"Vedi sicuramente appena avrai udito la mia storia, scapperai da me, come hanno fatto tutti, senza pensarci due volte" comincia tenendo sempre gli occhi rivolti verso il pavimento.
"Ti giuro che non lo farò" giuro mentre lui tiene i suoi occhi fissi in basso e fantastico sul colore che possano avere, e sul perché non me li faccia ammirare.
"Allora da dove posso partire vediamo." dice pensieroso.
"Forse dicendomi il tuo nome" ridacchio.
"Paul, mi chiamo Paul e ho 18 anni. Vedi la mia vita è sempre stata segnata dalla libertà ero libero di fare tutto fino ad un giorno. Non mi sentii bene ero a scuola e cominciai a sentire dolori. Mi portarono in ospedale perché svenni. In ospedale eseguirono vari esami fino a diagnosticarmi la leucemia mieloide acuta tramite un aspirato midollare. Avevo 14 ed è come se la mia vita fosse finita. Niente più libertà solo la mia vita racchiusa tra fogli bianchi sgualciti dove i medici e i miei genitori appuntavano ogni mio movimento. Dopo aver scoperto ciò, mi eseguirono l'analisi dei cromosomi per stabilire il trattamento e mi assegnarono un farmaco di nome Volaxiy che assumo tutt'ora. Dal quel momento non ho più trovato un senso in niente, tutti mi compativano a causa del mio cancro e non riuscivo a svolgere più nessuna fottuta cosa senza avere di mezzo lo zampino degli altri" finisce di parlare alzando per un istante la testa verso di me per poi abbassarla velocemente.
"Paul, io mi chiamo Bridget, ma puoi chiamarmi Bee. Sappi che non scapperò, non sono di certo il tipo di ragazza che scappa dai problemi invece di affrontarli. Vedi sono triste che la tua vita non sia all'insegna della libertà. Sai neanche la mia dopotutto, vedi mia madre è morta quando io avevo 10 per un osteosarcoma, il mio ragazzo è dovuto partire per la Grecia per dieci lunghissimi anni lasciandomi qui, mentre mio padre è in coma dentro quella stanza senza che io possa fare niente. Sappi che questi sono i lati negativi della vita, ma arriverà quell'effetto collaterale che cambierà la nostra vita totalmente scombinandola. Be' io vivo aspettando quello, anche se tra poco mi ritroveró ad odiare anche l'aria" sospiro.
Cavoli, non mi aspettavo che Paul avesse tutti questi problemi. Nessuno si merita di averli, tanto meno un diciottenne in piena adolescenza. In questo momento mi rendo conto di cosa mi sto lamentando, mi lamento di un padre che è addormentato e una madre che mi è stata strappata via, ma in confronto a quello che sta passando lui e la sua famiglia non è niente, assolutamente niente. Adesso mi vergogno un po' ad avergli raccontato la mia di storia, lui ha problemi più grandi a cui pensare non puó pensare anche ai miei.
"Mi dispiace, ti dico solo che la vita a volte è ingiusta, molte volte lo è. Peró la vita è un dono spettacolare e per quanto ingiusta sia tu devi alzarti ogni mattina più forte della precedente per sopravvivere perchè niente e nessuno ti dà la sopravvivenza garantita"
Quant'è vero.
Allora forse è vero che le persone malate sono più sagge di quelle sane.
"Già..." rispondo pensierosa. Sospiro.
"Io devo andare, ho una visita, ci si vede" dice e andando via.
"Ciao" esce un suono spezzato dalla mia bocca invece del saluto che vorrei.
A volte mi capita di pensare che ci sono giorni si e no, nei giorni no tutto è un totale disastro e vorremmo morire, eppure quando pensiamo questo dobbiamo rivolgere i nostri pensieri a coloro che non hanno scelta e neanche per colpa loro devono morire per delle malattie che non hanno neanche scelto di avere e vorrebbero vivere, vivere una vita piena di avventure divertimento, libertà eppure non ci riescono perchè la vita è stata ingiusta con loro.
Katrine mi mandato un messaggio.
*Bee, mia madre ci aspetta fuori, appena hai fatto esci.Perfetto, ho anche il passaggio.
Esco dall'ospedale pensando quante volte Paul abbia percorso questi corridoi da saperli ormai a memoria, da sapere a memoria gli orari delle visite, da avere una vita su un insignificante pezzo di carta.
Entro in macchina e chiudo la porta mettendomi a fissare fuori dal finestrino. Tira vento, tanto da muovere interi rami con le foglie che sembrano ballare tutte la stessa danza.
Sono poche le persone che passeggiano e pochi i bimbi che si divertono al parco giochi. Le macchine suonano i loro clacson per far sciogliere il traffico, ma niente da fare. Una lunga ed infinita coda, è questo che riesco a vedere davanti a noi. Macchine su macchine tutte una dietro l'altra. Mazza quanto inquinamento. A volte mi chiedo se davvero nel 2030 riusciremo a portare a termine tutti gli obiettivi che ci siamo imposti. A volte spero di sì, spero che riusciremo a combattere anche l'inquinamento, altre penso, penso che non sentiremo mai più il motore di una macchina a benzina perchè saranno rimpiazzate da quelle elettriche. Dovrà essere triste peró sarà necessario. Alla fine bisogna sempre rinunciare a qualcosa si sa.
Dopo un'ora massimo di traffico riusciamo ad arrivare a casa mia. Katrine mi ha proposto di rimanere a casa sua finché papà non si rimette, ma a dirla tutta non era una proposta era un vero e proprio obbligo, quindi devo fare la valigia e andare da Katrine.
Salgo in casa, prendo la valigia e corro in camera, prendo tutti i vestiti che ho e li butto dentro, le scarpe, i trucchi, gli accessori e tutto quello che mi serve. Chiudo la porta e rimango qualche istante a fissare quella casa.
"Torno presto con papà" sussurro prima di voltarle le spalle ed entrare in macchina.

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Effetti collaterali
RomanceDue ragazzi. Un solo amore. Una vita. Infinite emozioni. Bridget Collins si ritroverà ad affrontare situazioni che non sarebbe mai riuscita ad immaginare. Evan Cooper ha la sua vita programmata minuto per minuto su una tabella di marcia che non s...