Oggi è una giornata splendida. Il sole spende nel cielo, chiazzato da qualche nuvola qui e lí. Tira vento, un vento forte che muove violentemente i rami degli alberi e gli alberi stessi. I miei capelli sono tirati all'indietro dal vento tra poco cado per terra per quanto è forte.
Arrivo a scuola una ventina di minuti dopo sana e salva. Entro in classe e noto tutte le mie compagne senza un capello fuori posto. Ma come diamine fanno?
Sbuffo e vado a sedermi al mio posto.
"Giornataccia?" chiede qualcuno da dietro di me. Credo di conoscere bene quella voce e quegli occhi color ghiaccio.
"No, ho solo i capelli per aria" ridacchio.
"stai benissimo lo stesso" dice a bassa voce quasi per non farsi sentire.
Gli sorrido per ringraziarlo e poi entra la professoressa in classe. Ci spiega che vuole le coppie per i progetti. Ahia, io non lo faccio con nessuno e che gli dico ora?
Tutti le dicono con chi hanno intenzione di farlo, mentre io non so ancora cosa inventarmi.
"Evan Cooper?"
"Io lo faccio con Bridget Collins" dice facendomi rimanere a bocca spalancata per la sorpresa.
La professoressa guarda me come per ricevere conferma e annuisco poco convinta, ma credo non lo abbia notato.
Finita la lezione mi catapulto al banco di Evan.
"perchè lo hai fatto?" chiedo.
"Fatto cosa? Salvarti il culo?" chiede in modo molto fine.
Rimango in silenzio.
"perchè non avevo nessuno con cui fare il progetto e neanche tu" dice.
"Okay" rispondo per andare via.
Non lo so, ma in qualche modo la sua risposta mi ha urtato. Non lo ha fatto per me, ma per sé stesso visto che non aveva nessuno con cui fare il progetto.
Vado a mangiare qualcosa e mi scontro con Dave.
"Bee tutto bene?" chiede.
"Si tu?" chiedo.
"Come al solito" dice alzando le spalle.
Prendiamo da mangiare e andiamo verso Katrine e Julie peccato che a quel tavolo troviamo anche Evan e gli altri.
"Ragazzi" dice Dave salutando tutti e rivolgendo uno sguardo a Katie che sembra averlo notato.
Sono così carini, peccato che non capiscano cosa provano l'uno per l'altro.
Evan non mi stacca gli occhi di dosso neanche un istante e questa cosa comincia a darmi i nervi, che vuole?
Lo sfido riguardandolo a mia volta.
"Perchè mi fissi?" chiede dopo un po'.
"Potre farti la stessa identica domanda" e con quelle parole lo metto a tacere.
Bee 1 - 0 Evan
Le ore successive proseguono molto velocemente. Evan ha cercato di parlarmi più volte, ma ho sempre trovato una scusa per andarmene. Ora devo anche farci il progetto assieme. Che nervi. Abbiamo tutte le vacanze natalizie di tempo e spero di finire il più presto possibile così che non debba passarci ulteriore tempo.
"Bee, andiamo a casa?" chiede Katrine.
"Certo" rispondo io.
Evan cerca di avvicinarsi nuovamente a me e io cerco di rimanere attaccata a Katie per non doverci parlare, ma lei va da Dave e questo complica la situazione.
"ora non hai scuse" dice lui.
"che vuoi?"
"voglio sapere perchè ti comporti così"
"così come?" chiedo.
"lo sai come: mi eviti" risponde lui.
"io non ti sto evitando devo solo andare a casa" rispondo tranquillamente.
"allora quando facciamo il progetto?" chiede.
"quando ti pare. Basta che facciamo in fretta"
"domani?"
"domani no perchè devo aiutare nelle preparazioni natalizie"
"pensavo non volessi addobbare casa con tutto il casino che è successo" dice stranito.
"ma saranno anche cavoli miei"
Di certo non sarà lui a farmi la predica su quello che devo o non devo fare. Non ho proprio voglia di mettermi a discutere ancora con lui quindi giro e vado via. Voglio tornare subito a casa così da poter andare in ospedale nel pomeriggio.
Katrine mi raggiunge e insieme andiamo verso casa, lei ha gli occhi sognanti visto che ha parlato con Dave, si vede a un miglio che si piacciono, vorrei avere io la loro fortuna, perchè cavolo non se ne accorgono. Non saró di certo io dirglielo, devono capirlo da soli perchè dopo affretterei tutta la situazione e so come è fatto Dave, ovvero che se non è sicuro di quello che prova lei non farà un singolo passo avanti e idem Katrine. Praticamente sono identici.
"Oggi pomeriggio vado da Dave a fare il progetto tu che fai?" chiede lei.
"Credo di fare un salto in ospedale"
"Ah perfetto, ti serve uno strappo da mia madre?" chiede.
"No tranquilla posso andarci in bici o a piedi" rispondo sorridendole.
Non ho intenzione di rompere ulteriormente.
"Va bene" risponde prendendo il telefono e scorrendo le storie di instagram.
Ad un certo punto si blocca e fissa il telefono sbiancando.
Le vado vicino per vedere cosa sta guardando. È il profilo di Dave, ha messo una storia. Ci sono lui e una ragazza.
"Che hai?" chiedo.
"Niente" dice asciugando gli occhi umidi.
"Puoi stare tranquilla" le dico sorridendo.
"È sua cugina, Margaret" continuo.
"Davvero?" dice con gli occhi tornati a brillare.
"Si,ma come mai ti importava?" chiedo cercando di farcela arrivare da sola, perchè sono sicura che è consapevole di ció che prova, ma non vuole ammetterlo.
"Mh, non lo so" risponde vaga.
"Sicura?"
Annuisce.
***
Sono in ospedale, è sempre uguale, non è cambiato una virgola dall'ultima volta che sono stata qui. Entro nella stanza di papà che è la medesima stanza della volta precedente.
La finestra è chiusa, ma filtra la luce del sole da questa. Papà è steso sul lettino, sempre quello, con le mani gelide, e il corpo fermo, gli occhi chiusi e i fili collegati dappertutto.
Resto con lui il più tempo possibile, gli dico che vorrei tanto passare il Natale con lui e gli dico che addobberó la casa con Katrine e la sua famiglia solo per lui, lo imploro di svegliarsi, lo desidero con tutto il mio cuore.
Poco dopo mi cacciano dalla stanza perchè è finito l'orario di visita.
Esco e vedo Paul, appena alza la testa mi vede, io gli sorrido e lo saluto, mentre lui gira la sedia e va via come se avesse visto un fantasma. Non capisco cosa gli prende, ma per oggi ne ho abbastanza, esco da quel posto orribile e torno a casa.
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Effetti collaterali
RomanceDue ragazzi. Un solo amore. Una vita. Infinite emozioni. Bridget Collins si ritroverà ad affrontare situazioni che non sarebbe mai riuscita ad immaginare. Evan Cooper ha la sua vita programmata minuto per minuto su una tabella di marcia che non s...