Regalo *-*

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È il mio compleannoooooo!!! Felici 14 anni a meeee!!! E come promesso, ecco qui il capitolo dal punto di vista di Thanatos. È ambientato nella sera in cui Katherine è scappata dagli Inferi. Subito dopo il loro incontro.

Cammino spedito verso il palazzo. Le anime si ritraggono al mio passaggio, mi odiano. Lo vedo nei loro movimenti. Io sono quello che le ha portate qua, io sono la morte. E mi odio anch'io per questo.

Mi strofino il palmo della mano, dove poco fa era stretto il polso di Katherine.

Perché l'ho lasciata andare? Potevo tenerla qui, con me. Chi se ne frega di quella sottospecie di feccia mortale, figlio di quel montato di dio del Sole. Si, ho fatto le mie ricerche. Ipno conosce tutti, e se si riesce a tenerlo sveglio abbastanza a lungo, si possono ottenere informazioni molto utili. So perfino cosa sogna nei suoi incubi, e non mi piace che tenga a Katherine tanto da sognarla così spesso.

Stringo il pugno. Quanto lo odio! La farà soffrire, le spezzerà il cuore e lei glielo lascierà fare.

Ma io lo posso fermare. Posso andare nel mondo mortale e reclamare la sua anima, posso ucciderlo.
Trasalisco. Una parte di me lo vuole davvero. Vuole distruggerlo per impedirgli di stare con Katherine. Ma l'altra, la parte più inteligente e razionale, si chiede se io sia davvero più adatto a lei, se penso queste cose.

Forse è meglio se lo lascio andare, in fondo lei ha già fatto la sua scelta, ed ha scelto lui. Mi ha abbandonato per lui! Forse quando morirà Zeus gli darà il permesso di trasformarlo in dio, così che stia con lei per sempre.
È questo il suo destino. Ma perché il suo futuro deve essere con lui? Perché non può stare con me? Perché ogni volta che mi succede qualcosa di bello qualcuno me lo rovina?!

Mi ritorna la voglia di strozzare quel semidio con le mie mani. Mi trattengo dallo sfondare il portone con un calcio e cammino spedito verso la mia stanza.

Le urla di Ade si sentono in tutti i corridoi. È incazzato alla grande. In effetti io non sono da meno. Ho proprio bisogno di un sacco da boxe personale, almeno la smetterei di spaccare le porte, o i muri, o le finestre, o il letto, o qualsiasi cosa sia a portata di pugno.

Quando apro la porta penso, per un momento, che ci sia davvero qualcuno che mi benedice a questo mondo, perché mi trovo davanti il sacco da boxe migliore che potrei avere dopo quel semidio. Davanti a me, sorridente come se non fosse l'artefice delle mie pene, c'è Eros, l'amore.

Mi fermo sulla soglia, sicuro che se mi avvicinassi a lui anche solo di un passo, potrei distruggerlo a suon di pugni. E sanno tutti, sull'Olimpo, che Eros è un pappamolle.

Non so come gli umani si immaginino il dio dell'attrazione fisica, forse come quelle statuette di Cupido a forma di bambino nudo con arco e frecce, ma non è sicuramente un bambino, e non è nudo, per mia fortuna.

Quello davanti a me è un sedicenne in pieno sfogo di acne. Il classico nerd sfigato, con i capelli tagliati male, gli occhiali e il viso completamente ricoperto da brufoli. Non ho mai capito perché Eros avesse scelto questa forma, dopotutto essendo figlio di Afrodite ci si aspetterebbe da lui un certo aspetto, ma lui si rifiuta di assumere la sua vera forma, cioè un ragazzo biondo e muscoloso, senza alcuna traccia di acne.

- Cosa vuoi?

- Non vuoi sederti?

Mi sorride e da dei colpetti con la mano sul letto. Io resto fermo dove sono. È risaputo anche come Eros sia felicemente bisessuale, e di come sia bravo a convincere una persona a venire a letto con lui. E la mia situazione non ha davvero bisogno di essere ulteriormente complicata.
Incrocio le braccia al petto e mi appoggio alla parete. Lui scuote le spalle e mi guarda. Non ce la faccio più a trattenermi.

