Il limitare della foresta è forse il posto più classico dove le persone che vogliono spiare qualcuno si appostano per non essere visti, probabilmente è secondo solo al passaggio segreto dietro al quadro di una persona a cui sono stati inspiegabilmente ritagliati gli occhi. Purtroppo il secondo caso si verifica solo nei film, o nei libri, quindi il primato va sicuramente al limitare di una foresta, che casualmente è proprio il posto dove mi trovo in questo esatto momento. Posso anche aggiungere che è abbastanza scomodo stare acquattati dietro un albero con il viso all'altezza del terreno, soprattutto se hai paura che le formiche ti entrino nel naso. Sì, sto per affrontare un pericolo possibilmente mortale e ho paura che delle formiche mi entrino nel naso. Ma vi do una valida ragione: provateci voi ad essere coerenti con delle formiche che vi camminano sulla faccia.
- Thanatos?
Da un albero a qualche metro da me proviene uno strano gorgoglio che probabilmente equivale ad un assenso, oppure è solo uno scarafaggio che affoga in una pozzanghera, non lo so. Decido comunque di porre per la sesta volta la mia domanda.
- Possiamo andare?
Dallo stesso albero da cui era venuto il gorgoglio vedo spuntare un ammasso nero che si rivelano essere i capelli di Thanatos, subito dopo spunta anche la sua faccia, completamente sporca di terra. Trattengo una risata per le condizioni in cui è ridotto.
- C'è ancora gente in giro per il giardino?
Il suo sussurro è così rabbioso da permettere al mio istinto di sopravvivenza di prevalere sulla risata che preme per uscire. Il punto è che è davvero ridicolo mentre cerca di fare l'autoritario con i capelli pieni di foglie e il viso coperto di terra come i soldati, il problema è che la sua camicia rossa e nera è così vistosa che la mimetizzazione è inutile.
- Si.
Stringo le labbra per non ridere.
- Quindi possiamo uscire?
- No.
Gliela do vinta e mi ributto a terra, sporcando di nuovo il maglioncino rosso, ma tanto non è mio.
Dopo un'altra ora di appostamento, in cui POTREI aver dormito per la maggior parte del tempo, finalmente Thanatos mi dà il via libera per uscire allo scoperto. Tirandomi su il cappuccio del mantello per nascondere meglio il viso, mi avvicino al dio del fango ehm, volevo dire della Morte.
Guardandolo in viso decido finalmente di porre fine a questa pagliacciata.
- Togliti quella roba dalla faccia, sembri un pellerossa che si sta scuoiando.
Il suo sguardo stralunato mi fa portare gli occhi al cielo.
- Pelle-che?
- Pulisciti la faccia e sta zitto.
In un attimo il suo viso è pulito ed ha un vago odore di dopobarba.
- No, adesso mi dici come hai fatto!
Lui sorride mostrando denti perfettamente puliti come in seguito ad una pulizia dal dentista.
- Trucchetti da divinità.
Con un sonoro sbuffo lo supero, uscendo finalmente alla luce del sole.
Mi guardo intorno, rivedendo con nostalgia la panchina su cui una volta mi sono seduta con Peter, il muro bianco e perfetto della D.O. e, in lontananza, un pezzo del labirinto.
Senza pensare a Thanatos comincio a correre verso il retro dell'edificio, fermandomi proprio al centro dell'enorme facciata.
Sento un'ombra avvicinarsi alle mie spalle.
STAI LEGGENDO
La Tredicesima Dea: l'Inizio di una Morte
Fantasy|| IN REVISIONE || "Fidarsi di se stessi è il peggiore degli sbagli" Più di tremila anni sono passati dalla creazione di un nuovo dio. L'Olimpo arranca, cercando di rimanere in vita nonostante l'umanità oramai lo consideri una favola mitologica. I s...