Capitolo 10 Rivelazioni

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Delle voci disturbano il mio sonno. Le tenebre si diradano lentamente, lasciando spazio alla luce che penetra dalle palpebre chiuse. Ora che l'oblio è scomparso, il dolore mi attraversa da capo a piedi. Non so cos' è successo, ma è stato doloroso. Nonostante mi sia appena svegliata sono ancora stanca. Non riesco ad aprire gli occhi, e so che un minimo movimento accrescerebbe il dolore. Sembra che ogni singolo osso del mio corpo, dal cranio, alla colonna vertebrale, alle ossa delle gambe, si sia rotto e poi aggiustato in modo sbagliato. Nonostante il forte mal di testa, mi sforzo di ascoltare la conversazione, che si sta tenendo a pochi passi da me.

All'inizio, le voci sembrano tutte un brusio confuso. Poi comincio ad afferrare qualche parola, fino a comprendere frasi intere.

- ... pericolo per gli altri studenti.

- Sciocchezze Daphne, sappiamo tutti perché la pensi così.

Dalla voce mi sembra di riconoscere il preside Massimo. Ma di cosa stanno parlando? Cosa è successo per allarmarli in questo modo?

- Massimo, hai visto con i tuoi occhi cosa ha fatto al drago.

Una forte emicrania sopraggiunge in un lampo. Drago. Questa parola mi stuzzica la mente. Rivedo un lampo di luce, delle scaglie nere e degli artigli macchiati di sangue. Tutto scompare come è venuto, in un attimo.

- Ha fatto quello che avremmo fatto tutti, lo ha ucciso.

Questa frase, rivela la presenza dell'istruttore Brian. Non avrei mai potuto immaginarlo così. Serio e autoritario, che parla di morte con tono così tranquillo. Non somiglia per niente all'uomo che ho conosciuto nelle stalle. Spiritoso, simpatico, giovanile. Adesso sembra vecchio, parla come un veterano di guerra.

- Sai cosa intendo!

- No Daphne, non lo so. Cosa intendi?

Detta da molte persone, questa potrebbe essere una frase innocente. Ma detta da lui, assume un tono minaccioso, tutt'altro che timido.

- Basta, per favore. Comunque non possiamo fare niente fino al Galà.

- Ma preside, se succedesse di nuovo? Noi dobbiamo fare qualcosa!

- È contro le regole presentare un'alunna agli dei, prima della cerimonia. E spetta a loro, decidere cosa fare della ragazza.

- Su una cosa Daphne ha ragione, non possiamo lasciarla libera, è un pericolo per tutti noi.

Il professor Szatìr, anche quel vecchio satiro é qui. Ma qui dove? Se solo riuscissi ad aprire gli occhi... Urlo interiormente, anche provare a fare questo semplice gesto, mi ha provocato una fitta di dolore lancinante. Combatto la confusione che il dolore ha portato con se, e presto attenzione alla risposta del preside.

- Sarà sempre sotto sorveglianza. Per il benessere della scuola, tutti voi professori farete un turno di guardia. Dovrete seguirla dappertutto, e tenerla sempre a portata di vista.

Un brusio di assensi sconsolati e imprecazioni sottovoce.

- Bene, andiamo fuori. Richard, la lascio nelle tue mani.

- Certo Max.

Sento i loro passi mentre si allontanano, e una porta che si chiude. Poi qualcosa, fino e appuntito, mi penetra la pelle dell'avambraccio, vicino alla piega del gomito. Il dolore comincia ad attenuarsi, fino ad essere solo un ricordo. Ma purtroppo con la pace del corpo, ritornano le tenebre e l'oblio solitario, che con tanto piacere avevo abbandonato.

**************

Questa volta non sono delle voci a svegliarmi, ma il calore del sole sul viso. Il dolore che avevo provato precedentemente, è almeno in parte sparito. Adesso ho solo male agli arti, come se avessi corso una maratona sollevando pesi da venti chili. Ma riesco ad aprire gli occhi, anche se con un certo sforzo. La luce è abbagliante, devo aspettare che la vista si abitui, prima di riuscire a capire dove sono.

La Tredicesima Dea: l'Inizio di una MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora