Finita la ramanzina mi portano nel mio dormitorio, dove mi ordinano di aspettare. Per evitare che io possa fuggire, hanno messo una sentinella alla porta. È una driade, una ninfa degli alberi. Dicono che lanci urla acutissime, e così forti che se tentassi di fuggire, le sue urla raggiungerebbero lo studio del preside, avvertendolo che sto scappando. Non voglio mentire, dicendo che non ho mai pensato di scappare, infatti per qualche secondo ho davvero preso in considerazione l'idea. Ma dove sarei andata? Cosa avrei fatto? Quindi, in fin dei conti, è meglio prendermi le mie responsabilità. L'attesa è durata più di un'ora, nel quale tempo non ho fatto altro che cercare un passatempo che non ho trovato. Ma ho preso in considerazione due ipotesi: o mi segregano qui fino al Gala, o mi espellono (il che mi sembra più probabile). Quando finalmente entra qualcuno, smetto con una strana gratitudine di fare avanti e indietro, e mi metto sull'attenti, per così dire. Purtroppo non è chi mi aspettavo, solo la signorina Lorenz. Mi prende il braccio, e senza troppi preamboli mi trascina fuori dal dormitorio. La driade se ne è andata, senza che io la sentissi, le ninfe hanno un passo felpato ineguagliabile. Dopo qualche passo cerco di ribellarmi dalla stretta dell'insegnante, ma purtroppo questo fa solo aumentare la pressione della sua mano sulla carne. Mi molla solo quando siamo nell'aula di studio specifico. I teli sul soffitto sono stati tolti, ed adesso si riesce ad osservare la carta da parati consunta, e il vecchio pavimento. Il tavolo che prima si trovava al centro della stanza è stato spostato in un angolo. Al suo posto c'è una grande gabbia di ferro.
- Entra nella gabbia.
Mi giro a guardarla, spero stia scherzando, perché non entrò mai in quel pezzo di ferro.
- Muoviti.
Non sembra voglia scherzare. Incrocio le braccia al petto, se vuole farmi entrare nella gabbia, dovrà farlo con la forza. Ma a quanto pare non ha problemi a farmi del male, poiché mi da uno spintone. Finisco distesa sulla paglia che ricopre il fondo della gabbia. La Lorenz chiude la porta di sbarre di ferro e mette la chiave sul tavolo. Mi metto seduta e mi accorgo che mi sanguina il labbro, questo mi fa arrabbiare parecchio. Come si permette di darmi uno spintone! Vediamo come si sente se glielo do io! L'immagine della signorina Lorenz a gambe all'aria mi diverte parecchio, peccato che non possa realizzarsi per il semplice motivo che delle sbarre mi impediscono di uscire. Cosa pensa di fare? Provo ad alzarmi in piedi, ma il tetto è troppo basso, meno di un metro e mezzo da terra, così mi siedo a gambe incrociate. Mi accorgo che i pantaloni sono strappati sul ginocchio, e la maglietta piena di buchi, probabilmente fatti dai rami della foresta mentre correvo. Fantastico, questo è il secondo completo che faccio fuori in una settimana. Sabine mi ha mostrato i resti della gonna e della camicia che indossavo il giorno della lotta col drago. Niente più che un mucchio di stracci oramai. La Lorenz prende una sedia ( che ovviamente prima non avevo visto, è strano come colgo i particolari e non una sedia a cui sono passata accanto per arrivare alla gabbia ) e ci si siede, con le braccia incrociate sopra lo schienale, e il mento appoggiato all'incrocio delle braccia.
- Che ci faccio qui?
- Impari, ovviamente.
- Non intendo nella scuola. Che ci faccio nella gabbia.
Mi sorride. Un sorriso infido, che mostra seppur nascondendole, le numerose malvagie azioni che sta programmando nella sua scrupolosa mente diabolica.
- Impari. Impari l'autocontrollo e la disciplina. Cose che a quanto pare, non conosci molto bene. - Si raddrizza, mantenendo però le mani sulla sedia. - Congraturazioni, sei riuscita ad ottenere quattro ore in più a settimana di studio specifico.
- Cosa?
- Ma sei tarda! Ho detto che avrai quattro...
- Lo so cosa ha detto.
Mentre parlo mi aiuto con i gesti delle mani.
- Ma perché devo fare delle ore in più?
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La Tredicesima Dea: l'Inizio di una Morte
Fantasy|| IN REVISIONE || "Fidarsi di se stessi è il peggiore degli sbagli" Più di tremila anni sono passati dalla creazione di un nuovo dio. L'Olimpo arranca, cercando di rimanere in vita nonostante l'umanità oramai lo consideri una favola mitologica. I s...