Capitolo 35

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C'è Evan seduto sul letto che sta prendendo un farmaco in maniera esagerata. È pallido in volto e suda in maniera smisurata. Non perdo altro tempo e corro a chiamare Stephenie. Il cuore mi batte all'impazzata e sono spaventata, ma allo stesso tempo cerco di rimanere tranquilla, anche se mi risulta impossibile.

"Stephenie, vieni" piango davanti alla donna che mi guarda preoccupata.

Mi segue senza proferire parola e appena vede Evan sbianca in volto porta una mano alla bocca e va verso di lui. Rimango sul ciglio della porta a piangere in silenzio, mi accascio al muro dell'hotel e le piccole lacrime si trasformano in singhiozzi. Sempre più rumorosi e sempre più esasperati.

"Bridget io porto Evan in ospedale, non piangere vedi che risolveremo tutto" dice sorridendomi debolmente.

Annuisco con poca convinzione e dopo pochi istanti che loro vanno via, arriva Dave. Si guarda attorno tranquillo, senza sapere cosa succede. Appena mi vede seduta sul pavimento a piangere mi prende in braccio e mi porta in camera. Mi fa sedere sul letto e mi asciuga le lacrime una ad una. Pronuncia il mio nome, ma è come se non lo sentissi. Mi attrae a sé stringendomi in un abbraccio, ma è come se non ci fosse.

Mi carezza dolcemente i capelli e piano piano riesco a calmarmi. Faccio respiri profondi e cerco di regolarizzare il respiro ormai accelerato come il battito del mio cuore. Mi allontano leggermente da lui asciugandomi le lacrime, tiro su col naso e faccio un respiro profondo, prima di cercare di avviare un discorso. Ma lui mi precede.

"Bee, perchè piangevi?"

"Evan, vedi lui si è sentito male e Stephenie lo ha portato in ospedale"

Il suo tocco s'irrigidisce e lui anche. Gli occhi sono rimasti paralizzati e lui non sembra voler crederci. Sento il cuore cominciare a battere a ritmo più veloce del normale e le sue mani sudare.

"Che stai dicendo?" chiede evidentemente preoccupato.

"Quello che hai capito" dico ricominciando a piangere.

Le lacrime ora escono come un fiume, sembre di più, sempre più velocemente. I singhiozzi diventano sempre più forti e io non riesco a fermarli, mi sembra qualcosa di impossibile. Porto una mano alla bocca cercando di restare almeno un tantino calma. Ma niente da fare. Dave che si era alzato si risiede sul letto e torna affianco a me cercando di tranquillizzarmi. Non ha ancora proferito parola e si vede che è scioccato quasi tanto me. Affondo la testa nell'incavo del suo collo e vorrei restare con lui così per sempre, è sempre stato al mio fianco in ogni momento e mai nessuno lo ha fatto, lui ha quel qualcosa che mi fa sentire bene. Non posso stare senza di lui e lui è uno di quegli effetti collaterali positivi che la vita mi ha riservato e ne sono felice, sono felice che sia lui che mi renda felice e sono felice che non sia nessun altro.

Prima di incontrare Evan neanche Matt riusciva a farmi provare emozioni più forti di quelle che provavo con Dave. Con lui non ho mai provato amore, ma siamo sempre stati come fratello e sorella quindi noi due siamo legati da un amore fraterno.

Molti dicevano che un giorno saremmo finiti insieme, ma io non ci ho mai creduto siamo stati sempre fin troppo fratelli per intraprendere una relazione. Praticamente eravamo un discussione su tutto, quello che piaceva a me non andava bene a lui e viceversa. Il nostro è stato la tipica amicizia amore e odio, ma alla fine abbiamo sempre litigato amandoci.

Evan ora è una di quelle persone senza cui non riesco a vivere in così poco tempo è diventata parte integrante della mia vita e non riesco a immaginare la mia vita senza di lui. Ormai in ogni persona che incontro rivedo lui, ogni coppia che vedo penso a lui, ogni sorta di pensiero mi ricollega a lui è come se il mio corpo, la mia mente, il mio cuore e tutta me stessa non riescano a fare a meno di pensare a lui. Non mi è mai successo niente di tutto ció neanche con Matt, con lui funzionava e basta. Ci bastavano quelle poche volte alla settimana in cui riuscivamo a vederci, quei pochi baci che ci siamo scambiati tra una lezione e l'altra.

Ho versato così tante lacrime che credo siano finite. Potrebbe accadere? Chi lo sa, forse un giorno mi ritroveró a non poter piangere più.

Mi allontano da Dave per guardarlo negli occhi, li ha arrossati leggermente, ha pianto anche lui.

"Andiamo dobbiamo andare da Evan" dico alzandomi dal letto.

"Si hai ragione, non risolveremo molto stando seduti a piangere" ridacchia lui.

Sorrido a quelle parole e usciamo dalla stanza. Prendo il telefono e vedo un milione di messaggi da parte di Julie e Katie. L'ultimo mi avvisa che si trovano in ospedale.

Prendiamo l'auto e cerchiamo di fare il più in fretta possibile.

Quando esco fuori l'aria fredda mi punge il volto bagnato, quante volte mi è successo e ogni volta sento sempre la stessa sensazione. Mi siedo in macchina e guardo fuori il finestrino. Il mondo mi scorre davanti agli occhi. Il sole è coperto dalle nuvole e il cielo ormai non  è più limpido proprio come il mio umore. Piccole gocce s'infrangono contro i finestrini della macchina. Il cielo, il mondo sembrano piangere assieme a me. Dentro di me incombe una sensazione strana, una di quelle che ti dicono che purtroppo è la realtà e bisogna affrontarla nonostante tutto lo schifo che faccia.

E così con i capelli bagnati e con gli occhi colmi di lacrime guardo il cielo e vedo che sono capita da qualcuno o qualcosa, e che ad ogni effetto collaterale ne corrisponde un seguente che puó ribaltare completamente la situazione o renderla ancora migliore, in questo caso credo che abbia avuto la meglio la prima possibilità, purtroppo.

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