Ieri sera alla fine ho cenato casa di Katrine e mi sono sentita molto meglio rispetto al pomeriggio, mi sono sentita come capita forse. Sta di fatto, però, che oggi devo andare a scuola e non posso saltarla per nessun motivo, ho un test di matematica alla prima ora, bel modo di iniziare la giornata eh?
Abbandono a fatica le mie meravigliose e calde coperte, infilo le pantofole e scendo in salotto. Vorrei tanto essere rimasta nel letto. La stanza è tutta buia a causa delle tapparelle ancora abbassate a tratti mi fa paura così spoglia e triste. Alzo tutte le tapparelle e dopo comincio a prepararmi il caffelatte.
Katrine ieri sera mi ha detto che sarebbe venuta a casa a prendermi e saremmo andate insieme alla fermata dell'autobus, quindi devo sbrigarmi.
Finisco prima del solito il mio caffelatte, metto la tazza nel lavandino e mi precipito di sopra per vestirmi. Prendo le prime cose che trovo, un jeans blu chiaro strappato con una felpa nera extra-large. Vado in bagno raccolgo i capelli in una coda alta poi applico il correttore sul mio volto in modo che non si vedano le occhiaie di stanotte e infine scendo di sotto.
Di fretta e furia per il ritardo prendo una mela in cucina e poi infilo il cappotto e metto le converse nere prima di prendere le chiavi di casa, uscire e chiudere la porta.
Addento la mela mentre aspetto Katrine che arriva per poter andare insieme, arriva qualche minuto dopo e mi saluta con due baci sulle guance.
"Buongiorno Bee"
"Ciao Katrine" rispondo accennando un sorriso.
"Come stai?"
Vediamo oltre che triste, delusa, affranta, piena di paure, distrutta, sola? "Bene" mi limitai ad un semplice bene, ma dietro quel bene c'è un elenco di cose negative, perché ogni cosa ha un effetto collaterale e anche il mio bene ha l'effetto collaterale di sentirmi ancora peggio dopo averlo pronunciato.
Katrine mi guarda con fare da investigatrice, ma poi quell'espressione viene sostituita da un urgenza, l'urgenza di cominciare a correre perché se no avremmo perso l'autobus.
E allora cominciamo a correre, con il test di matematica che ci aspettava alla prima ora, con mille pensieri per la testa, con i mille effetti collaterali che ci inseguivano in ogni momento della nostra vita. Perché io a volte mi stupisco di me stessa, vivo circondata da effetti collaterali, quelli negativi sono sicuramente di più di quelli positivi, eppure io ogni volta vivo solo per quelli positivi, perché quelli negativi hanno lasciato ormai una cicatrice sulla mia pelle e fanno parte di me perché mi hanno resa quella che sono. E vivo soprattutto perché so che c'è un effetto collaterale che ci segna e io aspetto quello, non importa se prima devo passare le pene dell'inferno io so che arriverà e mi farà dimenticare tutto ciò che mi ha fatto stare male.
Appena arriviamo balziamo sull'autobus e proprio in quell'istante le porte si chiudono, io e Katie scoppiamo in una risata e ci battiamo il cinque poi ci andiamo a sedere.
Vado verso il mio posto: è vuoto. Mi guardo intorno aspettandomi di vedere Evan e me lo ritrovo seduto al posto dietro, mi fa l'occhiolino e poi torna a guardare il telefono. Indossa una felpa verde scuro e ha il cappuccio sulla testa, porta un jeans blu scuro e le sneakers. Mi siedo al mio posto e butto la testa all'indietro in modo da poggiarla sul poggiatesta. Faccio un sospiro e decido di essere pronta ad affrontare questa nuova giornata.
Appena scendo dall'autobus, mi ritrovo gli occhi di tutti su di me. Se è quello che penso voglio sparire.
"Pss, Katrine, tu hai detto a qualcuno di mio padre?" chiedo.
"No, lo sa solo Cam" dice lei.
"Non è che Cameron lo abbia detto a qualcun altro?" chiedo un tantino innervosita.
Katrine si morde un labbro.
"SE LO HA FATTO APPENA LO VEDO LO UCCIDO" dice furiosa.
Cavoli, non mi aspettavo una reazione del genere da parte sua, pensavo che prendesse subito a difenderlo. Comunque faccio finta di niente e scappo vicino all'entrata. Oggi è una fantastica giornata peccato per il mio umorismo pessimo, il sole splende nel cielo alto, c'è qualche nuvola qui e lì, ma non è caldo anzi è molto fresco, un venticello si fa sentire spesso facendo rabbrividire la mia pelle e scompigliandomi i capelli. Alla fine siamo sempre a dicembre.
La campanella suona facendomi scappare dagli occhi di tutti, non ne potevo più di essere fissata, odio essere al centro dell'attenzione, preferisco essere innocua, essere una persona come tutte le altre. Infatti a volte mi chiedo come facciano i personaggi famosi a sopravvivere con i paparazzi e con i continui fan. Io non ce la farei, mi piace così tanto vivere nell'ombra a volte, che sarebbe un incubo essere notata da tante persone.
Entro in classe e la professoressa è già seduta alla cattedra con dei fogli in mano: i test. Che incubo.
Non credo di potercela fare, cioè alla fine non ho studiato praticamente niente, potrei usare la scusa di mio padre, ma non me la farebbe passare, perché probabilmente non mi crederebbe oppure mi direbbe che potevo benissimo studiare ieri notte trova sempre una scusa per avere ragione e sinceramente l'ultima cosa che voglio adesso è attaccarmi con i professori.
Mi siedo al mio banco e poco dopo mi raggiunge Katrine, poi entra anche Evan con il fare misterioso.
Non lo so il perché, ma quel ragazzo mi affascina in qualche maniera, è come se ci fosse un qualcosa che mi spinge verso di lui, mi spinge a voler sapere di più. Non lo so, ma sento che nasconde qualcosa e non è qualcosa così tanto per dire, ma è un qualcosa di grande.
Mi rivolge un occhiata e abbasso istintivamente lo sguardo. Poi la prof. comincia a distribuire i test, cominciando a farci tremare dalla paura.
Il punto è che non so neanche da chi copiare volendo, il secchione della classe, Stevan, la prof. lo ha spostato nella parte opposta della classe, quindi inarrivabile. Katrine lasciamo stare, non si sa chi è più confusa tra me e lei. Quindi credo che dovrò cavarmela da sola. Uffa!
Anche se la mente non riesce a concentrarsi pienamente sul test, vaga, pensando a mio padre. Chissà come finirà tutta questa situazione, pensando che con tutti queste cose che sono successe, non ho avuto neanche il tempo di scrivere un messaggio a Matt che sembra scomparso totalmente.
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Effetti collaterali
RomanceDue ragazzi. Un solo amore. Una vita. Infinite emozioni. Bridget Collins si ritroverà ad affrontare situazioni che non sarebbe mai riuscita ad immaginare. Evan Cooper ha la sua vita programmata minuto per minuto su una tabella di marcia che non s...