Capitolo 7 Le lezioni

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Vorrei sottolineare una cosa: io non sono il tipo di ragazza che saltella eccitata dopo aver parlato con il ragazzo che le piace, o che crea piani d'amore con le sue amiche, o va in giro riuscendo a concentrarsi solo sul tipo per cui si è presa una cotta. Ma devo ammettere che quando sono entrata in classe non ho neanche sentito la ramanzina del professore e ho appena notato il fatto che fosse un satiro, tanto ero concentrata sul viso di Peter. Adesso so che potrebbe sembrare strano visto che lo conosco da due giorni, ma la verità è che non me lo spiego neanch'io. Sono nuova a queste cose, tutti i ragazzi facevano i bulletti con me nelle precedenti scuole o non mi parlavano neanche perchè pensavano fossi pazza, e probabilmente hanno ragione su questo. Ma il fatto che lo accetto può essere un buon segno o la dimostrazione che sto andando ancor più fuori di testa.

Comunque, appena entrata in classe mi sono ritrovata davanti un uomo con una camicia a righe azzurre senza pantaloni, il che è accettabile considerando che ha due zampe da capra al posto delle gambe. Il problema è che, a quanto pare, i satiri non sono molto pazienti, poichè il suo faccione rotondo è diventato tutto rosso quando ha cominciato a urlarmi contro dicendomi che arrivare in ritardo il primo giorno è una cosa inaccettabile e irrispettosa e che per questo sarei stata punita. Alla faccia di quello che mi aveva detto Peter. Comunque avrebbe deciso la punizione alla fine della lezione. Fortunatamente i satiri non sanno neanche portare rancore molto a lungo, difatti pochi minuti dopo è di nuovo felice e calmo. 

La lezione continua tranquilla parlando di quello che ci piace e presentandoci, io per lo più rimango a guardare assorta la pettinatura da frate del prof Szatír, che ci ha informato che il suo nome è stato scelto da suo padre che era di origini ungheresi, e che in ungherese vuol dire satiro. Aveva un padre di grande fantasia...
Comunque avremmo fatto tutti volentieri a meno di questa informazione aggiuntiva. L'ora passa in fretta e ben presto Szatír ci informa su dove si terrà la prossima lezione e poi mi prende da parte.

- Signorina Inperi.

- Si dice Inferi, grazie.

- Certo certo, comunque signorina Inferi.
Calca particolarmente sul mio cognome.
- Le volevo dire che ho deciso la sua punizione. Dovrà pulire le stalle.

- Non serve pulire le stalle dell'infermeria, sono già più pulite di quanto io sarei capace di fare.

- Non mi stavo riferendo alle stalle dell'infermeria, ci vediamo oggi pomeriggio alle tre al laghetto, ed eviti di fare tardi questa volta.

Mi congeda con un segno della mano ed io esco dall'aula, e trovo Ely che mi aspetta.

- Allora, mi vuoi dire perchè sei arrivata in ritardo?

Durante la lezione ero seduta vicino a lei, e una cosa che mi sono dimenticata di aggiungere prima, era la punta della sua matita che continuava a pungermi l'avambraccio mentre lei sottovoce mi chiedeva incessantemente la stessa cosa. Immagino che i figli di Afrodite abbino un buon intuito in fatto di cose imbarazzanti.

- Te lo dico dopo.
Ovviamente no.
- Sbrighiamoci o finisco in punizione di nuovo.

La trascino per un braccio verso il centro dell'edificio, fino all'aula di botanica. E' una grande stanza, posizionata esattamente accanto alla mensa ed il motivo è ben visibile. Il pavimento dell'aula è fatto d'erba. La cupola di vetro che sovrasta l'intero edificio ha numerosi lucernari, ma il soffitto di questa stanza è un unico enorme lucernario, che porta aria fresca e ricca di ossigeno alle piante di cui l'aula è piena. Non ci sono sedie o banchi e nemmeno una cattedra, all'interno ci sono solo alberi, e alcune strane piante disposte vicino alle pareti. Una donna giovane, dalle origini probabilmente sudamericane ci dà il benvenuto. 

- Buongiorno ragazzi, sedetevi pure su un albero o sull'erba.
Si accomoda su un ramo basso e robusto dell'albero dietro di lei.
- Io sono Dafne e sono l'insegnante di Botanica. Allora? Che fate tutti li impalati? Sedetevi.

La Tredicesima Dea: l'Inizio di una MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora