Stiamo andando a Cepagatti dove abita Beatrice. Mi ha detto che abita poco distante dal centro. E' un bel posto. Naturalmente è un paesino, non so come abbia fatto lei a passare dalla grande Roma a qui.
Non è male, passiamo per la piazza, dove ci sono la chiesa di Santa Lucia e San Rocco e dove c'è anche la Torre Alex e il centro storico. Passiamo davanti alla scuola elementare, dove difronte a questa suppongo ci sia l'oratorio, poi passiamo davanti al comune e arrivati davanti ad un negozio di abiti da sposa scendiamo giù.
Affianco a me ho Evan e sinceramente non lo vedo molto in forma. Sembra molto stanco.
"Ei stai bene?" gli chiedo prendendogli la guancia con la mano.
"Si ho solo un po' di mal di testa tranquilla" risponde.
Più avanti incontriamo una grande casa, è interamente bianca con piante fiorite che le fanno da cornice è incantevole. Beatrice ci aspetta fuori il cancello e quando Dave parcheggia scendo subito e l'abbraccio.
"Bea"
"Bee, alla fine ci siete riusciti, sono così felice che siate qui" dice lei.
"Anche io" rispondo.
Ci fa accomodare in casa sua che è grandissima. La tavola è tutta apparecchiata e ogni delizia si propaga sul quel tavolo, la casa è arredata in maniera molto elegante e raffinata. C'è una libreria fantastica. Comincio a vedere che titoli sono riposti al suo interno. Sono tutti rigorosamente romantici, poi ci sono i classici, i paranormali e neanche un horror. Cavoli. Strano.
I miei amici entrano e anche mio padre e genitori di Katie. Bea ci ha invitati tutti a pranzo qui. Sua madre una donna dal carattere dolce e gentile ed è alle prese con i fornelli.
"Bridget quanto sei cresciuta" dice abbracciandomi.
"Come stai?" le chiedo.
"Tutto bene e voi?"
"Bene"
Mio padre si avvicina a noi e saluta la donna.
"Noah, menomale che stai bene, ho saputo quello che è successo" dice lei abbracciandolo.
"Infatti, è stato un miracolo"
Ci sediamo a tavola ed è stato come rinascere, ovvero sembra un vero e proprio miracolo, come uno di quei miracoli di Natale a cui non ho mai creduto e credo di aver sempre sbagliato. Non lo so, ma questo Natale lo sento più degli altri. Non saprei come spiegare le emozioni che sorgono dentro di me, ma quello che provo è qualcosa di totalmente inspiegabile. E' come essere stati bloccati in un tunnel al buio senza via d'uscita, ma tu non ti arrendi e cominci a camminare, cammini, cammini, fino a quando uno spiraglio di luce non è visibile ai tuoi occhi, prima più piccolo poi comincia a ingigantirsi, fino a mostrarti davvero il passaggio che ti porterà a vivere come prima ed è strano.
Prima ho ricevuto i miei regali di Natale, Julie mi ha regalato il dipinto che ha fatto ieri in spiaggia e senza farmelo vedere ha ritratto anche me ed Evan seduti sulla sabbia. E' stato tra tutti il regalo che ho amato di più. In camera ci starà benissimo.
***
E' stata una giornata molto stancante, ma nonostante ciò sono voluta andare a fare un giro per Pescara con Evan cercando di non perderci. E' bellissimo questo posto, a volte Roma è troppo grande, troppe persone, troppe lingue, troppe strade, troppo tutto. Qui invece, no che non ci siano molte persone, ma è un posto molto più intimo rispetto a Roma.
Stiamo passeggiando con la brezza invernale che soffia leggera sui nostri volti. Non fa freddo si sta benissimo. E' fresco. La sua mano stringe la mia, ma sono io che lo trascino in ogni via che incontriamo. Il lungomare è pazzesco, mi piace tantissimo. Il mare di notte è qualcosa di straordinario, non lo avevo mai visto prima.
"Stai bene?" chiedo guardando Evan.
Non lo so il motivo, ma non lo vedo molto in forma questi giorni, probabilmente sarà solo una mia impressione.
"Si, si tranquilla" afferma passandosi una mano tra i capelli.
"Va bene, ci sediamo qui? sono davvero stanca"
"Si, certo va bene" risponde.
Siamo vicini alla Nave di Cascella, ci siamo seduti su una panchina qui vicino e ammiriamo il mare all'orizzonte. Mi trasmette tranquillità e serenità, di un blu talmente scuro da sembrare nero e con un cielo del medesimo colore sopra di esso, sembrano quasi confondersi. Non c'è il mare mosso, è calmo e le onde arrivano a riva dolcemente, bagnando la sabbia sottostante e tornando indietro traportando con sé molte conchiglie.
Quando ero piccola ricordo che d'estate andavamo al mare e con la mamma facevamo lunghe passeggiate in riva al mare, con la sabbia che rinfrescava i nostri piedi, raccoglievamo tantissime conchiglie, talmente tante che non riuscivo a tenerne il conto, poi una volta tornate a casa mi mettevo in camera e ci creavo diverse collane. Mi piacevano immensamente.
"A che pensi?" chiede il ragazzo di fianco a me.
"Niente"
"Mmh, non me la racconti giusta"
"A questo posto è magnifico, mi ricorda tanto quando venivo al mare con mia madre" sorrido.
"Infatti e un posto magico" sussurra guardandomi.
Quasi mi manca il fiato. Ho scordato come si respira, purtroppo è questo ciò che mi fanno i suoi occhi. Mi mandano in confusione. Ma come lui del resto. Si avvicina al mio volto fino a far sfiorare i nostri nasi. I nostri respiri si confondono e i nostri occhi sono immersi ancora l'uno in quello dell'altro, niente mi sembra più lo stesso, non capisco più nulla. Poi d'un tratto annulla definitivamente la distanza che c'è tra di noi, le nostre labbra si scontrano con urgenza come se si cercassero da anni e finalmente si fossero trovate. E' uno di quei baci romantici, ma al tempo stesso pieno di passione. Mi prende il volto con la mano senza far staccare le nostre labbra, carezzandomi dolcemente la guancia. Ed in quel momento che la mente si svuota e capisco che lui è tutto ciò di cui ho bisogno.

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Effetti collaterali
RomanceDue ragazzi. Un solo amore. Una vita. Infinite emozioni. Bridget Collins si ritroverà ad affrontare situazioni che non sarebbe mai riuscita ad immaginare. Evan Cooper ha la sua vita programmata minuto per minuto su una tabella di marcia che non s...