Capitolo 8 Figli di Ermes

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Finiamo di mangiare alle due e mezza, perché chiacchierando e scherzando il tempo ci è sfuggito di mano. Sabine e Jan sono sembrati simpatici a tutti e penso che a Ryan lei piaccia, é stato tutto il tempo a cercare di attaccare bottone. Era così dolce, perché più cercava di non sembrare impacciato, più lo era. Per essere uno del terzo anno sembra quasi che non sia mai uscito con una ragazza. Alla fine, quando ce ne siamo andati dalla mensa eravamo uno degli ultimi gruppi rimasti.

Mentre aspetto il professor Szatìr vicino al laghetto ho modo di ripensare a questa notte, a Stalky e al suo ordine. Il fascicolo è sul mio comodino come mi aveva promesso, l'ho visto mentre toglievo le tende dal soffitto. Ho tradito molte persone nel corso degli anni, compagni di classe, professori, persone che conoscevo poco o niente, e tutte le volte stavo male pensando a quello che avrei dovuto fare, ma mai come questa volta. Il solo pensiero di come potrebbe andare a finire mi fa venire voglia di raggomitolarmi in un angolino a piangere, ma non posso farlo, non posso perdere l'ultimo granello di dignità che mi rimane. Ma come posso fare per evitare l'inevitabile? Mi ricordo di una cosa che ho detto tempo fa, a un mio compagno di classe con cui avevo fatto un po' di amicizia. Mi aveva chiesto come facevo a sopportare le prese ingiro, gli insulti e gli atti di bullismo senza battere ciglio, io gli avevo risposto che nella vita ci sono sempre come minimo due scelte, ed ogni scelta porta con se delle conseguenze poco piacevoli, quindi l'importante è fare la scelta che porta con sé il male minore, e che contro i bulli il male minore era sopportare e soffrire in silenzio invece che affrontarli per dare inizio a una serie di scazzottate ogni giorno, oltre al dolore emotivo non volevo anche quello fisico. Ma adesso quale sarebbe il male minore? Seguire gli ordini di Stalky per essere poi abbandonata da tutte le persone che in questi giorni si stanno avvicinando a me, o affrontarlo rischiando di finire di nuovo in coma? Non lo so, una persona altruista sceglierebbe sicuramente di finire di nuovo in coma piuttosto di fare del male alle persone a cui vuole bene, ma io non sono altruista e ho visto troppe cose orrende per riviverle di nuovo, solo per salvare dei ragazzi che conosco appena. 

Il vecchio satiro si avvicina a me con passo deciso, i corni spuntano sullo scalpo pelato, e la camicia svolazza sospinta dal vento intorno al suo pancione.

- Seguimi, ti porto nelle stalle.

Mi alzo dalla panca di pietra su cui mi sono seduta nell'ora libera con Ely e i figli di Ecate, e attraverso il prato con il prof fino a un edificio di legno e ferro lungo come tutta la fiancata est della scuola a cui è attaccato. 

- Vai dentro e puliscila da cima a fondo, non uscire finchè non è lucida e completamente pulita, le scope e tutto il resto sono nello sgabuzzino, buon lavoro.

Se ne va e per la prima volta noto la sua tozza e piccola coda che spunta da sotto i vestiti. Entro nella stalla che ha l'aspetto comune di qualsiasi altra stalla, compresa la puzza, un misto di letame e muffa. L'arredamento è più o meno questo: boxe di legno con chiusure e alcuni rifinimenti in ferro per contenere i cavalli, travi a vista sul soffitto, il pavimento con fieno caduto qua e là, sassi e fango che fanno da parque, le selle e le giunture accatastate sopra dei mobili vicino allo sgabuzzino delle scope e naturalmente, decine di cavalli di svariate razze. Ci sono molti purosangue inglesi, qualche murghese, degli Holstein e altre razze forti e veloci. Guardandomi intorno capisco che sarà un lavoraccio, è abbastanza pulita ma ha comunque bisogno di una spazzata, una lavata e una spolverata, non so se riuscirò a finire prima di cena. Scoraggiata vado fino allo sgabuzzino, tiro fuori la scopa e incomincio a spazzare, a metà pavimento mi accorgo di un cavallo che non avevo notato prima. Ha il mantello completamente nero, i muscoli forti e agili, la criniera splendente e un portamento regale. Mi avvicino ad accarezzarlo e una voce risuona dietro di me.

- Si chiama Shadow, è un cavallo andaluso, molto veloce, anche più dei purosangue inglesi, ma purtroppo è anche molto orgoglioso e non si fa cavalcare da tutti.

La Tredicesima Dea: l'Inizio di una MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora