Un bel profumino si estende per la casa arrivando anche in camera mia. Sono le 10 del mattino ed è domenica, mio padre è a casa e ciò equivale a dei deliziosi pancake per colazione.
Scendo dal letto di corsa precipitandomi in cucina e facendomi guidare dal dolce e piacevole profumo di quella che sarebbe stata la mia colazione. Papà mi aspetta ai fornelli, dove una montagna di pancake aspetta solo me.
"Buongiorno tesoro"
"Ciao papi, vorrei questa colazione tutte le mattine" dico sognante.
"Serviti pure" dice passandomi un piatto pieno di pura felicità.
Li divoro in pochi minuti.
"Mhmm erano così buoni" dico toccandomi la pancia.
"Lo so" risponde papà masticando.
"Ascolta stasera si va al cinema e poi ceniamo al MC va bene?" chiede guardandomi.
"E lo chiedi anche? Certo che va bene" rispondo abbracciandolo.
Salgo di corsa le scale, e corro in camera a rifare il letto. La domenica è l'unico giorno che io e papà abbiamo tutto per noi quindi facciamo sempre qualcosa insieme, che sia il cinema, una passeggiata, mangiare fuori, qualsiasi cosa basta che stiamo insieme.
Oggi poi è davvero una bella giornata, c'è il sole alto nel cielo e qualche nuvola bianca di qua e di là, una volta quando ero piccola andammo in montagna e anche se non ero molto in alto riuscii a toccare una nuvola che praticamente è acqua, ma non lo capivo, però mi sembrava bellissimo.
Apro la finestra per far entrare un po' d'aria e noto una ragazza, mi sembra familiare, e ci metto poco per far mente locale.
"Bea" urlo dalla finestra sperando possa sentirmi.
"Oddio Bee"
"Aspetta che scendo" dico.
Infilo un cappotto per proteggermi dall'aria pungente e metto le converse per uscire fuori casa.
Chiudo la porta di casa e mi avvio verso di lei.
"Bea ciao, come stai?" chiedo stringendola in un abbraccio.
"Tutto bene te?"
"Bene bene, che fai da queste parti?"
"Niente, mia madre doveva tornare per una faccenda lavorativa quindi sono venuta anch'io per rivedere qualcuno" spiega spostandosi una ciocca di capelli biondi da davanti agli occhi scuri.
"Oh capisco, quando ripartite?"
"Domani pomeriggio credo"
Beatrice è la mia vecchia vicina di casa, io e lei eravamo sempre insieme da piccole, giocavamo, andavamo al parco, i nostri genitori erano molto legati e quindi eravamo sempre l'una a casa dell'altra. Poi dovevamo cominciare la prima media e a sua madre venne offerto un lavoro in Abruzzo e si trasferirono tutti lì. Era parecchio tempo che non ci rivedevamo.
"Dai domani vedo di riuscire a salutarti prima che vai via"
"Va bene, mi farebbe molto piacere. A domani allora" dice salutandomi e andando via.
Rientro in casa, mi tolgo le scarpe, levo il cappotto e mi butto sul divano accendendo la TV, a quest'ora non fa veramente niente. Comincio a passare in rassegna tutti i canali esistenti. Alla fine su un canale stanno dando Twilight, lascio qui, adoro questo film, lo avrò visto decine di volte, eppure mi piace sempre.
"Tesoro io esco devo comprare qualcosa" dice papà aprendo la porta.
"Va bien" rispondo mandandogli un bacio con la mano.
Esce di casa, e una folata di vento entra dalla porta rinfrescandomi un po'.
Chiudo gli occhi e poggio la testa sul cuscino, mi stendo completamente sul divano, mentre la mia mente si rilassa e i miei occhi si fanno sempre più pensati come i pensieri che scorrono uno dopo l'altro nella mia testa. Dopo poco mi addormento completamente.
Qualcosa prende spazio nella mia mente, un paesaggio, una radura. Da lontano si riesce a scorgere una figura, non distinguo se è maschio o femmina, non riesco a vedere niente di essa. Piano piano mi avvicino, cammino, poi comincio a correre come se avessi un urgenza, come se stesse per succedere qualcosa e dovessi sbrigarmi. Riprendo fiato proprio dietro questa, alzo la testa e noto che è un ragazzo di spalle, appena si gira non riesco a vederlo nitido anche se lo ho a qualche centimetro da me. I suoi occhi sono chiarissimi di un azzurro intenso e brillano, brillano come non mai e sono la cosa che più risalta in lui.
"Presto! Su dobbiamo muoverci" mi prende per il polso continuando a parlarmi.
"Muoverci perché?" domando confusa.
"Bridget, svegliati, dobbiamo muoverci"
D'un tratto mi sveglio, apro gli occhi e mi trovo Katrine ai piedi del divano con il mascara sbavato: ha pianto. Ripenso a quel ragazzo e a come mi sembrasse familiare, poi mi viene in mente quell'urgenza che mi ha preso di soprassalto e di come la stretta sul mio polso sembrasse reale.
"Katrine che succede?" sussurro ritornando alla ragazza davanti a me.
"Tuo padre, vedi lui ha fatto un incidente, mia madre se ne accorta e lo portato in ospedale dobbiamo sbrigarci" Continua mentre le lacrime continuano a scendere e adesso non solo sul suo volto, ma anche sul mio.
Immediatamente prendo il telefono e il cappotto, infilo le scarpe prendo le chiavi di casa e mi precipito fuori. C'è un auto è quella di Cam se non sbaglio.
"Ero in giro con Cam quando mia madre mi ha chiamata per venirti a prendere, ti portiamo in ospedale" spiega lei.
Annuisco semplicemente non trovo il coraggio di proferire parola. Entro in macchina, saluto Cam e parte, più veloce della luce. Ho paura e tanta.
Katrine mi stringe in un caloroso abbraccio che mi fa sentire un tantino meglio, ma non fa diminuire la paura, che continua a crescere secondo dopo secondo dentro di me.
Non posso perdere anche lui, non devo. Non può succedere, lui è uno dei pochi effetti collaterali della mia vita positivi, non posso permettermi di perderlo.
Arriviamo in ospedale subito, le infermiere non fanno salire Cam e Katrine, mentre io ho avuto il permesso, salgo rapidamente le scale, l'ascensore ci metterebbe troppo tempo, vedo la mamma di Katie seduta e appena mi vede un sorriso materno le si forma sul volto. Lei è sempre stata un punto di riferimento nella mia vita e sono felice di averla con me qui adesso, anche se il mio stato d'animo non migliora neanche un po'.
"Dov'è papà?" chiedo impaziente di vederlo.
"In quella stanza, ma, tesoro, non mi hanno permesso di vederlo, non credo te lo facciano vedere dobbiamo aspettare" dice sciogliendo l'abbraccio.
"No, devo vederlo" continuo.
"Bee, ascolta, ha preso una brutta botta, e i medici lo tengono sotto osservazione, appena starà meglio ce lo faranno vedere, davvero, aspettiamo qui."
"Com'è successo?" chiedo paurosa per la risposta.
"Vedi lui era in macchina, probabilmente diretto al centro commerciale, e c'era un pazzo che correva con la macchina, non ha visto l'auto di tuo padre e ci si è scontrato, l'uomo è morto, tuo padre grazie a Dio è sopravvissuto" spiega tenendo un tono di voce molto basso.
Scoppio in lacrime, non riuscirei a reggerlo se papà non dovesse farcela, lui deve farcela, io lo voglio qui con me, adesso. Ci sono molte cose della mia vita che migliorerei o che cambierei, ma lui è una delle poche che terrei così com'è, perché è perfetto così senza cambiamenti, è un dono che le stelle mi hanno fatto e intendo custodirlo con cura nella mia vita. Non permetterò a niente e a nessuno di separarci.
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Effetti collaterali
RomanceDue ragazzi. Un solo amore. Una vita. Infinite emozioni. Bridget Collins si ritroverà ad affrontare situazioni che non sarebbe mai riuscita ad immaginare. Evan Cooper ha la sua vita programmata minuto per minuto su una tabella di marcia che non s...