Capitolo 7

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Ieri sera alla fine sono passata a salutare Bea che ripartiva, ha detto di passare a trovarla quando riuscivamo, anche per via di papà. Chissà se tutto va bene vorrei andare, l'Abruzzo mi ha sempre affascinato in una certa maniera e passarci qualche giorno dopo Natale sarebbe fantastico.

Apro la porta di casa e un'ondata di solitudine e di tristezza mi travolge. La casa senza papà è spoglia, e fin troppo silenziosa, è orribile. Butto il cappotto vicino alla porta e levo le scarpe buttandole lì vicino. Attraverso il salone per poi salire le scale a andare in bagno.

Entro e chiudo la porta sbattendola, apro l'acqua e mi sciacquo il volto più e più volte. Apro la doccia e decido di farmi un bagno caldo per levarmi la puzza di ospedale. Il telefono squilla, decido di lasciarlo squillare, controllerò dopo chi è. Non mi importa di niente e di nessuno in questo momento.

Entro nella doccia e l'acqua scorre calda sulla mia pelle nuda, vorrei che i miei pensieri mi scivolassero addosso come l'acqua sulla mia pelle. Sono stanca ormai di tutto. Di questa vita. Di questi effetti collaterali. DI TUTTO.

Scoppio in lacrime con l'acqua ancora aperta, devo sfogarmi in qualche modo e credo che piangendo sia il modo più efficace. Anche se ho sempre pensato che sia inutile piangere se non c'è nessuno a consolarti. Non posso piangere per ogni cosa che mi accade, ma è più forte di me. Ogni volta che qualcuno mi diceva 'non devi stare male per me' io gli ho sempre risposto che decido io per chi soffrire e per chi stare male, non gli altri al mio posto. Io piango per qualcuno solo quando quel qualcuno significa molto per me.

Molti si sono allontanati, altri sono perfino spariti dalla mia vita per non farmi soffrire per loro, eppure io soffrivo lo stesso e loro non lo vedevano. Anche se sono spariti dalla mia vita dicendomi di non soffrire per loro io ci ho sofferto lo stesso, non è che dicendomelo magicamente mi sento bene, anzi ci sto peggio. Ho sempre voluto scegliere io per chi soffrire e da chi farmi spezzare il cuore, perché per quanto ami mio padre in questo istante sarebbe un onore ritrovarmi il cuore spezzato da lui, anche se non è quello che desidero. E' stato un onore avere il cuore spezzato dalla mamma, ma non voglio che accada lo stesso con papà.

Asciugo le lacrime facendo scorrere sopra esse l'acqua e mi sciacquo un ultima volta prima di uscire dalla doccia. Mi infilo l'accappatoio e vado in camera per prendere i vestiti. Prendo una felpa nera e un pantalone della tuta blu felpato e comodo.

Torno in bagno e mi streccio i capelli prima di asciugarli. L'aria calda dell'asciugacapelli soffia forte sulla mia faccia facendomi tornare in mente un estate afosa di pochi anni fa. Eravamo andati a trovare i miei nonni in Sicilia e quella è stata una delle estati più calde di sempre. Allora con mio nonno da dentro casa decidemmo di andare a fare una passeggiata vedendo che cominciava a tirare un piacevole venticello. Usciti di casa ci travolse un vento caldo mai visto prima che ci costrinse a rientrare dentro.

Finito di asciugare i capelli decido di cucinare qualcosa visto che non ho niente da fare, e casomai andare a portare il dolce finito a Stephenie visto il grande aiuto che mi ha dato.

Sono indecisa su cosa cucinare.

Mhh vediamo: Sacher? oppure Ciambellone? se no i bignè? si direi di si. Sono la cosa che mi riesce meglio.

Con la mamma cucinavamo sempre i bignè, al cioccolato o semplici alla crema. Io finivo tutta la crema al cioccolato anche prima di poterci riempire i bignè a volte. Decido di seguire la sua ricetta, tanto so perfettamente che non usciranno uguali, ma tentare non costa nulla.

***

E voilà!

Appena sfornati...

Hanno un profumo delizioso me li mangerei tutti, ma devono resistere almeno fino a casa di Katrine.

Lascio i bignè in cucina e salgo in camera per cambiarmi. Metto le prime cose che trovo un jeans nero e una maglietta bianca accollata. Do una spazzolata ai capelli e poi scendo velocemente le scale. Metto i bignè all'interno di contenitore porta dolci dopo mi infilo il cappotto e le converse ed esco di casa.

Cammino seguendo lo stretto marciapiede pieno di foglie secche, una volta ricordo che ero con i miei cugini e abbiamo dovuto raccogliere tutte le foglie che c'erano nel viale di casa. Abbiamo creato una montagna di foglie e poi ci siamo buttati all'interno di questa: è stato divertentissimo.

Sorrido ripensando a quei momenti poi la mamma ci aveva fatto un video che riguardiamo sempre ogni volta che ci vediamo.

Arrivo davanti alla casa di Katrine e salgo a uno ad uno i gradini di marmo, arrivo davanti all'imponente porta di legno prima di suonare il campanello.

Viene ad aprirmi Stephenie che indossa un grembiule e ha i capelli raccolti in una coda disordinata.

"Bee, ciao, accomodati pure" dice facendomi entrare.

"Grazie"

Supero l'uscio della porta ritrovandomi al calduccio come se si cambiasse Stato da un momento all'altro.

"Cosa ci fai qui, Bee?" mi chiede Stephenie mentre si scioglie il grembiule.

"Sono venuta a portati questi, li ho fatti io. Sai per ringraziarti" dico porgendole il vassoio con i bignè.

"Oh Grazie infinite. Ma non ti dovevi preoccupare io l'ho fatto con piacere, davvero." dice lei guardandomi con i suoi occhi verdi simili a quelli della mamma.

"Sei uguale a tua madre, così dolce e tenera" dice dandomi un bacio sulla fronte.

Katrine scende le scale di corsa e appena mi vede le si illuminano gli occhi e mi corre ad abbracciare. Mi stringe forte al suo corpo minuto e smilso. Sento l'odore dei suoi capelli puliti con il suo shampoo all'avena.

"Bee su rimani a cena" mi invita Stephenie.

"No non voglio disturbare"

"Bridget Collins tu non disturbi mai a casa nostra ricordatelo" dice la mia amica scandendo bene le parole.

"Ha ragione lei" concorda la madre.

"Va bene allora rimango a cena" dico.

"Siiii" esulta Katrine abbracciandomi forte.

Ormai questa è la mia seconda casa, la conosco come le mie tasche e amo sentirmi a casa, accolta in un momento come questo. Non avrei mai immaginato di ritrovarmi in una situazione del genere, ma sopratutto non avrei mai immaginato di trovare delle persone disposte a starmi vicino così tanto, perchè non è la prima volta che mi restano vicino in un momento difficile, sono sempre pronte a tendermi una mano. Non ringrazieró mai abbastanza Katrine e neanche sua madre. In questo momento credo siano l'effetto collaterale che mi serviva.

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