- Cosa ci fai qui?

Mi viene nuovamente voglia di tirargli un pugno, anche solo per levargli quel sorriso dalla faccia.

- Penso che tu lo sappia.

- Oh, per favore, non stai parlando con un mortale, smettila con questo giochetto del "lo so che non lo sai ma adoro farti credere che sono più intelligente di te".

Sembra offeso, devo avergli rovinato tutte le battute.

- Sono qui per convincerti a rassegnarti. Non potrai mai stare con Katherine.

Smetto quasi di respirare. È ovvio che lui sappia che Katherine mi...mi...mi piace. O defunti dell'Ade, che strano che è pensarlo! Mi sento così, umano... Cavolo ragazzi, sono patetico!

- Io non voglio stare con Katherine.

Quanto lo odio quando mi guarda con compassione! La deve smettere di trattami come un imbecille. Si alza e noto quanto sia fluido, anche per un dio. Si avvicina a me e mi tocca il braccio. Io mi ritraggo, ma il danno è già fatto. Ero così nervoso che quando mi ha toccato ho sprigionato la morte.

La pelle della sua mano si raggrinzisce, fino a diventare una sottile pellicola trasparente e rugosa che lascia intravedere tutte le vene e le arterie. È diventata la mano di un vecchietto.

Con una smorfia la ritrasforma nella mano di un sedicenne, ma si percepisce ancora l'alone della morte. Se non fosse un dio sarebbe già morto. Si avvicina a me. Si avvicina davvero troppo a me. Cerco di ritrarmi, ma sono completamente attaccato alla parete, non posso fare più di così.

- Tu la ami. Io lo so, sono l'amore! O almeno una parte di esso. Una parte non certamente trascurabile. Non cercare di mentirmi su queste cose.

Il suo viso è a pochi centimetri di distanza dal mio e io sono completamente attaccato alla parete. Ti prego non baciarmi, ti prego non baciarmi, ti prego non baciarmi!

C'è da specificare che io non ho nulla contro i gay, anzi, anche Alessandro Magno era gay. Solo che non voglio diventare uno di loro. Felicemente etero per sempre.

- E anche se fosse vero? Cosa importa?

- Devi lasciarla andare. Lei starà con Peter.

- Chi lo dice, tu?

Ha una strana espressione, di colpevolezza...ma anche di agitazione. Mi sta nascondendo qualcosa.

- Magari fossi solo io...

- E allora chi è? Sei tu che fai innamorare le persone. Sei tu che decidi chi avrà il cuore spezzato e chi vivrà una vita felice con l'anima gemella.

- Ti sbagli, io non controllo l'Amore, o almeno non tutto. Come tu non puoi controllare del tutto la morte. C'è l'amore vero, quel sentimento che nasce dal profondo di ogni persona. Quello incontrollabile che non dipende da me. Quello è il caso di Katherine.

Il mondo sta cadendo a pezzi. Un terremoto sta spezzando la terra, o forse sono io. Forse sono io che sto cadendo a pezzi.

- È questo che Katherine prova per Peter?

Abbassa lo sguardo, mi sta nascondendo qualcosa, ma cosa? Mi arrabbio, mi arrabbio così tanto che lo prendo per le spalle e lo sbatto alla parete.

- Cos' è che non mi stai dicendo? Cosa non mi vuoi dire, Eros?!

Le mie urla si propagano nell'aria, come le onde di un sasso lanciato in uno stagno. Sovrastano anche quelle di Ade. Eros si è fatto piccolo piccolo. Mi sta scongiurando di non fargli del male. Io gli prometto che non gliene farò se mi dice quello che voglio sapere, ma non sono sicuro che manterrò la promessa.

Ecco qui. Thanatos non è come ve lo aspettavate, eh? Ovviamente il finale in sospeso era d'obbligo ;)
Comunque mi dispiace di non aver aggiornato ieri, ma mi sono addormentata prima di riuscirci...
Avete visto chi è Ade??? Il nostro  Damon di The Vampire Diariessss!!!!!
Vi adoroooo!! Aspetto tanti commenti, mi raccomando. Ciao.

La Tredicesima Dea: l'Inizio di una MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora