorina Katherine, è pronta la cena.
Mi si rizzano i capelli sulla nuca. Soffoco un'imprecazione. Alla velocità della luce prendo una decisione. Apro la finestra e guardo giù. Saranno almeno tre piani di altezza.
La ninfa, ovviamente una serva di Persefone, bussa un'altra volta, con più insistenza.
- Signorina, vostro padre ha detto che siete qui. La cena è in tavola, dovete scendere a mangiare.
Non ho più tempo. Salgo sul davanzale. Prego la dea Artemide protettrice delle fanciulle affinche non mi faccia splaccicare al suolo. E poi salto.
Il terreno di avvicina in fretta ed io spero solo di non morire. Atterro con le mani a terra, in posizione felina. Mi alzo e grazie a Zeus sono ancora tutta intera e perfettamente funzionante! Mi nascondo all'ombra di una colonna e sento qualcuno affacciarsi alla finestra della mia camera.
- Signorina? La prego mi dica che è laggiù! - Sento la ninfa parlare a bassa voce. - Fantasico, adesso chi ci parla con Ade?! Sarò licenziata e dovrò tornare da quel vecchio pino di mio padre!
La sento allontanarsi, e un po' mi dispiace per lei. Mi tiro uno schiaffo. Non mi devo dispiacere per nessuno! Non mi deve importare di nessuno! Non mi devo affezionare a nessuno! Poi mi ricordo perché sono in questa situazione. Forse di qualcuno mi importa... Ma non ha importanza finché non trovo il modo di arrivare al cancello.
Fra poco verranno a cercarmi e io non ho idea di dove sia il cancello, non so orientarmi negli Inferi e, mi sono appena ricordata che dietro di me in camera c'era un'altra porta. Ero così agitata che me ne sono completamente scordata! Potevo usarla per arrivare alla mia meta.
Mi siedo a terra sconsolata. Ma che sto facendo! Non mi posso arrendere alla prima difficoltà.
Comincio a correre per allontanarmi dal palazzo prima che qualcuno mi veda. Ad un certo punto cominciano a risuonare delle sirene d'allarme. Mi volto e vedo il castello di Ade completamente illuminato, come non l'ho mai visto. Tutte le luci delle finestre sono accese, dei puntini di luce girano per il cortile (probabilmente delle ninfe con le torce), dalla guglia più alta di ogni torre si accende un enerme faro che sprigiona un fascio di luce, sufficiente ad illuminare un'intera città. Non ho mai visto gli Inferi così luminosi. Guardo un'ultima volta il palazzo di Ade, adesso più che una casa sembra un carcere di massima sicurezza.
Poi mi volto e scappo correndo più veloce di quanto abbia mai fatto. Non voglio essere ancora qui, per scoprire quali creature hanno sguinzagliato i miei genitori per trovarmi.
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La Tredicesima Dea: l'Inizio di una Morte
Fantasy|| IN REVISIONE || "Fidarsi di se stessi è il peggiore degli sbagli" Più di tremila anni sono passati dalla creazione di un nuovo dio. L'Olimpo arranca, cercando di rimanere in vita nonostante l'umanità oramai lo consideri una favola mitologica. I s...